Solifuge – Through the loathin of a sick mind (Revalve Records, 2012) di Flavio Centofante

“Wake Up Your Soul From Nightmares”, canta Mad Curtis dei Solifuge alla fine di questo disco. Una frase che riepiloga un pò l’approccio del gruppo alla musica: creare un sound grintoso ed energico, che possa essere un buon incantesimo per scrollarsi di dossa la stasi, la negativitĂ , la paura, oltre che per sondare il mondo che ci circonda. Questo è disco di rock, punk e metal, un ottimo frullato di musica che il gruppo capitolino sembra riuscire a controllare molto bene, generando un sound personale e piacevole, a tratti poderoso. In attivitĂ  giĂ  alla fine degli anni novanta con…

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“Wake Up Your Soul From Nightmares”, canta Mad Curtis dei Solifuge alla fine di questo disco. Una frase che riepiloga un pò l’approccio del gruppo alla musica: creare un sound grintoso ed energico, che possa essere un buon incantesimo per scrollarsi di dossa la stasi, la negatività, la paura, oltre che per sondare il mondo che ci circonda. Questo è disco di rock, punk e metal, un ottimo frullato di musica che il gruppo capitolino sembra riuscire a controllare molto bene, generando un sound personale e piacevole, a tratti poderoso. In attività già alla fine degli anni novanta con un’altra formazione, nel 2010 pubblicano questo primo full lenght dal titolo “Through the loathin of a sick mind”, e si fanno notare positivamente dagli addetti ai lavori. Innanzitutto la voce: Mad Curtis (bel nome no?) ha grinta da vendere, dalle sue corde vocali solo suoni contagiosi  e diretti: una voce molto versatile, che per questo aggiunge molte sfumature al disco. Carlo Campus, leader storico del gruppo e mente organizzatrice, alla chitarra è preciso e robusto: i riff taglienti del disco sono opera sua. La sezione ritmica poi è potente e mai banale: Luk al basso e Gianluca alla batteria, che disegnano perfettamente le trame di base di ogni brano. A parte un paio di buoni pezzi lenti, il disco sprigiona movimento, rumore, energia: “Faster, Fater until death”, “Bounce”, Wake up your soul from nightmares”: questi sono grandi pezzi, che trascinano le orecchie dell’ascoltatore nel gorgo del rock pesante. Il “Let’s go!” urlato all’inizio di “Bounce” è una dedica e un manifesto del tipo di musica che amano i Solifuge, e del tipo di musica che hanno intenzione di suonare.

Le liriche inoltre sono preziose: sondano il rapporto fra uomo e realtà che lo circonda, accennano alla follia della mente, alla dualità sano/malato: l’approccio emotivo è alto, e ogni brano è molto sentito. In questo disco quindi fanno capolino sia l’aggressività che la riflessione, due facce della stessa medaglia. Ovviamente in questa analisi bisogna essere anche obiettivi: non parliamo di un lavoro perfetto in tutto e per tutto, perché alcuni brani fiaccano un poco l’ottimo livello generale; ma queste sfumature grezze danno un’aura più sentita al disco. Dunque globalmente un lavoro omogeneo e piacevolmente fresco, interessante e mai banale, e fortemente energetico. Forse fra un paio d’anni raggiungeranno la vetta, come perfezione di scrittura musicale e visibilità. Per il momento sono sulla buona strada. Anche il nostro stereo.

 

I Solifuge sono: 

 

Mad Curtis (Voce)
Carlo “Black King” Campus (Chitarra)
Luk (basso)
Ganluca (batteria)

 

Tracklist:

01. Dead Star
02. Acid Smoke
03. Bounce
04. Faster, Faster Until Death
05. Inside
06. Kill Your Idol
07. Run Through The Rain
08. S.M.U.T.
09. Thorns In Your Lies
10 Wake Up Your Soul From Nightmares

 



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