Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Ovviamente non ci si aspetta di trovarla nella setlist di qualche concerto ma la temporanea rottura dell’anima soul riesce a far emergere chiaramente le influenze da disco-music che tanto piacciono a Gore e Fletcher, i due Dj del gruppo.Con Slow si ritorna ad una linea più morbida: tutto è concentrato intorno alla voce caldissima di Gahan e al riff di Gore, vero e proprio blues pronto a strappare vivissime emozioni.Broken arriva direttamente dai primi DM: chiudete gli occhi e verrete catapultati indietro nel tempo, quando Some Great Reward e Black Celebration mostravano il lato più ambiguo. C’è molto di canzoni come Blasphemous Rumours e Little 15, storie velate da una tristezza arcaica ma tinte di una speranza che emerge nota dopo nota.L’incursione canora di Martin Gore ritorna con The child inside, composizione che racconta il passaggio, durissimo, dall’adolescenza alla maturità: è l’aspetto più duro di questo processo, quando la profondità dell’anima prende il posto dell’incoscienza e Gore lo descrive con la delicatezza della sua voce, intermezzo classico di tutti gli album dei DM.
L’incessante synth di Soft Touch/Raw Nerve richiama i suoni dell’album precedente: la presenza di Ben Hillier alla produzione non può che rappresentare un filo conduttore tra le due creazioni, una joint venture destinata a durare anche nel prossimo futuro. Discorso simile anche per Should Be Higer anche se qui ci troviamo di fronte ad uno dei cavalli di battaglia dei prossimi concerti: la voce di Gahan, modellata da un esercizio costante negli ultimi anni, raggiunge ottimi livelli anche nelle parti cantate in falsetto. Nell’anteprima al David Letterman Showil gruppo ha mostrato quanto la canzone sia riuscita nell’arrangiamento live, trovando grandissimo apprezzamento nel pubblico presente e in quello della rete.Alone è un drum-beat che regala momenti di tranquillità prima di immergersi nella violatoresca (almeno nel ritmo di fondo) Soothe My Soul, secondo singolo estratto dall’album: c’è molto materiale per riempire la scaletta dei concerti, quel “one way” ripetuto che, c’è da giurarci, sarà centrale nell’interazione del gruppo con il proprio pubblico.Goodbye, il saluto educato in stile Johnny Cash, chiude l’album: registrato quasi in presa diretta, desta curiosità capire in che modo verrà concepito per una eventuale presentazione live.
Tracklist:
Welcome to my world
Angel
Heaven
Secret to the end
My little universe
Slow
Broken
The child inside
Soft touch/raw nerve
Should be higher
Alone
Soothe my soul
Goodbye