ED – One hand clapping (Audioglobe, 2012) di Stefano Capolongo

Attivo già da qualche anno nell'ambiente indipendente il progetto ED, formazione Modenese, ha da qualche mese dato alle stampe il suo primo album ufficiale. Una gavetta che inizia nel 2006, fatta prima di demo, poi di EP (che peraltro hanno goduto di buona critica) arrivata a un punto importante lo scorso novembre con questo One hand clapping (or the LP with one sound). Volendo entrare in contatto con questo album a livello sensoriale, la prima cosa che viene colpita è la vista: un bellissimo artwork a fumetto in copertina con quattro volti che presentano espressioni progressivamente più tristi. Non…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

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Attivo già da qualche anno nell’ambiente indipendente il progetto ED, formazione Modenese, ha da qualche mese dato alle stampe il suo primo album ufficiale.
Una gavetta che inizia nel 2006, fatta prima di demo, poi di EP (che peraltro hanno goduto di buona critica) arrivata a un punto importante lo scorso novembre con questo One hand clapping (or the LP with one sound). Volendo entrare in contatto con questo album a livello sensoriale, la prima cosa che viene colpita è la vista: un bellissimo artwork a fumetto in copertina con quattro volti che presentano espressioni progressivamente più tristi. Non appena si attiva l’udito schiacciando play sul lettore si capisce che questi quattro differenti stati d’animo ci faranno compagnia durante questo viaggio fatto di dodici tracce in lingua inglese. I testi, come anche il titolo dell’album, sono infatti ispirati a J.D.Salinger perciò tematiche come l’incomunicabilità, l’angoscia adolescenziale, la difficoltà nella comprensione tra gli esseri umani e finanche la morte sono il fil rouge che lega insieme i brani. Per leggere in modo adeguato l’aspetto compositivo del lavoro tireremo in ballo il senso dell’olfatto: l’odore è quello delle strade degli USA e del suo indie-rock colto e ruvido degli anni ’80 e’90 (Pixies, Dinosaur Jr., Pavement, Elliott Smith, Yo la tengo) presente in Banana song e Changes and stuff, sapientemente miscelato con lo stesso genere sviluppatosi parallelamente in UK (Smiths, Primal Scream) riscontrabile in #8 o See more glass. Il cocktail che ne fuoriesce ci fa gustare una salsa più intima e un’attitudine più spiccatamente lo-fi fautore di un complessivo sentimento fluttuante tra la voglia di raccontare il passato con continui riferimenti chitarristici e l’idea dire qualcosa di nuovo.
Questo “One hand clapping” risulta un disco inaspettatamente maturo sia dal punto di vista contenutistico che compositivo che sebbene paghi in parte la profonda coerenza interna non regalando particolari momenti da ricordare resta godibile ed apprezzabile da tutti i palati.
Un’ottima premessa, da applaudire non con una ma con due mani, per un romanzo ancora tutto da scrivere.
Ed è Marco Rossi (voce, chitarra, basso, batteria, tastiere), Paolo Rossi (basso, tastiere, chitarra, cori), Ivan Borsari (batteria, tastiere, cori).
Tracklist:
1. So called shoulders
2. #8
3. Missing the point
4. Message received
5. Sybill and Muriell
6. See more glass
7. Banana song
8. Don’t shake you
9. It wouldn’t be the same
10. Changes and stuff
11. Your simphony
12. Down the shades


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