Bicchiere mezzo pieno – Il contrario di Lol (Autoprod., 2013) di Stefano Capolongo

Qual'è la prima immagine che salta alla mente quando si parla di "bicchiere mezzo pieno"? Sicuramente ottimismo, gioia di vivere e leggerezza: su questo non ci piove. Quando però Bicchiere mezzo pieno è il nome di una dissacrante band romana, le nostre convinzioni cominciano a prendere un'altra strada. La vita, almeno per chi scrive, non è di certo così bella e lucente come ritengono i più ciechi ottimisti, anzi, essa è proprio Il contrario di Lol cioè tutt'altro che grasse risate. La band capitanata da David Colangeli arriva al primo lavoro discografico carica di contenuti da esprimere, soprattutto testuali. Il BMP, seppure…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Per aspera ad astra

Voto Utenti : 3.6 ( 2 voti)

Qual’è la prima immagine che salta alla mente quando si parla di “bicchiere mezzo pieno”? Sicuramente ottimismo, gioia di vivere e leggerezza: su questo non ci piove. Quando però Bicchiere mezzo pieno è il nome di una dissacrante band romana, le nostre convinzioni cominciano a prendere un’altra strada. La vita, almeno per chi scrive, non è di certo così bella e lucente come ritengono i più ciechi ottimisti, anzi, essa è proprio Il contrario di Lol cioè tutt’altro che grasse risate. La band capitanata da David Colangeli arriva al primo lavoro discografico carica di contenuti da esprimere, soprattutto testuali. Il BMP, seppure offrendo (almeno in apparenza), un lato musicalmente divertente, racchiude nei propri brani inquietudini, critiche e una forte riflessione sui problemi dei nostri giorni. A partire dalla coinvolgente e futuribile Space metropolizLa canzone di Storta notiamo subito una grande abilità, seppure ancora in nuce, di giocare con le parole e con i loro significati; qui in pieno rock and roll ci raccontano un’inquietante storia di-storta, dando anche un saggio delle abilità compositive dell’intera band. Il momento più interessante lo si scopre ne La pillola della presa a bene, profonda e frizzante critica alla vuotezza di certa gioventù contemporanea: qui, fortemente ispirati (senza mia sfociare nell’imitazione) a gruppi come EELST, ci raccontano dal punto di vista di un osservatore esterno l’inadeguatezza di molti di fronte alla superficialità. Il segreto per ovviare a questo problema? Una pillola con cui appianarsi al livello del popolo non pensante. La stessa superficialità poc’anzi menzionata rivive in ambito musicale in Non chiedermi ti prego, dichiarazione d’amore verso l’espressività più naturale e sincera: “Non chiedermi ti prego, tu che genere fai?”. Questa forte voglia di staccarsi da preconcetti ed etichette di ogni genere, viene già da principio dichiarata in copertina, dove la band definisce il proprio genere con “Pop folk cantautorial d’avanspettacolo”.
Il raccoglimento folk, quasi ai limiti dell’unplugged, di Estate finita svela il lato più intimo dei BMP e fornisce un’ulteriore prova del potenziale di questi ragazzi. Malinconia viscerale (“L’estate finisce in continuazione”) che ci parla delle mille occasioni perse e ricorda vividamente il bellissimo refrain dei Porcupine Tree in Trains (“Always the summers, are slipping away”).
Il “Che ce voi fà?” finale, rimarca tuttavia la volontà di non prendersi troppo sul serio e ci conduce per mano alla traccia di BMPchiusura Cabaret. Questo brano è l’ennesima occasione per i BMP di poter utilizzare ancora una volta la negazione come punto di cesura tra un concetto e un altro: (“Questo NON è cabaret”). Questo gioco di apparenze che in realtà racchiudono tutt’altro è il punto cardine della poetica del quintetto romano che desidera mostrare che, come nel bene esiste il male, anche in un’esibizione  apparentemente frivola può esserci un ricco, profondo e filosofico background: Il contrario di Lol è il primo passo verso questa presa di coscienza.
Per un genere così particolare e senza contorni definiti il mercato musicale rappresenta un vero e proprio percorso ad ostacoli, tuttavia siamo certi che con un profondo lavoro di cesello su testi e linee melodiche, questi ragazzi possano aspirare a scalare montagne molto impegnative. Buona la prima.


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Stefano Capolongo

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