Hot Star – The Casanovas – 2011 (di Stefano D’Offizi)

Un potente Garage Rock targato Italia, o almeno questa è la prima impressione che ho di questa Band che mi ha conquistato quasi immediatamente, e dopo averli visti dal vivo l'estate scorsa a Nel Nome Del Rock, festival che si tiene annualmente a Palestrina da ben ventidue edizioni (22!!!), sono fermamente convinto che vale la pena di approfondire questo loro lavoro, quindi mi armo di cuffie alta fedeltà ed impianto in grado di riprodurre al meglio. La band è formata da Diletta "Lady" Casanova, voce principale e basso, e Giacomo Dini alla batteria, più una gran quantità di comparsate…

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Un potente Garage Rock targato Italia, o almeno questa è la prima impressione che ho di questa Band che mi ha conquistato quasi immediatamente, e dopo averli visti dal vivo l’estate scorsa a Nel Nome Del Rock, festival che si tiene annualmente a Palestrina da ben ventidue edizioni (22!!!), sono fermamente convinto che vale la pena di approfondire questo loro lavoro, quindi mi armo di cuffie alta fedeltà ed impianto in grado di riprodurre al meglio. La band è formata da Diletta “Lady” Casanova, voce principale e basso, e Giacomo Dini alla batteria, più una gran quantità di comparsate da parte di nomi già sentiti in giro e che sveleremo più avanti. Il gruppo toscano gira tutto intorno ad una voce molto bella e squillante, capace di ricordare per certi versi, un timbro vocale alla Siouxie, accompagnata però da un sound totalmente diverso da quello delle Banshees, andandosi a collocare in una sorta di ibrido fra il Rock ‘n Roll, ed una buona sperimentazione elettronica senza troppi fronzoli, giri di basso orecchiabili e melodie di facile ascolto, che comunque non perdono una bellissima vena di Rock più che deciso. Il disco parte subito con una bella dimostrazione di Groove che rivela subito lo stile del loro sound leggermente minimal, Radio Days potrebbe in effetti riassumere già la personalità esplosiva di questa band che con due soli elementi effettivi, riesce a riempire le orecchie di chi ascolta. Bancone è la seconda traccia che segue a ruota con la partecipazione di Enrico Gabrielli al Sax, si tratta di pochi minuti di Pop Rock ben pensato prima di essere suonato, così come anche la traccia successiva. Gonna burn torna ancora una volta sullo stesso stile, riuscendo comunque a non risultare ripetitivo, la bella differenza tra il mantenere uno stile riconoscibile ed il non saper fare altro, a differenza delle altre canzoni, la batteria è opera di Antonio “Tony Face” Bacciocchi. Segue The Walk, ed ancora una volta è il motivetto orecchiabile a convincere, oltre alla voce, già più convincente, anche se stavolta si rischia davvero di arrivare al limite e credere di poter ascoltare gli stessi cambi di accordi fino alla fine del disco, cosa che puntualmente viene smentita dalla traccia successiva, Hot Star. La title track, come spesso avviene, è ancora più carica di energia, nonostante il ritmo sia anche meno incalzante dei brani che la precedono. Sicuramente ad aiutare ed arricchire il sound, ci pensa l’elettronica, anche se si tratta di un utilizzo abbastanza moderato che non rovina il sound rockegiante. Giunti a metà del disco, Doop Doo – Ah, pochi minuti più o meno sullo stesso stile, leggermente più movimentato nel finire, una buona dose di ritmo e tanta precisione nelle linee melodiche della voce. Tocca quindi a Drown, altro brano in cui Basso e Batteria dimostrano che non serve altro, almeno non ai The Casanovas, e che quel poco di chitarra (almeno quello sembra), c’è giusto per variare un pò sul tema. Altra variazione sul tema, la si trova in Rosso & Blu, primo dei tre brani cantati in Italiano, e diversamente da come accade molto spesso, il timbro vocale non subisce troppe variazoni da un idioma all’altro, cosa che valorizza ulterirmente le apprezzabilissime doti canore di Diletta. Ultima canzone in Inlgese, With You, traccia che gira tutt’intorno alla voce, così come tutto il resto del disco, anche se stavolta il giro di basso e quello di batteria restano abbastanza in secondo piano, forse un brano che si perde un pò nel silenzio in cui alla fine sfuma per quasi un minuto, tornando poi sul tema principale che apre la canzone, fino a chiudersi in modo geniale. Uno dei pezzi migliori del disco è sicuramente Vi Odio Tutti, brano che lascia poco spazio all’immaginazione riguardo ai temi trattati: lei semplicemente Odia Tutti, e molto spesso potrei ritenermi davvero in linea con questo pensiero. Ultima sorprendente traccia, ancora una volta in Italiano, presenta una partecipazione singolare. Voce e chitarra in Amore a Scampia, appartengono ad Andrea Appino, membro della band Zen Circus, che a quanto pare ha partecipato non solo con questo brano, alla realizzazione del disco. Certo si tratta di un lavoro ben fatto, strutturato con la giusta energia ed un buon ritmo, anche se, per quanto resi riconoscibili dalla voce e dal suono Garage/Minimal, la band corre spesso il rischio di ripetersi ed essere apprezzata dagli incalliti amanti del genere; il loro punto di forza forse non stà nell’originalità del sound, nonostante questo però, godono di una speciale energia che li accompagna durante le performance live, e come molte altre storiche band, sono forse destinati a dare il meglio su di un palco, piuttosto che in un disco.
01 Radio days
02 Bancone
03 Gonna burn
04 The walk
05 Hot star
06 Doop doo ah
07 Drown
08 Rosso & Blu
09 With you
10 Vi odio tutti
11 Amore a Scampia 

CLICK per le foto dei The Casanovas live @ NelNomeDelRock2011 di Stefano D’Offizi


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