Punkreas live @ Blackout rock club (testo e foto di Laura Dainelli)

Partiamo con l’unico inizio possibile: Trattasi di un live di quelli geniali, riusciti oltre qualsiasi aspettativa. Spaccare il palco di energia. Viversela con il pubblico, pienamente, come chiunque compra il biglietto per un live sogna che una band faccia. E soprattutto.. non perdere minimamente smalto con gli anni !!
I ragazzi non sono certo ai primi live, anzi se non ricordo male la prima volta che li ho visti dal vivo risale a circa tredici anni fa(!), ma questi anni se li portano alla grande: sono stracarichi, irriverenti ed incazzati più che mai… come è giusto che sia del resto!! Riescono infatti a coniugare, come sempre, una vena estremamente ironica e goliardica con un’altra che veramente non gliela manda a dire nessuno: toni di denuncia sociale che sarebbe il caso di sentire più spesso da tantissima gente che invece preferisce nascondere la testa sotto la sabbia, non leggere, non informarsi, o peggio ancora farlo passivamente recependo solo quanto proviene dalle fonti di “informazione” più palesemente incomplete e di parte, in una parola inattendibili, se l’obiettivo è quello (auspicabile) di formarsi una coscienza critica. Ecco, decisamente i Punkreas non rientrano in questa categoria di persone, anzi oltre ad avere sete di conoscere la realta hanno anche la (bellissima, a mio parere) sana voglia di sbattercela in faccia, di dire “Guardate che cazzo succede!!“ ed a denunciare non solo fenomeni palesemente criminogeni, quali ad esempio la diffusione della ndragheta nel nord Italia, ma anche tematiche forse ancora più scomode da dire, poiché comunemente avvolte nel perbenismo.
Eh sì, a volte anche il legittimo fastidio se non è “per bene” darlo a vedere ci si vergogna a mostrarlo e si incassano per questo ingiustizie di vario genere.
Tutto questo viene comunque sempre accompagnato da batteria, chitarre e basso all’ennesima potenza, una grinta se possibile anche superiore ed una fantastica voglia di ridere insieme e di non prendersi mai troppo sul serio. Nonostante la loro fama e le tematiche affrontate, infatti, sono ben lontani dallo stereotipo di band che se la tira… ho visto milioni di band sconosciutissime comportarsi in modo assolutamente diverso, e questo fa onore ai Punkreas doppiamente.
Una efficacissima rappresentazione di quanto appena detto la riscontriamo proprio nella scaletta dei pezzi suonati, che unendo la presentazione del nuovo album ai vecchi successi hanno reso entusiasti e “gasatissimi” tutti coloro (tantissimi!!) che erano lì sotto al palco con voglia di ridere, emozionarsi, arrabbiarsi, fare casino… in una parola: godersela tutta!
La maggiore denuncia sociale, di cui il nuovo album Noblesse Oblige poco ma sicuro non è da meno dei precedenti,  è stata forse nei primi pezzi, quali in particolare Mozzarella blu, Polenta e Kebab e la storica ed intramontabile Voglio armarmi: una tripletta di tutto rispetto e che pullula di riferimenti assolutamente “non” velati.
Nel mezzo troviamo un’altra “finezza” comunicativa quale è Bastardi, altro pezzo geniale. Ogni riferimento ad eventi noti alle cronache è puramente casuale, sì sì.. a noi di Relics piace la gente pensante e che in più non ha paura di metterci la faccia su quello che pensa!

Nel frattempo il delirio della folla, ben più corposa delle aspettative di molti, continua ad aumentare. Si suda, si balla, si canta a squarciagola, ma soprattutto si poga fortissimamente, e l’appenna accennato incitamento del cantante ad alzare le mani e darci dentro, appare veramente superfluo, constatando che la folla non aspetta altro!

Su pezzi quali la nuova Sesso a pagamento (un pezzo bomba!) e le straconosciute ma sempre molto attese Aca toro, Sosta ed Occhi puntati si arriva quasi al punto di non ritorno del divertimento puro e del calore bellissimo del pubblico, questa sera a dir poco favoloso che ha dato il tocco finale di emozione a dei brani cosi… che persino con il mal d testa domenicale del “day-after”fanno venire cosi voglia d ballare ancora.
Il finale è altrettanto entusiasmante poiché riserva una sorpresina che ha fatto morire dalle risate tutti quanti: infatti l’ultimo pezzo è  Canapa, che chiunque la conosca concorderà che come finale “ci sta tutto”; sin dalle prime note mentre tutti già pogano come matti cosa compare così d’emblée sul palco? Nientedimeno che una pianta di cannabis con gambe e braccia che si dimena anch’essa al ritmo trascinante del pezzo… beh, non si può dire che a questi ragazzi manchino ironia ed inventiva.

Last but not least, una nota d’obbligo da aggiungere è che fare un punk di qualità in italiano è un’impresa in cui veramente pochi sono riusciti, quindi un’ulteriore nota di merito per i Punkreas che non solo ci riescono benissimo, ma lo fanno senza mai sbagliare un colpo da tantissimi anni, dal lontano  United Rumor of Punkreasdel 1992, preceduto dal demo Isterico del (udite udite!) 1990, e continuano a proporre al pubblico pezzi che contengono tutti gli elementi del punk, senza nulla da invidiare nemmeno ai Clash ed ai Sex Pistols (Esagerata! N.d.R.).

Continuate così !!!Grazie a tutto lo staff del Blackout Rock Club per aver ospitato l’evento, per un’organizzazione riuscitissima, una cordialità quasi senza pari ed una location eccellente, da tutti i punti di vista: palco, luci, acustica, e chi più ne ha più ne metta.. Grazie grazie grazie di questa grandiosa serata !!!
Setlist:
La fine del mondo
Astronauta
Mozzarella blu
Voglio armarmi
Bastardi
Polenta e kebab
Giuda
Vulcani
Orologio
Sesso a pagamento
Elettrosmog
Polizia
Sotto esame
Cuore nero
Il segreto di Pulcinella
Aca toro
Occhi puntati
Ma che bel mondo è
Sosta
Ali di pietra
Disgusto totale
Tutti in pista
Il vicino
Canapa


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