La musica Metal viene molto spesso etichettata come la musica del demonio e di tante, ma inutili, pseudo sette. Mai errore più grande viene commesso nei confronti di questa complicata forma d’arte. Complicata, sì. Non tutti sono in grado di eseguirla senza sfociare nel rumore. Non tutti possono brandire spigolose chitarre e un doppio pedale martellante, bassi frenetici e una voce da incubo. Non tutti ci riescono, o meglio chi ci riesce c’è, ma si esibisce al Total Metal Festival!
Bitonto e la sua mente aperta permettono l’interruzione di un filone di brutti concerti che affollano la Puglia, troppo legata a menestrelli e cantastorie, consentendo alla musica transalpina e d’oltre oceano di approdare al sud, dove, a malincuore, non molte band famose osano mettere piede.
Il compito di rendere questo festival indimenticabile è affidato alle oltre 20 band che si sono esibite tra il 19 e 20 Agosto e all’organizzazione che ha permesso che tutto andasse per il verso giusto, anche se il caldo ha un po’ stroncato l’entusiasmo dei presenti.
Giorno 1: arriviamo con degli amici un po’ in ritardo, ma per fortuna non ci siamo ancora persi nulla. Decidiamo di accamparci nel parco e sistemare tutte le nostre cose. Il caldo di mezzogiorno si fa sentire, ma il problema tenda, per fortuna, non ci costringe a restare a lungo sotto il sole, ormai siamo super equipaggiati e la nostra si si apre lanciandola, il tutto in due secondi. Non si direbbe lo stesso per la chiusura ma, va bene comunque. Dopo una rapida perlustrazione, attraversando gli stand e il piccolo villaggio medioevale, ci dirigiamo all’area concerti dove, in maniera imponente, l’immenso palco si affaccia verso di noi.
Su quel palco gli italianissimi Collateral Damage, i Derdian, gli S.R.L., gli Homicide Hagridden, i Riul Doamnei, i Dewfall,i Back Jumper e i Node. I greci Sorrowful Angels e gli Acid Death, gli svizzeri Despising Age, gli svedesi Days of Anger e gli egiziani Massive Scar Era, tutti abilissimi nel rappresentarsi, alternandosi in cambi palco da paura e secondi solo ai pit stop della formula uno.
Il caldo, naturalmente ci scioglie, ma le tonnellate di acqua fresca e il desiderio di veder suonare i big ci permettono di arrivare fino a sera, quando l’aria sarà più fresca e fotografare, nel mio caso, diventerà un piacere.
I Decapitated, dal sud della Polonia, approdano sul palco del Total Metal Festival con la loro tecnicità estrema nell’eseguire il Death Metal. Che dire di loro? Impeccabili, monumentali. Estremamente perfetti e precisi eseguono alcuni dei loro successi, fra cui Homo Sum e A View From A Hole.
Il palco si oscura, le uniche luci sono due torce infuocate. Nergal le tiene in mano creando l’atmosfera giusta per annunciare la Black/Death Metal band Behemoth. Da li in poi è il caos. Le chitarre dei Behemoth infiammano gli animi e la doppia cassa, martellante, manda in aritmia i presenti. Conquer All, O Father O Satan O Sun! Questi alcuni dei brani che rendono l’atmosfera infernale.
Nell’euforia generale, tutto finisce. Fuori i Behemoth dentro gli imperatori del Trash Metal tedesco, i Kreator, che esordiscono contro guerre, politica e religione, che cercano ogni giorno di umiliare parte dell’umanità. Con Endless Pain, Violent Revolution e Flag of Hate i Kreator invogliano il pubblico a darsi al pogo estremo, gentilmente accolto dai presenti che non si lasciano scappare l’occasione.
Dopo un’ora di puro trash tedesco, il pubblico più iperattivo è lasciato ad attività quali danze tribali e karaoke Metal.
Noi che siamo stanchi, decidiamo di andare a letto, orgogliosi di aver assistito a tali fenomeni musicali.
Giorno 2: alle 7:30 i miei occhi si aprono. Il caldo inizia già a farsi sentire, e noi siamo costretti ad uscire dalla tenda. Non smetterò mai di ringraziare l’uomo che ha piantato quei quattro eucalipti che ci hanno offerto un fresco riparo fino a quando il sole rovente non ha smesso di tormentarci. Mentre sotto uno stand aspiranti musicisti si cimentano nello srotolamento di scale pentatoniche alla chitarra, sul palco del Total si alternano gruppi provenienti da ogni dove.
A risvegliare i nostri timpani gli italiani Lykaion, i No More Fear, i Black Inside, i The Strigas, gli Embryo, i Black Propaganda, i Carboncoke, i Dangerego, i Symbolyc, gli Andromeda, Psycholies, i Rain, gli Ecnephias. Da fuori regione invece i messicani Domine Nation, i greci Domination, i 4Bitten, i Mindthreat, i texani Aggravator, gli israeliani Desert e i newyorkesi ColdSteel.
Tutti molto abili nelle loro piroette alla chitarra o alla batteria, ma la maggior parte delle persone è lì per loro, per i canadesi Annihilator, da tanto assenti dall’Italia.
Che dire di loro. Per me uno spasso fotografarli, per i metallari del Total Metal Festival energia allo stato puro. Alison Hell, No Way Out fanno letteralmente impazzire tutti che sono sempre pronti a pogare e strattonarsi, sempre presi dall’entusiasmo generale.
Dopo due giorni di caldo incessante, finalmente arrivano i portoghesi Moonspell che grazie ai loro esperimenti musicali vengono oggi considerati come una delle band che meglio rappresenta il lato oscuro del Metal ed è proprio il Total Metal Festival ad avere l’onore di ospitarli per la prima volta in assoluto al Sud Italia.
Opium, Awake, Alma Mater, Lua d’Inverno, FullMoon Maddness e Vampiria, i Moonspell ci regalano questi brani e non solo in più di un’ora di live a dir poco eccezionale.
Proprio con i Moonspell si chiudono i live che hanno reso indimenticabile questa edizione del Total Metal Festival, che grazie anche alla città di Bitonto è riuscito a far convivere per due giorni persone di religione e cultura diversa, ospitando band da ogni nazione e continente, innalzandolo di livello e rendendolo un piccolo gioiello di cui andare fieri, qui al Sud Italia.
L’unico problema? Smontare la tenda.
Ringraziamo Vivo Management per la collaborazione.
Total Metal Festival Gallery
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Annihilator
Moonspell