Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Elitario
Quest’oggi recensiamo il secondo lavoro della progressive band italiana Submarine Silence. A distanza di ben 12 anni dal loro disco d’esordio, il sestetto nostrano pubblica There’s Something Very Strange In Her Little Room.
I Submarine Silence sono formati da 6 “musicisti di razza”, alcuni dei quali fanno parte della scena prog da circa due decadi come Gigi Cocchi (Moongarden, Mangala Vallis) alla batteria e Cristiano Roversi (Moongarden, Mangala Vallis) al piano, tastiere e produzione. David Cremoni (Moongarden) alla chitarre elettrica ed acustica, Matteo Bertolini (Catafalchi Del Cyber) al basso; Mirko Ravenoldi (Catafalchi del Cyber) alla voce e alla chitarra elettrica e Ricky Tonco (ex Moongarden) alla voce.
L’album è composto da 17 tracce, compresi numerosi interludi ed intervalli musicali. L’ascolto del disco, proprio a causa dei suddetti interludi (ben 9) non risulta fluido; sonorità alla Genesis e Marillion la fanno da padrone. Tastiere a volte oscure e costantemente psichedeliche, caratterizzano soprattutto la parte finale dell’album; meno tirata e più manieristica ai limiti di un freddo esercizio di stile.
Dal punto di vista concettuale, l’album ruota attorno all’enigmatica figura di Rebecca.
Sicuramente più orecchiabile e la traccia numero quattro del disco Childs At Play; brano interamente strumentale, in cui le chitarre la fanno da padrone (almeno all’inizio) assieme al synth. Insieme, evocano volutamente atmosfere giocose e gioiose.
La traccia numero sette, The Game; solito sottofondo di piano, ritmi più veloci, cantato (rigorosamente in inglese) che a metà traccia si fa più sintetico e distorto. Cori e atmosfere tipiche del genere.
La numero nove Back in her room, è un po’ più tirata. Bei riff di chitarra, la batteria si fa sentire, peccato l’uso smodato dei synth ed il lungo “intermezzo” del pianto di un bambino.
La traccia numero 10 Rebecca’s Tears, è dominata da piano e chitarra.
Il pezzo che più colpisce dell’album (per complessità stilistica e durata) cade al numero diciassette, Lion of Simmetry; la traccia parte lentamente con chitarra acustica e voce e dura 11 minuti. Man mano si evolve con un cantato particolarmente sentito, duetto, assoli di chitarre elettriche, suoni sintetici e batteria in un crescendo di sonorità al limite tra l’onirico ed il romantico in cui i Submarine Sylence fanno sfoggio delle loro competenze tecnico-musicali. Una volta raggiunto l’apice, le atmosfere evocate attraverso il complesso intreccio sonoro, sfumano dolcemente.
In sintesi, se se siete appassionati del genere, questo è il disco che fa per voi. Per chi come me non è particolarmente addentrato nel genere, questo disco può risultare ostico o come già detto, un lezioso esercizio di stile. Tuttavia, fin dal primo ascolto dell’album, traspare la passione e la competenza musicale che è stata messa nella realizzazione di quest’opera “certosina”.
Track list:
01 Prologue
02 Rebecca’s Theme
03 About Rebecca
04 Childs At Play
05 Evening Comes
06 Mr. B.
07 The Game
08 Passing strange
09 Back in her Room
10 Rebecca’s Tears
11 Sleepfall
12 A Strange Awakening
13 The Final Wish
14 Epilogue
15 Conversazioni Notturne Al Vittoriale
16 Portrait Of Rebecca
17 Lions Of Simmetry