The war on drugs – Lost in the dream (Secretely Canadian, 2014) di Mario Cutolo

41f440f9Devo ammettere che non sono un grande fan del cosiddetto FM rock ne tantomeno dell’altrettanto notorio Arena Rock. Nelle sue migliori incarnazioni, come nella seconda fase dei Fleetwood Mac, quelli di Rumors e Tusk per intenderci,  riesco ad ascoltarlo ogni tanto. Non sono, lo ammetto, neanche un grande fan di Bruce Springsteen, nonostante qui il discorso si faccia leggermente più complicato data la statura e l’importanza che l’uomo e l’artista rappresenta nella cultura americana. Essendo questi due elementi parti ricorrenti nella descrizione della musica dei War on Drugs, le mie aspettative non erano molto alte nell’approcciarmi all’ascolto di Lost in the Dream, la terza prova del gruppo di Philadelphia.
Se, com’è vero, fino ad ora l’ex membro Kurt Vile sembrava aver fatto la scelta giusta ad abbandonare il gruppo producendo due album che sembravano aver eclissato, almeno agli occhi della critica , la carriera dei War on Drugs, in Lost in The Dream Dave Ganduciel prende decisamente in mano le redini e rimette le cose in parità’ se non addirittura sorpassa l’ex compagno.
Le canzoni di Lost in the Dream hanno la caratteristica di presentarsi senza troppe variazioni, basandosi a volte su un paio di accordi come nella lunga apertura di Under the Pressure, e procedono come delle lunghe cavalcate dall’inizio alla fine con tutti gli strumenti e la voce in primo piano. Un classico disco da viaggio in macchina possibilmente attraversando il panorama americano da costa a costa. Ma quello che sembra prevedibile ed anche un po scontato, nasconde in realtà una serie di aperture all’interno dei singoli pezzi fatte di suoni, assoli e lunghi passaggi strumentali che danno al titolo la sua ragione di essere.
Questa sorta di muro sonoro riesce ad avere un impatto emozionale quasi ipnotico e mentre si aspetta che qualcosa succeda si rimane in realtà presi in una sorta di incanto dal quale e’ difficile rimanere estranei soprattutto quando si entra dentro pezzi come Red Eyes, An Ocean Between the Waves e Burning, mentre qua e la lo spirito di Dylan aleggia come uno spirito guida.
Alla fine insomma, nonostante il fatto che questo genere di rock rimanga il mio meno favorito, non si può’ che ammettere che Lost in the Dream ne rappresenta uno dei migliori esempi, e se è vero, com’è vero, che già ascoltandolo in cuffia mentre prendo la metro ed attraverso il ponte di Manhattan guardando  dal finestrino il profilo della skyline trasmette una notevole suggestione, non vedo l’ora di scoprirne l’impatto ascoltandolo dentro una macchina, guidando su una strada solitaria sotto un cielo azzurro leggermente nuvoloso.

Tracklist:

1. Under the Pressure
2. Red Eyes
3. Suffering
4. An Ocean in Between the Waves
5. Disappearing
6. Eyes to the Wind
7. The Haunting Idle
8. Burning
9. Lost in the Dream
10. In Reverse


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Stefano Capolongo

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