Psychic Ills live @ INIT Club (testo e foto di Stefano D’Offizi)

Ancora una volta la psichedelia è di casa all’INIT Club di Roma, suoni spaziali in un rock introspettivo pregno di atmosfere che rasentano il viaggio onirico. I newyorkesi Psychic Ills presentano il loro ultimo disco intitolato One Track Mind (Sacred Bones Records, 2013), quarto lavoro in studio per la band martoriata dagli avvicendamenti di formazione. Dopo Hazed Dream (sempre Sacred Bones Records, 2011) il gruppo ha sentito il bisogno di virare in altre direzioni, spostando il tiro su un sound più digeribile e meno lisergico, uscendo da un letargo creativo che probabilmente è costato l’interesse di un pubblico leggermente distaccato. Ad aprire le danze, i romani Ape Skull, band decisamente più movimentata che abbraccia sonorità “settantiane” dalle larghe vedute, massiccia influenza di alcuni mostri sacri del rock tra cui spiccano soluzioni chitarristiche (Fulvio Cartacci) “Sabbathiane” che ho personalmente adorato. Personalità e ritmo, nonostante l’assenza di un vero frontman di spicco che possa attirare tutta l’attenzione su una scena leggermente statica, ma non si tratta affatto di una nota negativa! Giuliano Padroni (voce e batteria) appare come il fulcro centrale di questo splendido trio, fantasiosi feel rifiniti ed una voce che si sposa molto bene col genere

Graffianti riff di ruvida chitarra si legano perfettamente al basso di Pierpaolo Pastorelli, un collante naturale morbido e sinuoso che ricorda i primissimi Iron Maiden (quelli di Paul Di Anno per intenderci) in alcuni passaggi, ma che non perde l’occasione di dimostrare le proprie energie (I Got no Time). Che dire, un revival d’autore più che apprezzabile, originale nonostante il genere più che sfruttato, il brano che potrebbe riassumere al meglio il loro sound è sicuramente So Deep, tratto dal loro disco in uscita proprio nei prossimi giorni. Inutile dire che Relics attende impaziente!
Cambio palco, giusto il tempo di guardarmi intorno per capire che l’INIT Club è praticamente zeppo, non si tratta di un vero e proprio sold out, ma passare da una parte all’altra della sala è già un bel problema. Dunque è la volta di Tres Warren (voce e chitarra) e l’affascinante Elizabeth Hart (basso), e proprio quando quest’ultima si affaccia sul palco, un boato ad acclamarla. Il tour degli Psychic Ills ha toccato le maggiori città Statunitensi per tutto febbraio, giungendo in Europa solo qualche settimana fa, proseguendo oltre per un mese (stando al loro programma) con l‘impegnativa media di uno show al giorno.  

Chriss Millstein (batteria), Scott Ryan Davis (chitarra) ed il quasi omonimo Scott Davis (tastiere) completano la band in un’alchimia compatta e scorrevole, dimostrando affiatamento sul palco come in studio. Le atmosfere psichedeliche rapiscono un pubblico incline all’incastro mentale, territorio fertile per brani come Western Metaphor e See You There, entrambe dall’ultimo disco. Lo show prosegue in interminabili galoppate psichedeliche dalle venature vagamente blues, circa due ore di concerto ed un pubblico più che soddisfatto. Che aggiungere? Un’ottima performance live anche se piuttosto ripetitiva per i miei gusti, ed ancora una volta, la “sindrome del gruppospalla” sembra aver avuto la meglio sui miei pareri.
 

Un ringraziamento speciale allo staff dell’INIT Club per averci ospitato durante questo evento


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Relics Controsuoni

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