Magnolia @Jailbreak live club, Roma (testo di Laura Dainelli, foto di Stefano D’Offizi)

La serata è dedicata alla presentazione del nuovo album della band, dal titolo La zona d’ombra. Si tratta di un concept album interamente ispirato alla vicenda di David Hicks, primo detenuto nel braccio della morte ad essere giustiziato nel 21°secolo (nei primi giorni dell’anno 2000 n.d.r.).
Una scelta sicuramente originale, quantomeno per una band italiana, e che il gruppo porta avanti con grandissima carica, convinzione e, soprattutto, passione. (che bellissima parola!)
Con una grandissima dolcezza ma al tempo stesso con tutta la fermezza e la serietà che la vicenda richiede, Chiara Gironi voce della band, inizia ad introdurre l’argomento del concept album che vogliono presentare. La sala del Jailbreak (come tutti saprete non parliamo certo dell’ultima delle salette, anzi direi che è uno spazio ampio ed ottimamente strutturato) è pienissima, non ci sono più posti ai tavoli già da almeno un’oretta, e posti a sedere ormai neanche a pagarli oro…
Il pubblico in apparenza tranquillo ed intento in chiacchiere e bevute si rivela in realtà trepidante ed entusiasta non appena il live ha inizio, anzi non appena Chiara inizia ad introdurre l’argomento. Infatti la ascoltano tutti con occhi vispi ed interessatissimi, anche se i componenti del gruppo sono forse concentrati al punto tale da non rendersene pienamente conto.
Il pezzo che apre l’album è omonimo La zona d’ombra e ci introduce al di là delle parole direttamente nel cuore e nella mente di David Hicks, per passare poco dopo alla dura e cruda (ma proprio per questo così emozionante) Piccola ala.
Anche a chi come me aveva sentito parlare di loro ma senza mai ascoltarli dal vivo, questo tipo di atmosfera già fa entrare automaticamente in uno stato di curiosità ed attesa, nel senso più entusiastico del termine.  Questa sorta di suspence emotiva viene assolutamente confermata e consolidata non appena i sei componenti iniziano a suonare: l’atmsofera da trepidante quale era diventa ora incantata. Le sonorità sono su un rock new wave ma difficili da inquadrare in un genere musicale preciso, che poi non è neanche la loro ambizione: loro sono i Magnolia, punto. Non c’è bisogno di nessun’altra etichetta.
Quello che va detto però è che si tratta di un rock dalle sonorità decisamente molto molto curate, non è un caso infatti che la band sia composta da ben sei persone. Tutti danno il loro prezioso contributo ed il risultato è un’armonia tra i diversi strumenti incredibile: due chitarre elettriche, basso e batteria danno una grinta fortissima ai pezzi, e la bravissima Donatella Valeri alle tastiere e pianoforte apporta quel tocco di formazione musicale più classica ma così di classe e poetica che rende il tutto ancora più originale, unico, quasi sognante, in una parola completo.
I testi sono altrettanto curati, in parte ne abbiamo già parlato ma sono tutti degni di nota.
In particolare tra i pezzi suonati altri due che catturano in modo intenso e trascinante l’attenzione del pubblico sono Lettere di Annie ed Ellis One, perché sanno esprimere rabbia e delicatezza contemporaneamente, e ben rendono l’idea della lucidità e del sogno che si possono perdere dentro la grande sofferenza umana fino a fondersi con essa.
Lettere di Annie è un brano ispirato alle lettere scritte da una donna di nome Annie a David Hickscon l’unico obiettivo di dargli conforto e non farlo sentire abbandonato e del tutto in balia di se stesso o peggio della morte incombente.  Forse anche a dar lui una speranza, alla quale a parole Hicks non crede, ma la sua voce, le sue parole ed il suo sguardo tradiscono uno sconfinato desiderio di poter continuare a credere in qualcosa, in un sentimento vero, al di là della disillusione assoluta che manifesta.
Ellis One, forse ancora più dolorosa, descrive non solo con le parole, ma anche con la musica, quanto è straziante per Hicks essere portato ben 27 volte (ventisette!) sul punto di essere giustiziato, per poi decidere di prolungare ancora la sua agonia, ma senza che ad essa sia offerto alcuno spiraglio d luce.
Avviandoci in chiusura, un altro pezzo apparentemente un po’ estraneo al resto dell’album ma semplicemente con un filo di collegamento ben più profondo e difficile da cogliere alla prima nota è La gabbianella quale si parla di violenza gratuita ma soprattutto di fiducia tradita, di speranze ed emozioni vere riposte in qualcuno che non ne sa far tesoro ma anzi ne approfitta nel più subdolo dei modi schiacciandole per sempre dentro la voce e l’anima del protagonista.
Nel pieno di questi toni drammatici ed intimisti, la band non manca comunque di sdrammatizzare portando nel contatto con il pubblico l’allegria, simpatia e calore umano che li contraddistinguono anche di persona, prendendosi un po’ in giro a vicenda come si riesce a fare solo quando ci sono grande amicizia, umiltà ed autoironia, tre cose preziosissime da trovare tutte insieme! La serata quindi è praticamente volata grazie all’ottima musica e piacevole compagnia d questi sei ragazzi, che a fine live fanno salire sul palco, acclamandoli a gran voce, tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del loro nuovo videoclip per ringraziarli di cuore prima di farcene gustare la visione, e dire a tutti questi tecnici e collaboratori che senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile. Frase scontata? Un po’ banale? Manco per niente! Ce ne fossero di più in tutti i campi di vita persone che si ricordano di pronunciarla!
Un altro punto a favore di questa geniale band, di cui ci tengo a riportarvi ora tutti i nomi nel dettaglio, perché si sentano tutti inclusi come meritano nei ringraziamenti che vogliamo fargli per questa grandiosa serata, oltre chiaramente all’in bocca al lupo per la promozione di questo nuovo lavoro, anche se dal consenso ricevuto al Jailbreak non mi sembra ne abbiano granchè bisogno.
Ecco la band al completo (ringraziamo uno per uno):
Chiara Gironi – voce
Donatella Valeri – pianoforte, tastiere, cori
Simone Papale – basso 5, 6 corde e 5 fretless
Claudio Carpenelli – batteria elettronica, cori
Alessandro Di Cori – chitarra elettrica, acustica, 12 corde, lapsteel, ebow, basso, synth, cori
Bruno Tifi – chitarra elettrica e classica, cori


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