Giorgio Canali e Rossofuoco live @ Angelo Mai (testo e foto di Michele Saravo)

Non giudicare un libro dalla copertina.
L’abito non fa il monaco.
Non è tutto oro ciò che luccica.
Quante volte ci siamo sentiti dire questi proverbi? Ebbene, dopo stasera, posso affermare che sono estremamente fondati. Dietro ogni evento c’è una storia fatta di personaggi; quella che vi scrivo oggi è il concerto di Giorgio Canali e Rossofuoco.
Il locale che ha ospitato l’evento è Angelo Mai.
Inizialmente sono rimasto un po’ deluso da un ingresso intricato e dalla poca capienza del locale, e ad incrementare il mio disappunto ci hanno pensato l’assenza di un pit e una birra un po’ calda, ma una critica corretta necessita anche di una parte positiva: in primis la cornice in cui è inserito il locale, un boschetto che aumenta la qualità dell’atmosfera da concerto; segue l’azzeccata scelta dell’arredamento di un’area ristorazione dotata di un camino che emana calore e una piacevole luce soffusa, e se come detto prima, da una parte l’assenza del pit svilisce i fotografi, dall’altra il palco basso fa entrare in simbiosi il gruppo con il proprio pubblico. 

Ad aprire la serata sono stati gli Operaja Criminale, formazione di quattro membri; la combinazione tra violino, chitarra elettrica e tastiere dona come risultato un suono molto forte e confuso, ma nel complesso non crea fastidio e anzi riesce a cullare l’ascoltatore in un vortice di emozioni. I pezzi più potenti sono sottolineati da una decisa ed efficace presenza scenica, portata avanti dal chitarrista e dal tastierista.
Particolare attenzione merita il brano Torino, che ho trovato decisamente intrigante per il corretto mix tra la parte calma e la distorta, nonchè per la buona composizione di quest’ultima. Gli Operaja Criminale sono ottimi per uno stacco dalla solita routine musicale, per sfogarsi o comunque per non ascoltare qualcosa di eccessivamente impegnativo.
Dopo la mezz’ora di apertura degli Operaja, il testimone della serata passa a Giorgio Canali e Rossofuoco.
Il concerto si prospettava già incandescente, cosa che ho capito parlando con un po’ di persone. “Spero di uscire con le manette ai polsi e lÕimpronta di una Gibson sulla schiena”, queste le parole di Alessio, uno dei fan più scatenati di Canali.
All’ingresso dell’artista è stato come se il locale esplodesse: dal pubblico si è levato un boato incredibile, segno dell’affetto e della stima che i fans nutrono nei suoi confronti, ed il mio primo pensiero è stato “53 anni e non sentirli”. Non sono stato smentito: il gruppo ha tenuto la scena in maniera eccelsa, contando soprattutto su Canali e sul batterista, che come si addice ad un musicista rock, ha picchiato sullo strumento con incredibile potenza per tutto il tempo. L’energia del gruppo è persistente e riesce a portare avanti il concerto per due ore praticamente senza pause. Il genere del gruppo si presenta come un orecchiabile ed energico rock italiano, che risente delle influenze di un rock classico e del passato di Canali con i CCCP: sono infatti presenti assonanze vocali che rimandano a Ferretti ed al suo passato alternative. Questo però non vuol dire che il gruppo non sia originale, ma anzi gli elementi sopra citati sono sicuramente quelli in rilievo. Le ultime due canzoni, oltre la formazione standard composta rispettivamente da Luca Martelli alla batteria, Marco Greco alla chitarra e Claude Saut al basso, più ovviamente Giorgio Canali, si è unita la partecipazione del violinista degli Operaja Criminale.

Unica nota negativa della performance è stato un comportamento di Canali che a parer mio è sembrato eccessivo: durante una canzone acustica, un ragazzo tra il pubblico ha sventolato un accendino (un classico nelle canzoni acustiche). Canali inizialmente ha detto “Togli quell’accendino, non siamo ad un concerto di Baglioni”; appena finita la frase si sono accesi simultaneamente altri tre o quattro accendini. Il risultato? Canali ha posticipato i pezzi acustici, suonati più tardi, più veloci e con la chitarra elettrica, scusandosi e dicendo che “per colpa di alcuni imbecilli non si pu˜ rovinare un concerto”.
Complessivamente, se dovessi dare un voto al concerto, sarebbe di certo un 8.
Prima ho detto che dietro ogni evento ci sono dei personaggi, ricordate? Colgo allora l’occasione per ringraziarne tre in particolare, che mi hanno aiutato in questa occasione:
un enorme grazie a Tatiana, Roberta e Grazia, oltre che ad Ausgang per il supporto offerto. 


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