Un’intensa intervista ad un musicista che non potete non conoscere! Vi presento Marco Di Maggio: leggete e capirete perchè.. – a cura di Laura Dainelli

MARCO con la Gretsch Synchromatic Double neckVoglio iniziare con qualche cenno biografico, rapido ma significativo, perchè questo musicista italiano ma noto in tutto il mondo, davvero lo merita. Anche perchè sentite che storia !!
Esponente di punta della scena R’n’R internazionale, Marco Di Maggio è l’unico
artista italiano insignito del prestigioso riconoscimento di “Membro Onorario della Rockabilly Hall of Fame negli Usa” e anche l’unico ad essersi esibito al Teatro del Grand Ole Opry di Nashville.
E non si tratta solo di un chitarrista Rockabilly ma, alla stregua di chitarristi quali Danny Gatton, Albert Lee, Brian Setzer, Junior Brown, Marco di Maggio riesce a mixare tutti gli stili attinenti al Rock’n’Roll ed al Country/Jazz.
Anche il nuovo lavoro ne è un mirabile esempio. Presenta infatti oggi il suo nuovo album, l’11°, dal titolo  “The Sensational Guitar Sound of MARCO DI MAGGIO – Vol. 1” . Si tratta di un doppio CD con 20 pezzi per 60 minuti di musica (75% strumentale), spazia, infatti, tra tutti i generi a lui congeniali:rockabilly, R’n’R, Surf, Country, Western Swing, Fingerpicking, Jazz.
Uscito il 28 novembre 2013 con Etichetta Thunderball Rec./Cd Baby – Italy/Usa, il doppio Cd contiene le Linear Notes di Dave Roe (bassista di Johnny Cash, Chet Atkins, Dwyght Yoakam, etc.) , al quale lascio la meritocratica opera di concludere in bellezza la presentazione di Marco Di Maggio, anche se molto altro ci sarebbe da dire. Comunque queste sono le parole che Dave Roe gli ha dedicato con slancio e passioneI met Marco a few years ago when I was playing on Broadway in Nashville. We were all amazed at his command of not only the guitar but of all the American roots music in general. You could easily see how much he loved the music he was playing. Man ! What a great music player !! …. You must have his new album, if only to hear San Antonio Rose. He put more in this onw track than other guitarist put in an entire CD !!”
Bene, procediamo ora con l’intervista vera e propria:
– Complimenti per la tua carriera e per la tua passione, per la passione che si respira nella tua musica oltre che nella tua storia! Ci piacerebbe che ti presentassi tu a chi ancora non ti conosce
– MDM – Ho iniziato a suonare la chitarra da bambino e ho subito sviluppato una grande passione per tutti i generi attinenti al R’n’R, Rockabilly, Swing, Surf, Country, tutto quello che e’ swing per dirla in breve. Ho ascoltato un po’ di tutto ma poi, dall’eta’ di 15 anni ho capito quale sarebbe stata la mia strada. Da prima con il trio Eddie & The Houserockers per poi fare dare un grosso step alla carriera con l’album “Rockabilly From the Boots Up” dei Di Maggio Bros., trio che formai nel ’98 con mio fratello Massimo Di Maggio. L’album ci ha permesso di arrivare al grande pubblico internazionale ed e’ divenuto un best-seller della Rockabilly Hall of Fame americana. Da allora ho/abbiamo collaborato con oltre 50 artisti internazionali, da Dj Fontana ( batterista di Elvis), a Terry Williams (batterista dei Dire Straits), Slim Jim Phantom (batterista degli Straycats), Johnny Farina (Santo &Johnny), Dave Roe (bassista di Johnny Cash)…
Non mi sono mai considerato un chitarrista puramente Rockabilly, semplicemente un chitarrista/cantante con una grande passione per un genere ma nello stesso tempo con l’esigenza di variare il suo suono e plasmarlo nel suo stile, fondendo tutti gli elementi che lo caratterizzano con un tocco attuale ma coerente ma con impronta personale…Rockabilly, Western Swing, Jazz, Surf, Country, Blues, R’n’R, ecc ecc.
Questo ha permesso a me ed ai miei progetti di essere poi presi in considerazione anche da importanti festival mondiali quali il Montreux Jazz Festival nel 2009 e da Teatri prestigiosi e storici quali il Ryman Auditorium, sede del mitico Grand Ole Opry a Nashville.

