Nel vasto panorama della musica mondiale il nome di Michael Angelo Batio potrebbe non significare nulla, da un punto di vista meno generico, le cose cambiano radicalmente, legando questo personaggio al pianeta delle sei corde! Michael Angelo Batio e’ un musicista anomalo , quasi un “caso”,(diversi pianeti allineati sullo stesso asse? n.d.r.) perchè da molti viene considerato un chitarrista di livello assoluto, da altri invece una specie di fenomeno da baraccone. Negli anni 90 in molti hanno provato a rinverdire i fasti dei vari Michael Schenker, Richie Blackmore e Jimi Page, decine e decine di chitarristi si sono affacciati sulla scena , da Eddie Van Halen a Paul Gilbert, da Marty Friedman a Nuno Bettencourt, da Richie Kotzen fino allo stesso Neal Zaza. L’ elenco potrebbe continuare all’infinito ed oltre, quel che è certo è che Michael Angelo non è certamente inferiore a questi “Axemen”, il fatto è, che egli stesso per molti anni appariva come un extraterrestre, i suoi lavori erano introvabili, reperibili solo su riviste e siti specializzati.
Con l’avvento di You Tube l’enigma è stato risolto, Michel Angelo Batio esiste ed è in tour in Italia. Comunemente ad altri virtuosi della sei corde il distinguo è prevalentemente incentrato sulla presunta mancanza di feeling e cuore, di certo non è questo lo spazio dove amplificare un simile dibattito, di sicuro Michael Angelo è un musicista a tutto tondo , Un chitarrista velocissimo, ipertecnico, che suona ad una velocità impensabile per un comune mortale, che plettra con rapidità supersonica, suona con due mani, con due chitarre, con due manici, con non so quante corde…
Personalmente posso testimoniare la bontà di alcuni suoi lavori come No boundaries (1995) o Lucid Intervals and Moments of Clarity (2000), dove l’indiscussa perizia tecnica è accompagnata da un forte contenuto melodico.
Il concerto presso il Mamya ha visto il nostro Michael esordire con due brani solistici per poi proseguire con una band. Prima di continuare ancora la performance solista, c’è stato un duetto con il chitarrista Wiliam Stravato.
Personalmente posso testimoniare la bontà di alcuni suoi lavori come No boundaries (1995) o Lucid Intervals and Moments of Clarity (2000), dove l’indiscussa perizia tecnica è accompagnata da un forte contenuto melodico.
Il concerto presso il Mamya ha visto il nostro Michael esordire con due brani solistici per poi proseguire con una band. Prima di continuare ancora la performance solista, c’è stato un duetto con il chitarrista Wiliam Stravato.

A parte il peso non indifferente, questa Michael non poteva proprio lasciarsela scappare.