Un 4 Luglio scoppiettante a Roma, dove va in scena il concerto di uno dei personaggi di spicco della storia del rock, Iggy Pop, accompagnato dalla band che segnò il suo esordio sulla scena musicale, The Stooges. È impossibile rimanere indifferenti davanti a questa leggenda che ha calcato i palchi di tutto il mondo e segnato intere generazioni, divenendo guida e faro per tantissimi musicisti più o meno famosi. Grande amico e coetaneo di David Bowie arriva nel 2013 non proprio giovanissimo, sono infatti 67 le sue primavere, ma quando mette piede sul palco fa paura. Anche gli Stooges (3 sono i superstiti della formazione originaria) sembrano 4 pensionati che potremmo incontrare in fila alla posta, ma si rivelano dei rulli compressori nel suonare gli strumenti, con una carica ed un’accuratezza rara da trovare in giro. Iggy, neanche a dirlo, è scatenato, balla si contorce e corre su e giù per il palco, facendoci seriamente chiedere dove si trovi l’elisir di lunga vita che ha ingurgitato. Il concerto ripercorre soprattutto la carriera degli Stooges alternando pezzi classici a quelli del nuovo, discutibile, lavoro Ready to Die (2013). Circa un’ora e venti di concerto intensa e scatenata, dovuta principalmente alla presenza scenica dell’Iguana del rock, che catalizza su di sè tutti gli sguardi e le urla del pubblico, non numerosissimo ma estremamente caldo. Epico il momento, ricorrente in tutti gli show, in cui Iggy, al grido di “Come and dance with the fuckin’ Stooges” invita un paio di ragazzi del pubblico a ballare con lui sul palco sulle note di Fun House, scortato dal fido roadie-addetto al cavo del microfono che fa da schermo ai fan più agitati, che comunque hanno vissuto un’esperienza indimenticabile. Il tempo passa veloce e ascoltiamo pezzi epici come Search and Destroy, I Wanna be Your Dog e The Passenger, che arrivano, come nella Roulette russa, quando meno te lo aspetti. Il pubblico è gasato e felice, Iggy li ripaga offrendo una prestazione magistrale e posticipando per ben 2 volte l’uscita dal palco, indicando chiaramente alla band “One more, one more” un invito a non fermare il concerto dove avevano stabilito inizialmente. Con Your Pretty Face is Going to Hell, una sequela di Fuck che nemmeno Al Pacino in Scarface, il lancio del microfono per terra e un balletto semi-nudo di circa 2 minuti, termina lo show, coinvolgente di Iggy & The Stooges, dimostrandoci chiaramente che il Rock’n Roll non morirà mai.