Quali sono le tappe del tuo percorso di vita, musicale e non solo, che consideri fondamentali ed in cosa ti hanno cambiato e/o fatto vedere il mondo sotto un’altra luce?
MDM – I miei genitori non sono musicisti, ma da semplici appassionati pensarono bene di regalare una chitarra a mio fratello per il suo 11° compleanno, io gelosissimo, riuscii a convincerli a comprare una seconda chitarra…
Ho studiato chitarra classica per soli 3 mesi all’eta’ di 8 anni, per poi abbandonare gli studi che consideravo troppo noiosi e dedicarmi all’ascolto dei primi dischi a disposizione. Non ho mai seguito un percorso didattico canonico e tutt’ora non leggo spartiti (so appena solfeggiare), ma l’unico maestro che ha influito direttamente nel mio playing e’ stato molti anni fa, Luigi Fiumicelli…Chitarrista fiorentino che, oltre ad accompagnare diversi artisti nazionali era in realta’ un grande appassionato e conoscitore della tecnica Fingerpicking, la stessa che veniva usata negli anni 50 da Scotty Moore e dalla maggior parte dei grandi chitarristi dell’epoca, tra tutti, Chet Atkins. Allora avevo 13 anni e i suoi consigli, concentrati in una sola lezione, mi svoltarono il modo di approcciare quel tipo di musica.
Gia’ a 13 anni suonavo nel gruppo The Sharks, fondato da mio fratello Massimo…In pochi mesi riuscimmo ad essere notati da molti promoter e nonostante la giovanissima eta’ calcavamo palchi importanti, compreso il tendone di Bussola Domani di Lido di Camaiore.
Nel contempo, dopo un bel po’ di concerti, pensai di abbandonare il live per dedicarmi agli studi al Liceo artistico (ben presto abbandonati) e per 6 anni feci esperienza soltanto con l’home recording. Tornai al Live con il mio primo trio, Eddie & The Houserockers, formazione con la quale, dapprima suonavo perlopiu’ brani di grandi Rockers, per poi dedicarmi a pezzi originali. Nel ’96, dopo aver vinto una delle edizioni del Trofeo Roxy Bar condotto da Red Ronnie, fui notato dal gallese Martin Ace, bassista dei Men, gruppo psichedelico britannico. Martin e’ un grande fan del Rockabilly e mi propose di recarmi in Gran Bretagna per formare un gruppo con lui e Terry Williams, il batterista dei Dire Straits!
Considero pero’ una delle tappe fondamentali, la nascita del gruppo Di Maggio Bros. nel ’98, progetto che mi ha dato l’opportunita’ per primo di sviluppare in pieno le mie potenzialita’ e di portare me e mio fratello alla popolarita’ mondiale.MARCO GRETSCH

