Movie Star Junkies @ Locanda Atlantide, Roma (testo di Laura Dainelli, foto di Stefano D’Offizi)

I Movie Star Junkies sono una scoperta superlativa per chiunque ancora non abbia avuto il piacere. Sono sulla scena in realtà da diversi anni (2005) e meritano assolutamente di ampliare sempre più il loro già caloroso seguito. In realtà “caloroso” è sicuramente riduttivo, perché chiunque li ascolti, ma soprattutto abbia la fortuna di vederli dal vivo, non può non essere trascinato dallo stile inconfondibile ed accattivante che hanno di stare sul palco, oltre che dalla loro musica, così ricercata e coinvolgente.
Avete presente l’espressione “animale da palcoscenico”?
Ecco, si addice ai quattro membri della band perfettamente, ma pensando al frontman/cantante beh sembra veramente essere stata ideata per lui!
Probabilmente l’influenza di Nick Cave e dei suoi Birthday party, più volte rimarcata dalla band stessa, non è stata pregante solamente sotto il profilo delle sonorità. Anche come movenze e fascino ci siamo. Ed il pubblico lo percepisce eccome! Anzi, non vede l’ora di essere trascinato, tutti ballavano, sembrava quasi un pogo nei pezzi più movimentati, ed anche negli altri (forse ancora più toccanti) gran parte delle persone cantavano e battevano le mani, in una standing ovation che non ha risparmiato proprio nessuno.
La band torinese in questi pochi anni ha all’attivo una discografia già considerevole, composta da tre album più diversi inediti e collaborazioni e progetti musicali di vario genere.  Quello che di loro più colpisce, oltre alla carica che trasmettono, è la sperimentazione e la creatività che sprigionano dai loro pezzi, ed al particolarissimo stile musicale cui riescono a dare vita. Si tratta di pezzi che richiamano il blues ed il rock nel loro spirito più primitivo, con evidenti influenze di artisti quali Leonard Cohen, il già citato Nick Cave, Gun Club, Neil Young, ma accompagnate da una base musicale tendente al punk. Tutto questo ha dato vita al punk-blues per il quale sono conosciuti, in Italia ma non solo. Persino negli States infatti hanno un discreto seguito ed hanno già suonato in diverse occasioni anche oltreoceano. Ma lì si sa, la buona musica la riconoscono e la valorizzano mediamente molto più in fretta rispetto all’Italia, dove a volte viene (ahinoi) messa in secondo piano rispetto a giochi di potere di vario genere. Ad ogni modo, come in tutti i campi, anche in quello musicale ci sono per fortuna anche qui tante persone che il talento lo fiutano e lo riconoscono, e tra questi tutti coloro che hanno dato in questi anni la possibilità ai Movie Star Junkies di far conoscere il loro sound così di strada, che esprime disincanto e malinconia ma anche rabbia e voglia di reagire, di gridare e di farsi sentire, in particolare di far sentire la voce di chi è più ai margini della società e dei paesaggi. La descrizione dei paesaggi e delle scene di vita quotidiana è incredibilmente graffiante e diretta, e cosi coinvolgente proprio per questo.
Questo genere di sound, così vero e sporco e primitivo, nel senso più positivo e musicalmente stimolante del termine, è stato sicuramente amplificato dalla scelta di registrare interamente l’ultimo album Son of the dust (titolo, tra l’altro, molto eloquente rispetto a quanto detto finora) in una cascina fuori Cuneo, una sorta di ritorno alle origini, anche dal punto di vista del suono, a cui va aggiunto il missaggio totalmente analogico che rende l’impatto ancora più caratteristico.
Nella serata del 3 maggio alla Locanda Atlantide hanno suonato per oltre un’ora che è assolutamente volata, basso, batteria e chitarre energici e convincenti che accompagnano egregiamente una voce calda e dalle mille sfumature.
E per tutti quelli che li hanno anche velatamente accusati di aver tradito il punk delle origini (i primi due album sono, rispettivamente, Melville e A poison tree n.d.r.) con gli ultimi pezzi, beh si tratta invece di una semplice evoluzione  e maturazione dei suoni che, proprio come avviene per gli individui, può solo aggiungere al passato ma non togliergli nulla.
Grazie ragazzi di averci regalato una serata magica e continuate cosi!!!
Noi nel nostro piccolo penseremo a pubblicizzarvi che ve lo meritate decisamente!
Songlist:
– Cold Stone Road
– How it all begun
– The Walnut Tree
– Little boy
– An autumn made of gold
– These woods have ears
– Miserable Life
– Dead love rag
– Hail

– The damage is done (dove si trovano persino cenni funk, tanto per completare in bellezza e ribadire ancora la loro genialità assoluta).


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