Sonata Islands – Meets Mahler (Zone di musica, 2013) di Flavio Centofante

Tanti anni fa nei racconti di Bukowski lui tornava a casa al riparo dal mondo esterno e, dopo essersi stappato una birra, accendeva la radio sul canale di musica classica sperando di trovare Mahler. E’ passato tanto tempo, ma oggi Gustav Mahler è ancora un riferimento essenziale per tutti coloro che sono appassionati non solo di musica classica, ma piuttosto delle reazioni che l’anima ha quando si trova a sfuggire/incontrare il mondo. Mahler (1860-1911) aveva il pregio di essere allo stesso tempo potente e incredibilmente romantico. Ma anche contaminato, vario, impuro. Nella sua musica c’erano molti echi popolari. Anche…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Commovente

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2852Tanti anni fa nei racconti di Bukowski lui tornava a casa al riparo dal mondo esterno e, dopo essersi stappato una birra, accendeva la radio sul canale di musica classica sperando di trovare Mahler. E’ passato tanto tempo, ma oggi Gustav Mahler è ancora un riferimento essenziale per tutti coloro che sono appassionati non solo di musica classica, ma piuttosto delle reazioni che l’anima ha quando si trova a sfuggire/incontrare il mondo. Mahler (1860-1911) aveva il pregio di essere allo stesso tempo potente e incredibilmente romantico. Ma anche contaminato, vario, impuro. Nella sua musica c’erano molti echi popolari. Anche nel mio piccolo altarino musicale, che predilige jazz e rock, campeggiano alcuni nomi classici che col passare degli anni hanno fatto breccia in me: beh, anche nel mio caso, il vecchio Gustav è presente. E se piace ad un semplice amatore come me, non può non essere pane quotidiano di chi la musica la suona seriamente, e bene. Sonata Island è un ensemble trentino, uno di quei gruppi di musicisti che hanno la sfrontatezza di passare con semplicità e divertimento da un genere musicale all’altro: jazz, colta, rock. Li invidio, li stimo molto. Con il progetto “Meets Mahler”, compiono una sorprendente “parafrasi jazz” del “Das Lied Von Der Erde”, opera per voci soliste e orchestra tra le più personali di Gustav Mahler, composta nel 1908 nella residenza estiva di Dobbiaco, ed in cui il compositore tedesco volle dare un ultimo saluto al suo universo musicale rendendo omaggio all’infinito e alla giovinezza. E’ curioso ciò che viene spiegato nelle note di presentazione di questo disco dall’ensemble: “La composizione di Mahler si nutre di musica popolare, il suo essere musicista è quello del compositore e dell’esecutore insieme: se fosse nato 40 anni fa sarebbe senza dubbio stato un jazzista.” Con l’accompagnamento dello scrittore e musicologo Giuseppe Calliari, che fa la parte dell’attore nelle interpretazioni dal vivo, l’ascoltatore viene accompagnato nell’universo sonoro dell’opera e nei sei movimenti che la compongono: la rivisitazione di Sonata fa brillare questi movimenti di luce nuova, o meglio ne amplifica la vecchia, mettendo in risalto le sfumature potenzialmente presenti in essa, che sarebbero guizzate fuori se solo a inizio secolo blues, jazz e rock fossero già state presenti. Più che una rivisitazione dell’opera, potrebbe esserne uno sfrontato prolungamento. Anche musica ricercata e d’avanguardia è presente: vengono evocate le poesie di Hans Bethge, ispirate ad un antico ciclo poetico cinese: si descrive colui che prende congedo da chi “si incammina verso i monti”, per fare ritorno “alla terra natale”. L’opera di Mahler aveva come scopo quello di far conoscere la potenza della musica e della natura, e di parlare di sé e dell’uomo in generale. Le sue pulsioni, le sue possibilità, i suoi limiti, il suo rapporto con l’infinito. L’ensemble è il naturale prolungamento di tutto questo. Grandi musicisti, grandi idee. Umori umani, metafisici, spaziali. Incantevole il flauto del trentino Emilio Galante. Splendente il talento dei musicisti Achille Succi (clarinetto), Giovanni Falzone (tromba), Simone Zanchini (fisarmonica), Stefano Senni (contrabbasso), Francesco Cusa (batteria). La musica di Mahler, così come quella dell’ensemble (sono tutti esseri umani, anche se di epoche diverse) travalica le epoche e ci innalza verso la bellezza. L’iniziale Das Trinklied è magnetica, possiede fascino e potenza lirica; travolgente è poi Non Mahler. Nel Commiato finale, all’Ensemble si unisce la voce di Tommaso Leonardi, che recita i versi di Calliari. “Meets Mahler” è, insomma, un disco multiforme e stupefacente, denso di poesia, che va bene per chi ama tanto il jazz quanto la classica. In Italia ce n’è di roba, ce n’è proprio tanta. Grazie a tutti i protagonisti del disco. Bellissimo.

Tracklist:
1. Das trinklied
2. Kind of Earth
3. Non Mahler
4. Von der schönheit
5. Around Mahler
6. Commiato


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Stefano Capolongo

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