-Parlaci delle tue esperienze oltreoceano e di come vedere dal vivo certi luoghi e persone ha rafforzato in te la passione per rockabilly, country e jazz, e in particolare che cosa ha significato per te l’esperienza di esibirti al Teatro del Grand Ole Opry di Nashville.
MDM – Prima si suonare negli Stati Uniti avevo avuto effettuato tournee’ anche in Svizzera, Francia ed Inghilterra, quest’ultima era stata un primo esame importante, sia per il potenziale scetticismo degli Inglesi e soprattutto per il fatto che andare nella loro patria, suonare un genere a loro molto vicino e cantare nella loro lingua madre era una cosa che non m’impauriva certo, ma mi incuteva un certo timore reverenziale…timore poi spazzato via dal primo concerto e dall’approvazione di Terry Williams che poi spese parole di apprezzamento che tutt’ora cito nella mia biografia. Varcare l’oceano pero’ e’ altra cosa…Quando arrivai la prima volta ero gia’ abbastanza conosciuto nel circuito R’n’R, grazie al successo del cd con i Bros. e sia la produzione della Rockabilly Hall of Fame che tutti i colleghi americani furono una bella sorpresa e attestato di stima e considerazione. Questo mi ha aiutato a vivere quell’esperienza con la serenita’ necessaria per esibirsi al meglio. A dire il vero, mai avrei pensato quando ero un ragazzino, che mi sarei potuto esibire un giorno con una grande parte dei miei idoli di sempre e a volte non sembra ancora vero.
– Trovarsi appunto dietro le quinte del teatro Ryman al Grand Ole Opry a Nashville, dove il batterista di Elvis ti chiede come vorresti arrangiare il pezzo di Elvis Presley non ha prezzo! Poi, nella stessa serata, incontrare il contrabbassista della Brian Setezer Orchestra, Mark Winchester, fare le prove con lui e poi conoscere suonare con Dave Roe, il bassista di Johnny Cash…beh, sembrava un film e invece era un sogno che si realizzava

-Complimenti anche per la tua abilità nel mischiare generi solo apparentemente simili ma che contengono in realtà diverse sfumature, con diversità anche importanti. Come riesci ad interiorizzarli e poi mescolarli in modo cosi raffinato? Hai dovuto lavorarci su molto?

MDM – Come accennavo prima, non ho mai studiato in modo accademico e quello che ho appreso in tanti anni e’ frutto di tanto ascolto, ascolto che ho fatto in modo molto rilassato soltanto quando ne avevo voglia. Nessuno mi ha mai spinto o obbligato a studiare certe cose, ho sempre suonato quello che mi piaceva e credo che questa sia la componente piu’ importante della questione. Dapprima ho imparato le cose piu’ semplici e basilari, quali, il giro di Boogie, l’accompagnamento Blues, per poi scoprire tecniche piu’ complesse come il Fingerpicking ed l’Hybrid Picking. La varieta’ del mio stile credo sia frutto della notevole apertura che ho sempre avuto nell’ascolto coerente ma senza barriere dei tanti generi citati…a me piace il sound delle Big Bands Swing come il Punk dei Ramones ed il Neorockabilly degli Straycats, per arrivare al Country/Jazz di Chet Atkins, Jimmy Bryant, Buddie Emmons, Danny Gatton ed agli attuali mostri sacri Tommy Emmanuel e Josco Stephan. Ho ascoltato tutto e provo a plasmare il tutto in uno stile personale, continuo a non studiare, non e’ il mio approccio, semmai ascolto gli album e ci suono sopra…studiare e’ lavoro puro, io voglio divertirmi sempre in modo istintivo
-Parlaci del tuo nuovo cd uscito da pochi giorni (il 28 novembre scorso): come nasce questo lavoro e cosa vorresti che comunicasse a chi vi si approccia?
MDM – Era gia’ diverso tempo che progettavo l’uscita di un album del genere ma visti i tanti progetti avevo sempre posticipato il tutto. La decisione di pubblicare un cd strumentale e’ scaturita circa 2 anni fa e da allora ho cambiato varie volte la sequenza e la scelta dei brani ed alla fine ho anche pensato di aggiungere 5 pezzi cantati, oltre ai 15 strumentali che fungono da asse portante e logica del cd. Con questo album miro a comunicare, ancora di piu’ di quanto non abbia gia’ fatto con i precedenti, la mia passione per una grande varieta’ di stili che comunque ruotano, fanno parte, derivano o sono derivati dal Rockabilly, genere talvolta sottovalutato, altre volte massacrato da operazioni di mero revival. Ho sempre amato l’atmosfera che si respira ascoltando gli albums di Chet Atkins, Jimmy Bryant, Al Caiola, Merle Travis e tanti altri, atmosfera, passione, capacita’ tecnica e tanto cuore…spero di poter comunicare tutto questo.

