Meganoidi @Circolo degli Artisti, Roma (testo e foto di Stefano D’Offizi)

Sicuramente una delle rivelazioni musicali del lontano anno di “nostro signore” 1998, quando con l’EP Supereroi vs Municipale sbancano la scena underground genovese suonando praticamente ovunque gli venga concesso, e racimolando un quantitativo impressionante di critiche positive che fungerà da rampa di lancio per il primo album Into the Darkness, into the Moda targato 2000. I Meganoidi aprono così al grande pubblico con un disco di uno Ska esplosivo e convincente, facendo ballare, saltare ed anche pogare, un’intera generazione di futuri SKApigliati.
Seguiranno intervalli regolari di tre anni tra un disco ed il successivo, e lentamente, come spesso accade in questi casi, i nostri nemici giurati del potente DaitarnIII (da cui prendono il nome) subiscono una lenta e costante mutazione, cambiando passo passo quel sound che li aveva caratterizzati per tutto questo tempo, maturando a mio avviso, dimostrando una propensione per altri lidi leggermente più inclinati al rock (pur sempre concettuale) ed allontanandosi dalla vecchia vena folk popolare che tanto li aveva resi celebri (per tutto il 2001 avevano quasi monopolizzato RadioRock, per la quale furono anche ospiti live durante la festa di capodanno, cosa che non dimenticherò mai per aver vomitato addosso al loro furgone/camper parcheggiato nella rimessa… eh si, scusate tanto, non fu cosa premeditata…).
Il ritorno sulla scena, così come va di moda oggi, non è assolutamente da attribuire ad una reminescenza passata, cosa davvero apprezzabile, ed alcuni cambiamenti di formazione hanno contribuito all’ulteriore maturazione di una band che, contrariamente dalle aspettative di molti, possiede ancora parecchi assi nelle maniche e molti argomenti da incoccare al proprio arco.
Welcome in Disagio è il nome dell’ultima fatica della band, che già sembra aver attirato l’attenzione del pubblico Italiano di un certo tipo, non che ci sia (purtroppo) un’attesa mediatica da prima pagina ma tanto basta per attirare anche l’attenzione di RELICS e di quasi (ad occhio nudo) quattrocento paganti (testa più testa meno).

Devo ammettere che ero partito con qualche preconcetto, non sono mai stato un amante dello Ska, anche se tanto tempo fa ho deciso di non pormi troppi limiti sui generi musicali per evitare di precludermi qualcosa che mi sarebbe potuta sfuggire di mano (o di orecchio).
Mai scelta più azzeccata.
Ai primissimi rintocchi di batteria, qualcosa mi dice che non si tratterà del tipo di live che mi sarei aspettato, tutto zompetti, trombette ed ingiurie alle forze dell’ordine, c’è qualcosa nel settaggio dei tamburi che fa ben sperare, un tipo di impostazione differente dalla mia idea di partenza. Luci dal porto apre così l’esibizione tra sussulti ed applausi per il ritorno a Roma da parte di questa band che si dice lusingata, anzi le parole esatte sono state “…è sempre una gran figata suonare qua…”.
Lontani anni luce da Zeta Reticoli, i Meganoidi dimostrano una qualità live in grado di stupire anche chi non li ha amati eccessivamente pur sempre rispettandoli, trovando questa nuova identità a cavallo fra un postrock tendente al funky ed un Indie (…ancora questa parola…) d’autore che ricorda almeno musicalmente, qualche venatura in stile Noir Desire. Bellissima interpretazione in Ghiaccio, un passaggio sonoro quasi obbligato prima di raggiungere altre intensità con Meganoidi, brano che porta il nome stesso della band, quasi come se fosse un biglietto da visita, ed ovviamente la solita platea esagitata di un più che ospitale Circolo degli Artisti, esplode in un pogo generale che ci riporta indietro tutti ad una decina di anni fa. Il live prosegue passando per altri brani fra cui Mia, Your desire, l’energica La fine, King of SKA non poteva ovviamente mancare, così come il loro brano più famoso, ballato canticchiato e pogato da tutto il loro pubblico e non solo (anche io, pensa…): Supereroi.

La performance volge al termine mentre Davide Di Muzio, frontman della formazione genovese, improvvisa simpatici siparietti con i suoi fan che lo vorrebbero nudo sul palco, qualcuno addirittura lo vede bellissimo, poi presenta il resto della band e mi fa i complimenti per un obiettivo strizzandomi l’occhio, tutto questo per dire che il tempo ha perfezionato il loro stile e raffinato anche il carisma del frontman genovese, rendendolo un buon punto di riferimento a far da tramite fra la band ed il suo pubblico. Ultimi brani fra Zeta reticoli ed Ogni attimo, rimediando ultimi scroscianti applausi prima di salutare soddisfatti quella platea sudata che non sembra averne abbastanza.

Apprezzabile l’approccio al palco, ottima l’acustica e perfetta performance dei musicisti, ero partito con preconcetti pensando di assistere ad una band che non mi sarebbe piaciuta; sono riusciti a convincermi in modo inaspettato, divertendomi in ogni aspetto… quando si dice che solo gli Idioti non cambiano mai idea…

Songlist:
 
– Luci dal Porto
– Milioni di pezzi
– Inside the loop
– Altrove
– Dighe
– Ghiaccio
– Quasi ad occhi chiusi
– Meganoidi
– Quello che ti salta in mente
– La Fine
– Tutto Chiaro
– Mia
– Finestre Aperte
– Aneta
– YourDesire
– King of Ska
– We
– Un approdo
– MRS
– Supereroi
– For those who lie awake
– Ora esiste, dopo non più
– Al posto del fuoco
– Zeta Reticoli
– Ogni Attimo


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