Quattro chiacchiere con gli Anthony’s Vinyls (a cura di Raffaele Battilomo)

Anche se a Roma quest’anno l’inverno si è visto poco, Relics è pronta ad accogliere di nuovo la primavera e la miriade di concerti che essa porta con se: tra questi, non mancheranno certo quelli dei romani Anhony’s Vinyls, che da poco hanno dato alle stampe il loro ultimo lavoro “Like a fish”.
Il nostro Raffaele Battilomo ha scambiato quattro chiacchiere con loro, ecco di cosa hanno parlato:

TAV03 copiaCome nascono i “The Anthony’s Vinyls”? Da quale pianeta musicale provengono i vostri sound trascinanti?
Nascono dall’incontro tra Massi(voce) e Matteo(chitarra) due generazioni diverse ma con gusti affini, probabilmente proprio la differenza d’età tra i membri della band ha fatto nascere questo sound trascinante che ritmicamente è influenzato dall’attuale scena dance pop e melodicamente prende spunto dal quel britpop che ha caratterizzato gli anni ‘90.

Ho ascoltato tanta musica, ma di indie pop come il vostro, in Italia, ce n’è poco. Come affrontate il panorama italiano, sempre più difficile per band originali e fresche con idee proprie come le vostre?
Intanto grazie per i complimenti, ma…noi non ci poniamo il problema di come affrontare il panorama musicale italiano, cerchiamo di crearci uno spazio sempre più ampio, utilizzando le infinite possibilità che ci mette a disposizione la rete, non è facile certo, ma alla fine ogni piccolo passo in avanti si apprezza con più gusto e proprio questo porsi continuamente piccoli obiettivi che ci danno forza per affrontare il “distratto” panorama musicale italiano.

Siamo nel XXI secolo, ma in voi è evidente l’amore e la passione per gli anni ’70/ ’80 dello scorso secolo, come seTAV01 copia viveste nel periodo sbagliato. C’è qualcosa in particolare che vi ispira e  vi trascina emotivamente in quel periodo?
Onestamente anche se il sound del nuovo disco s’ispira a quel periodo, noi preferiamo farci ispirare dal presente tenendo sempre d’occhio suoni nuovi. Il passato è d’esempio sicuramente ma ci piace molto guardare avanti, poi capita anche che guardando avanti si torni indietro come è accaduto in Like a Fish ma il tutto è molto naturale, senza forzature.

Parliamo di “Like a Fish”, il vostro secondo album. Trovo che sia un lavoro che vi vede più maturi e coscienti del vostro progetto. Quanto della vostra vita è impresso nelle sue tracce? In che modo vi riconoscete?
Molti brani di Like a Fish raccontano di noi o di persone che ci sono accanto, il tutto però sempre condito con ironia. Diversi sono i brani che citano membri della band, tra questi sicuramente Poppy, brano che è una serie di frasi del batterista Matteo, detto Poppy, messe insieme come un puzzle. Discorso a parte invece merita My Sister Shouts, traccia che mette in primo piano il problema della disoccupazione giovanile e lo scontro padri-figli che in questo periodo ha colpito molti nostri amici.

TAV05Chitarra funk anni ’70. Una sola corda di basso che vibra. Suoni più ovattati e corposi, forse più decisi e prossimi alla definizione di un genere che sentite vostro. Cosa vi ha permesso di crescere? Chi o cosa vi ha mutato?
Le esperienze, sia di vita che di palco. In tre anni siamo maturati molto e le vite di tutti e quattro sono cambiate, questi cambiamenti influiscono molto sul nostro stato d’animo e di conseguenza sul nostro sound, che rimane sempre molto ritmato, ma ogni tanto ha bisogno di riprendere fiato come in My Body e Like a Fish. Anche nel missaggio del disco siamo stati molto più decisi, sapevamo cosa volevamo e questo ha reso tutto più semplice, meno artefatto e sintetico insomma più vero!

La vita è sospesa in continuazione fra corse frenetiche e occasioni irraggiungibili. Se vi capitasse di fare qualcosa di impulsivo, mettereste le scarpette ai piedi per correre via? Per inseguire un sogno? O per cos’altro?
Le scarpe sono sempre pronte ad inseguire un sogno, infondo facciamo musica per questo, per sognare, dovesse venire a mancare questo nella band sarebbe il momento di smettere!

E se vi dicessi che ascoltando Like a Fish mi sono ritrovato a ballare in camera, cosa pensate sia successo?Cover_Like A Fish
Credete che il fenomeno “The Anthony’s Vinyls” mi abbia contagiato?
Le nostre canzoni nascono con questo intento, sentire queste parole ci riempie di soddisfazione, quindi se sei stato contagiato dal “virus” The Anthony’s Vinyls vieni ad ascoltarci anche dal vivo vedrai che non te ne pentirai.

Insomma, qui a Relics abbiamo gradito molto il vostro ultimo lavoro e la vostra grande passione per la musica. Come avete intenzione di farcela ascoltare in futuro?
Live, sicuramente. Nelle prossime settimane infatti inizierà un tour che ci porterà in giro per molti locali, le date le troverete su tutte le nostre pagine web: facebook, twitter, youtube, basta mettere the anthony’s vinyls su google e troverete tutto!

UN SENTITO GRAZIE, A PRESTO!


Commenti

Stefano Capolongo

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