Boards of Canada – Tomorrow’s Harvest (Warp, 2013) di Simone Vinci

Ho conosciuto i Boards of Canada, nel 2005, era un periodo strano. Mi capitò di vederne un video, fantastico, sul purtroppo defunto canale FLUX e non sapevo minimamente chi fossero. Tuttavia era già chiaro essere un nuovo gruppo cervellotico canadese, con un sacco di cose da dire. Nel 2008 rispolverai quel video e di conseguenza scoprii che sono scozzesi, che sono due fratelli, Michael e Marcus Eoin Sandison, che hanno iniziato a fare musica nel 1986, che prendono il nome da una società canadese che produce video educativi e mi pentii amaramente di non aver approfondito prima la loro conoscenza. Ascoltai The Campfire Headphase per settimane ed iniziai ad aspettare spasmodicamente che ci fosse un seguito. oltre all’ EP Trans Canada Highway, ma niente. Ogni tanto arriva qualche rumors infondato su un disco con un nome a caso, ma nulla di concreto.

Il 20 aprile, Record Store Day 2013, in 6 negozi sparsi tra Stati Uniti ed Inghilterra, vengono distribuite altrettante copie di “—— / —— / —— / XXXXXX / —— / —— “, quello che sembra il nuovo lavoro dei Boards of Canada, ma il disco contiene solo un assaggio di musica e la registrazione di una Number Station che trasmette un messaggio di 6 cifre. Pochi giorni dopo su alcune radio inglesi ed americane, viene trasmesso negli spazi pubblicitari, sempre col metodo Number Station, altre sei cifre, cui seguono anche incursioni sotto mentite spoglie su siti internet e webzine musicali in cui sono stati inseriti altri codici a 6 cifre. Andando sul sito della band, in quei giorni, si veniva reindirizzati su un sito che richiedeva una password. Inserendo i tre codici nella combinazione esatta, si accedeva ad un video che annunciava l’uscita di Tomorrow’s Harvest. Il 10 giugno, il nuovo lavoro è sugli scaffali di tutta Europa.
Tomorrow’s Harvest si presenta subito come qualcosa di intelligente, qualcosa che va capito. L’incipit, Gemini, ricorda da vicino le atmosfere che Johann Johannson ha saputo ricreare nel capolavoro IBM 1401, A User’s Manual. Non fraintendete, non sto assolutamente minando l’originalità dell’opera del gruppo scozzese, ma le emozioni evocate sono simili. Tomorrow’s Harvest non è un disco da sottofondo, non è qualcosa di immediato, non è un disco che può essere messo sbadatamente in macchina, bisogna davvero mettersi alle orecchie cuffie di fattura cristallina, ritagliarsi sessantadue minuti per se e sgomberare la mente. Paradossalmente, potrebbe risultare quasi terapeutico contro la frenesia. Reach for the dead è il primo apice del disco, da qui in poi la mente inizierà a pensare in automatico ed onde evitare l’isolamento indotto, ci sono pezzi come Cold Earth a dare uno schiaffo all’alienazione.  I suoni dei Boards of Canada sono le immagini che vede un uomo dentro un manicomio in cella di isolamento che fissa il vuoto sulla parete bianca e imbottita.
Riescono a sviluppare un fascino quasi perverso fatto di circoli viziosi eleganti e angoli ai limiti del kitsch. Riescono ad annoiarti, senza, però darti la possibilità di togliere il disco, riescono ad essere innovativi nel loro mondo, senza aggiungere un suono nuovo al loro repertorio. Riescono a dare una nuova vita a quei video educativi di cattivo gusto, e a tratti ridicoli, che venivano proposti negli anni 60 ai ragazzini della Middle School, facendoli diventare oggetti di arte retrò.

Questo è il nuovo album dei Boards of Canada: non innovativo, ma qualcosa di nuovo.

Tracklist

  1. Gemini
  2. Reach For The Dead
  3. White Cyclosa
  4. Jacquard Causeway
  5. Telepath
  6. Cold Earth
  7. Transmisiones Ferox
  8. Sick Times
  9. Collapse
  10. Palace Posy
  11. Split Your Infinities
  12. Uritual
  13. Nothing Is Real
  14. Sundown
  15. New Seeds
  16. Come To Dust
  17. Semena Mertvykh


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Simone Vinci

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