MGMT – MGMT (Columbia, 2013) di Mario Cutolo

MGMT_Cover_ArtIl percorso musicale degli MGMT e’ uno di quelli che vede gli artisti andare contro le aspettative di fans e critici che vogliono inchiodarli ad un ruolo di comodo. L’incredibile successo di “Oracular Spectacular” del 2007 con singoli quali Kids ed Electric Feel sono stati sicuramente una introduzione di tutto rispetto, ma gia’ dal’album successivo “Congratulations” (2010) Benjamin Goldwasser ed Andrew VanWyngarden avevano chiarito la loro intenzione di non fare musica per nessuno altro se non per se stessi, seguendo la loro ispirazione. Nonostante cio’, MGMT, il loro terzo omonimo album, viene da piu’ parti visto come una sterile dichiarazione di indipendenza artistica e niente e’ piu’ lontano dal vero.

MGMT e’ un disco ricchissimo di riferimenti culturali musicali altissimi, che aggiorna il canone del rock psichedelico e lo proietta nel nuovo millennio con assoluta forza ed originalità. Il fatto che non ci siano dei singoli immediati non e’ un problema del gruppo, bensì un problema del panorama musicale incapace di avere anche un solo pensiero originale. Alien Days o Cool Song No. 2 ed anche Your Life is a Lie non sfigurerebbero in nessun programma radiofonico se fossimo alla fine degli anni ’60 o all’inizio dei ’70.

Infatti quello che si sente in MGMT, sono le ossessioni extraterrestri di Bowie (Alien Days), mischiate con la parte piu’ sperimentale dei Beatles (pensate a “Tomorrow Never Knows” al quale sembra ispirarsi Mystery Disease), dalla follia narrativa di Syd Barrett e quella musicale dei Pink Floyd di Ummagumma (I Love You Too, Death), fino agli arrangiamenti intricati e “stupefacenti” di Brian Wilson in pieno trip (Plenty of Girls in the Sea), per non parlare di Your Life is a Lie che sembra, almeno nel suo contenuto lirico, un aggiornamento di “Once in a Lifetime” dei Talking Heads.

Ceramente quello che risulta evidente e’ che piu’ il gruppo si allontana dalla formula di successo del loro esordio, piu’ diventa impegnativo l’ascolto, perche’ ovviamente il disco e’ concepito come un entita’ completa piuttosto che una serie di canzoni singole. Oltretutto, il fatto che siano tornati insieme al produttore di “Oracular Spectacular” Dave Fridman (che ha nel suo curriculum produzioni con i Flaming Lips e i Tame Impala) dimostra come gli MGMT siano sicuri della direzione da seguire tanto da permettersi di impiegare lo stesso produttore per un progetto completamente diverso.

Insomma, come hanno fatto tanti prima di loro, gli MGMT a questo punto dovrebbero essere riusciti nella ardua impresa di essersi tolti dalle spalle il peso di essere il gruppo di “Kids” ed aver chiaramente indicato che quello che verra’ non sara’ certo dettato da calcoli ma solo da quello che sara’ in grado di catturare e stimolare la loro immaginazione, e per questo vanno accolti con un fragoroso applauso.

Tracklist:
1. Alien days
2. Cool song n.2
3. Mistery disease
4. Introspection (Faine Jade cover)
5. Your life is a lie
6. A good sadness
7. Astro-mancy
8. I love you too, death
9. Plenty of girls in the sea
10. An orphan of fortune


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Stefano Capolongo

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