Ariel’s Pink Haunted Graffiti @Circolo degli Artisti, Roma (testo e foto di Laura Dainelli)

Doveroso iniziare dicendo che Ariel Marcus Rosenberg, alias Ariel’s Pink, rappresenta esattamente la personificazione del personaggio carismatico! Alla soglia dei 35 anni sa veramente muoversi sul palco meglio della maggior parte dei diciottenni, per non parlare della tenuta della voce… che non scende mai di tono per tutta la serata. Ed è stata una serata lunga, una perfomance articolata, sentita e veramente ricca di emozioni.
A cominciare dalla folla che c’era! E’ noto che il Circolo degli Artisti, rispetto ad altri locali, abbia uno spazio sottopalco ampio, ed è anche vero che visto il calibro degli artisti solitamente invitati è anche facile riempirlo. Ma in questa serata in particolare non era cosi scontato, perché tra la fine del lungo ponte, la pioggia e soprattutto il ben più famoso concerto del Primo Maggio a pochi metri di distanza (che si sa, rihciama folle oceaniche a prescindere) si presentavano come importanti ostacoli… lo ammetto, ero timorosa della riuscita della serata un po’…ed invece.. timori del tutto inutili, visto che sia gli organizzatori ed i promotori della serata, sia Ariel’s Pink e la sua band, sia il pubblico romano sanno assolutamente il fatto loro (si sapeva ma l’hanno ancora una volta confermato!) e tutti loro hanno contribuito a regalare un’accoglienza splendida a questa band apparentemente multietnica ma in realtà californiana fino al midollo. (si sente anche dall’adorabile slang!! J )
La piovosa serata del Primo Maggio ci ha regalato uno show indimenticabile, alla faccia di tutte le pecorelle che vagavano per Roma per il concerto a San Giovanni, mi sento di dire che chi era al Circolo degli Artisti ad ascoltarsi questo matto di Ariel’s Pink con i suoi Haunted Graffiti ha fatto assolutamente la scelta giusta!
Ed a giudicare dall’entusiasmo della folla, ipnotizzata dal carisma di Ariel, dai giochi di luci, dalle chitarre così energiche alternate a momenti di psichedelica pura, di sicuro nessuno è rimasto deluso di questa scelta.
Ariel’s Pink è un giovane losangelino che ha iniziato da solo da ragazzino a farsi strada nel mondo della musica, riproducendo con estrema classe ed in modo assolutamente rielaborato e personalizzato le numerose influenze musicali che hanno accompagnato la sua vita e la sua scoperta del mondo.
Ha conquistato presto un discreto seguito ed un’ottima fama nella scena di rock alternativo ed underground californiana, ma quando quattro anni fa ha deciso di unire a sé il progetto degli Haunted Graffiti, la sua popolarità veramente non ha più avuto limiti né confini. Gli Haunted Graffiti sono Aaron Sperske, Joseph Kennedy e Kenny Gilmore  e si tratta di una band di musicisti caratterizzati da una competenza tecnica e da una passione incredibili e che vanno anche spaventosamente di pari passo, regalando ai quattro ragazzi e ad Ariel’s Pink quel superlativo tocco di classe in più rispetto a quanto già non sia straordinario e suggestivo il mix di generi musicali che riescono a proporre.
Molti si lamentano del fatto che la parola “indie” (noi per primi n.d.r.) in realtà vuol dire tutto e niente, e che non sia sufficiente nell’identificare lo stile di una band: ecco, in questo caso nulla di più vero. Infatti per poter rendere l’idea della loro musica sarebbe meglio dire di immaginarvi una base di gothic rock alla quale aggiungere fortissime impronte di Cure e Pink Floyd, contornate da basso e batteria che a tratti ricordano suoni punk old-school, influenze funky ed r&b anni Settanta e cenni di ritmiche africane.
Si ritrova qualcosa anche dei National e degli Animal Collettive nello stile; e questi ultimi non a caso sono stati proprio i primi a credere in Ariel ed a formare con lui un sodalizio musicale , amichevole ed umano che poi è durato e dura ancora nel tempo a prescindere dai rispettivi percorsi. Le due band si ritrovano infatti ancora oggi a suonare insieme in diversi festival volontariamente, o anche a farsi da apripista a vicenda.
Sul palco voce e carisma di Ariel sono tali da ricordare vagamente un Michael Jackson, o Prince dei primi periodi, con palesi cenni di Axl Rose, a cominciare dal connubbio capelli lunghi biondi-giacchetto casual-rock a fiumi nelle vene.
La serata è stata incentrata principalmente sull’ultimo album di Ariel, ed il primo ufficiale con gli Haunted Graffiti, ossia Before today , che, pensate un po’, nel 2010 è stato inserito da Pitchfork (guru della critica musicale statunitense) tra i primi dieci dell’anno!! E’ il caso di dire… Boom!! In pochi erano arrivati a questo traguardo, ed il ragazzo di strada ne ha fatta dai suoi inizi negli anni Novanta 😉
Abbiamo avuto il piacere di ascoltarci quindi bei singoli come L’estat e gli acclamatissimi a livello internazionale Round and Round e Beverly Hills, ma non sono mancati anche vecchi successi di Ariel solista quali Can’t hear my eyes che in particolare nella nuova versione ricorda molto sia i Foreigner sia la storica Who’s crying now dei Journey, passando per le strepitose Revolution’s a lie e Little wig che presenta chiare similitudini con Ever fallen in love dei Buzzcocksche al mio orecchio non possono passare inosservate! Si tratta dell’ennesima conferma che il personaggio di Ariel’s Pink sembra assolutamente teletrasportato con la macchina del tempo dagli anni Settanta/inizio Ottanta direttamente al Circolo degli Artisti, che non finiremo mai di ringraziare per ospitato un simile evento.
Pochi mesi fa (novembre 2011) Ariel’s Pink si è concesso, con la complicità della sua band, un lusso da vera star, ossia un singolo della durata di ben s-e-d-i-c-i minuti, dal titolo Witchhunt Suite for WWIII, che anche grazie all’assurdo e geniale video, è stato largamente apprezzato e fa assolutamente ben sperare nel nuovo album che uscirà alla fine del 2012, e di cui per ora abbiamo solo avuto un assaggio…
Can’t wait 😉 !!
Un ringraziamento speciale al Circolo degli Artisti per averci ospitato durante questo evento


Commenti

Relics Controsuoni

1 Commento

  1. Psichedelici!!!! Come la Dainelli! 😀

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