
Un lavoro del progetto
Pane è un qualcosa di piacevole. Molto. Curato, particolare, intelligente… Dopo
Tutta la dolcezza ai vermi, la formazione torna con un nuovo capitolo intitolato
Orsa maggiore. Nove tracce appena, racchiuse da un digipack dai colori autunnali, che esprimono una mescolanza di suoni e strumenti sapientemente calibrati. E’ consigliabile, possibilmente, evitare qualsiasi superficiale definizione che possa scaturire da un ascolto distratto.
Orsa maggiore non è un lavoro jazz, nè un disco folk e neanche un’ opera progressive. E’ di quanto più personale e originale possa godere una produzione del panorama musicale attuale. Per questo è superfluo un (anche impegnato) tentativo di etichettare sotto un genere i
Pane. Probabilmente è il motivo che li ha spinti ad aprire il loro booklet con una massima di
Galilei che recita:
”Io credo che con qualche esempio più chiaramente spiegherò il mio concetto”. E l’unico esempio fattibile è un assaggio della loro musica.
Orsa maggiore si presenta con il brano
L’umore, subito uno dei picchi di bellezza più alti del lavoro.E’ una piccola poesia emozionante ed emozionata, tessuta da belle liriche, musica poetica ed un’ esecuzione canora lodevole. Il disco è una continua prova di classe ed eleganza tra le interpretazioni, spesso “teatrali”, di Claudio Orlandi e la musica dei suoi compagni, composta esclusivamente da parti di piano, batteria, flauto traverso e chitarra acustica. Troviamo altri momenti degni di un plauso nella malinconica
Tutto l’amore del mondo e la conclusiva
Alla luna, dove la ricetta dei cinque viene proposta ancora una volta nel migliore dei modi. Una certa inclinazione alla poetica di
Orlandi si manifesta negli omaggi racchiusi nelle tracce del disco, come
Cavallo, che vede un libero adattamento di testi dell’omonimo
Victor, o anche
Samaria, dove si attinge al
Lamento del viaggiatore di
Gesualdo Bufalino e ancora
Orsa maggiore, brano che richiama il titolo dell’ album che evoca
La nostra marcia di
Majakovskij. La struttura del lavoro è completata dalle tracce
Gocce e
Fiore di pesco, i due più chiari esempi della ricerca della forma teatro – canzone del gruppo e
La pazzia, piccolo ulteriore esempio della raffinatezza che sanno regalare in musica e versi. Ed anche con una fruibilità, forse, non così prevedibile. Il progetto Pane può basarsi su dei musicisti di primo ordine e su una raccolta di testi ricchi ma senza ampollosità. E’ probabilmente un pregio di un gruppo nato già maturo. Le altre peculiarità racchiuse in questo
Orsa maggiore attendono di essere trovate solo da curiosi ascoltatori. Probabilmente ringrazierete
Claudio Orlandi, Maurizio Polsinelli, Vito Andrea Arcomano, Claudio Madaudo e Ivan Macera. Probabilmente ringrazierete i
Pane.