– Il bassista di Johnny cash, di cui accennavo anche qui sopra nel presentarti, oltre a collaborare con te musicalmente e parlare di te in termini assolutamente entusiasti, ha anche scritto le linear notes del tuo nuovo album. Che effetto ti fa?
MDM – Mi da’ una grande soddisfazione, Dave l’ho conosciuto nel 2000 durante un Festival a Jackson, Tennessee…il mio contrabbassista non era presente durante quel tour e la produzione mi assicuro’ che avrei avuto modo di suonare con un ottimo contrabbassista, non sapevo ne’ il suo nome ne chi fosse…dovevo effettuare il soundcheck e Dave non arrivava, io, molto intimorito dal fatto che tutto potesse saltare chiesi allora la collaborazione di un altro bassista e ci stavamo approntando a fare il soundcheck, quando arriva Dave con il suo contrabbasso…non sapendo chi fosse gli dico gentilmente, scusa Dave, ma non vedendoti arrivare mi sono organizzato con un altro musicista, ti spiace? Lui mi risponde che era pronto e che conosceva tutti i pezzi del mio repertorio, nota per nota…al che, vengo raggiunto dal mio produttore che mi sussurra in un orecchio: “Marco, Dave e’ il contrabbassista di Johnny Cash ed e’ molto contento di suonare con te…”, potete immaginare il mio stupore e soprattutto il mio imbarazzo, aggiunsi anche, potevate dirmelo prima! Ma la cosa che piu’ mi stupi’ era la grande umilta’ che un grande personaggio come Dave seppe dimostrarmi, capendo anche che avevo agito in buona fede, non sapendo chi mi avrebbe accompagnato…Avere le linear notes scritte da un grande musicista come lui mi rende molto, molto orgoglioso
-Mi piace concludere le interviste con una domanda un po’ strampalata e spiritosa, e n questo caso ti chiedo che cosa diresti ad un certo Elvis Priesley e/o a Johnny Cash se li avessi ora vicino a te? Di cosa più di tutto ti piacerebbe parlare con loro?
MDM – mmm, domanda molto difficile! A Elvis Presley potrei dire che poteva aspettare qualche anno prima di lasciarci, probabilmente l’avrei incontrato insieme al suo batterista qualche anno dopo! Scherzi a parte…probabilmente gli avrei chiesto di poter suonare con lui! A Johnny Cash, vista la sua incredibile, intensa e tempestosa vita, avrei chiesto dove ha sempre trovato la forza per ripartire dopo tanti problemi, credo che Johnny sia stato un esempio di forza d’animo e passione per il suo lavoro. Con entrambi pero’, avrei voluto parlare soprattutto di musica, scoprire quali erano i loro grandi idoli e cosa avrebbero rifatto o evitato nella loro carriera…
Grazie mille per la chiacchierata e un enorme in bocca al lupo da me e tutta la Redazione di Relics- Controsuoni www.relics-controsuoni.com 🙂
MDM – Grazie mille a voi e…crepi il lupo!!!!

Ringrazio moltissimo anche la “Plindo eLabel” e Francesca Caloni per la preziosa collaborazione, grazie davvero.

OFFICIAL COVER MDM smallGrazie ovviamente ancora a Marco Di Maggio per la sua attenzione e la umiltà e semplicità nonostante l’immensità della sua carriera musicale. Gli auguriamo tutto il meglio, e che sia sempre più apprezzato. A tal proposito, trovete alcuni suoi pezzi e news musicali maggiori consultando la pagina web

https://itunes.apple.com/it/album/sensational-guitar-sound-marco/id785726211

 

 


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Laura Dainelli

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