Il Cotone di Fukushima – Scie (Autoproduzione, 2013) di Giulia Pierimarchi

Un fragile melodia sempre sul punto di destrutturarsi e di confondersi nell'atmosfera. Il percorso musicale de Il Cotone di Fukushima viene presentato in maniera metaforica. Come un'unica suite, Carlo Saiu e Stefano Muscas nel tentativo-ambizione di ricordare la psichedelia barrettiana propongono venticinque minuti di impercettibili scie di condensazione sonora. Suggestionate nell'atmosfera da drones e disonnanze. Sovrapposte a movimenti di attrito per il güiro e a fruscii elettronici ed acustici ottenuti con la scatola delle viti. Ed ornate da ritmiche frastagliate per un drumming irregolare e mutabile. Una proposta artistica che riesce a equilibrare spirito avanguardista e memorie del background…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Forma-dissonata

Voto Utenti : 4.85 ( 1 voti)

970380_1423096127904259_1256748152_nUn fragile melodia sempre sul punto di destrutturarsi e di confondersi nell’atmosfera. Il percorso musicale de Il Cotone di Fukushima viene presentato in maniera metaforica.
Come un’unica suite, Carlo Saiu e Stefano Muscas nel tentativo-ambizione di ricordare la psichedelia barrettiana propongono venticinque minuti di impercettibili scie di condensazione sonora. Suggestionate nell’atmosfera da drones e disonnanze. Sovrapposte a movimenti di attrito per il güiro e a fruscii elettronici ed acustici ottenuti con la scatola delle viti. Ed ornate da ritmiche frastagliate per un drumming irregolare e mutabile.
Una proposta artistica che riesce a equilibrare spirito avanguardista e memorie del background (nella composizione del loro noise troviamo anche soluzioni strumentali ottenute con una campana per capra). Ricerca e frangenti di armonia. Su strutture ritmiche che racchiudono storie e ricordi di un’ambientazione post-guerra, ridotta ormai ad una sedimento detritico.
Nella descrizione sonora di questo scenario neo-realistico gli strumenti a corda come il cembalo ed altri non convenzionali come l’hang e il glockenspiel, sublimano l’effetto primordiale del rock atonale proposto dal duo. E al contempo creando dei rimandi sonori tra suoni acustici e bordoni elettronici, di chitarre alchemiche, voluminizzano la matrice sperimentale ed innovativa del progetto: la forma indefinita di queste particelle di melodia fluida forniscono l’ispirazione per sviluppare un ciclo di trasformazioni chimiche del suono.
Questa ricerca strumentale, oggetto di studio per il progetto, viene affrontato dal duo con un approccio libertario. Sìa verso gli schemi compositivi – o a seconda del punto di vista a-compositivi – sìa verso l’utilizzo di strumenti inusuali come il set degli idiofoni e di oggetti materiali presi in prestito dalla vita quotidiana. I quali, riescono a dar vita ad una proposta molto atipica per il settore post-rock noise; raffinata e gradevole; sinfonica in maniera disarticolata. Molto futuribile. Troppo singolare nella sua indole e nel suo metodo empirico di far evolvere lo sperimentalismo in un processo di decomposizione di una struttura ritmica per elevarne l’essenza in ogni singolo frammento sonoro.

Tracklist:

1 – Fra menti
2 – Baumwolle-Sweaterjacket
3 – Donquixote Donflamingo
4 – Verso Bologna
5 – Impeto di montagna


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Giulia Pierimarchi

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