Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Sequel
I Valium dopo due anni dal loro disco d’esordio intitolato La maledizione sta per arrivare, escono con il loro secondo disco: Revolution.
Band salernitana New Beat (Britpop), o come amano definirsi loro: rock/ power, pop; i Valium si caratterizzano per una intensa attività live e vantano svariati “opening act”, tra cui spiccano quelli per: Tre Allegri Ragazzi Morti, Marta sui Tubi e The Hormonauts.
Il sound è ispirato alle rock band anni ’60 d’oltremanica, con un’attitudine tipicamente “english beat” e “vintage”; mischiata al garage-punk americano. Altra caratteristica del gruppo, sono i testi scritti rigorosamente in italiano, nonostante le radici musicali anglofone.
Veniamo a Revolution:
La prima ed omonima traccia, Rivoluzione, è un pezzo abbastanza ben riuscito, mix di vari generi cari ai Valium; si sente odore anche di Gospel. Il testo in realtà di rivoluzionario ha ben poco: “Odio le vecchie tradizioni, odio le chiese e non posso arrendermi…”direi che non si tratta proprio di avanguardia concettuale. La seconda traccia intitolata Razor (potremmo definirla omen/nomen), è essenziale, semplice e tagliente; pochi fronzoli e minimale. Sia dal punto di vista musicale che del testo e del cantato. La quinta traccia, Vivi Detestandoti è la più riuscita dell’album; attacca subito un bel riff grezzo di chitarra, batteria e voce al limite del gracchiante, che tuttavia non stona affatto col sound né col testo che semplice e diretto (anche troppo), lascia poco spazio all’incomprensione. Rock n’ roll’ a go-go, ritmo coinvolgente e coretti sparsi quà e là per questa traccia. La sesta traccia Cuore di Rubik, è qualcosa di più personale musicalmente parlando; una ballata con organo di fondo e la e vivacizza, così come il finale, con assolo e sonagli. Tracce come la numero tre Io sono un punk e la numero sette 15 anni, potevano benissimo non essere incluse nell’album. A queste si può aggiungere la numero dieci Vietnam, che di rivoluzionario non ha niente, né dal punto di vista musicale, nè tanto meno concettuale. La traccia numero nove, Tu fai i conti col diavolo è coinvolgente e ritmata; organo, chitarre e batteria. Particolarmente incisivo il ritornello “Tu fai i conti col diavolo” che rimane in testa e l’accompagnamento musicale è molto gradevole. Il testo non entusiasma, viceversa il cantato si lega bene alla musica in questo brano. I Valium sembrano vedere il presente ed il futuro con gli occhi del passato; reinterpretano un genere ormai eviscerato, senza aggiungervi veramente qualcosa di rivoluzionario. Il loro sound tuttavia, sporco ed a tratti essenziale e diretto, è coinvolgente e dal vivo andrebbero sicuramente visti.
Title track:
1. Rivoluzione
2. Razor
3. Io sono un punk
4. L’Uomo che Avvolge i Sogni
5. Vivi Detestandoti
6. Cuore di Rubik
7. 15 Anni
8. L’Equilibrista
9. Tu fai i conti col Diavolo
10. Vietnam
11. Giochi Perfetti
12. Syd+Lou Barrett