Strueia – Morolo (42 Records, 2014) di Simone Pilotti

E’ inevitabile partire da lei. Non possiamo, vista l’illustre citazione, non cominciare l’analisi di Morolo dalla copertina che richiama uno dei dischi fondamentali di sempre, quel Nebraska che rappresenta il vertice più alto della produzione di Springsteen, tanto che anche i detrattori del Boss non possono che ammetterne la bellezza della miscela di intimità e la poesia cruda. Ma non è Nebraska il punto. Il punto è che mettere in copertina una foto e dei caratteri simili può testimoniare essenzialmente una di queste due cose: il paraculismo sfrontato dell’autore, vista l’attenzione che solo l’immagine susciterebbe, o un parallelismo che…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Onesto

Voto Utenti : 4.7 ( 2 voti)

700xNxstrueia-42-records-morolo-nuovo-singolo.jpg.pagespeed.ic.wJW2-1cRkVE’ inevitabile partire da lei. Non possiamo, vista l’illustre citazione, non cominciare l’analisi di Morolo dalla copertina che richiama uno dei dischi fondamentali di sempre, quel Nebraska che rappresenta il vertice più alto della produzione di Springsteen, tanto che anche i detrattori del Boss non possono che ammetterne la bellezza della miscela di intimità e la poesia cruda. Ma non è Nebraska il punto. Il punto è che mettere in copertina una foto e dei caratteri simili può testimoniare essenzialmente una di queste due cose: il paraculismo sfrontato dell’autore, vista l’attenzione che solo l’immagine susciterebbe, o un parallelismo che davvero intercorre tra i due dischi, per qualsiasi ragione. Ecco, il dubbio viene alimentato dal fatto che il Nostro Strueia aveva già osato intitolando l’esordio From Appartamento To Eternity. Vi dice niente? E’ la raccolta definitiva e ufficiale di un altro punto fondamentale, i Clash di Strummer, Jones, Simonon e Headon. Paraculismo o forte ispirazione?

Ultima uscita per la 42 Records, pubblicato in versione digitale e in edizione limitata (limitatissima, 42 copie) in copia fisica, Morolo ha visto la partecipazione di amici e colleghi del cantante laziale: da Piermaria Chapus dei Mice Cars a Marcello Newman di Marcello e il mio amico Tommaso, passando per Francesco Aprili dei Boxerin Club, terminando con Ettore Pistolesi e Filippo Strang dei Flyin Vaginas. Difficile incasellare il materiale registrato in una qualche categoria, in un qualche genere. Da una parte, l’estrema duttilità dell’artista che lo porta a sfiorare molti suoni, diversi tra loro, senza abbracciarne uno con precisione e definitezza. Dall’altra, gli impulsi così variegati che sono alla base dell’album non possono che generare una miscela inedita, originale, che sicuramente sfugge al “già sentito”, trappola per molti esordienti nostrani. C’è, infatti, il pop nella confidenzialità, nelle melodie di primo acchitto ed anche nelle strutture che mai diventano estremamente complesse. Emerge addirittura una certa classicità, una devozione alla tradizione italiana, uno sguardo rivolto chiaramente al passato, una vena che qualcuno ha osato definire “da balera”. Non mancano elementi più moderni, qualche cadenza dance che posiziona Strueia sui binari dei torinesi Subsonica (quelli migliori, intendiamoci), nei riff più elettrici e negli eccessi smorzati sempre dai filtri. Avendo dichiarato più volte di amare Daniel Johnston, è inevitabile anche qualche influsso dal crooner statunitense, pur senza possederne la genialità, ma che a tratti costruisce qualche bella architettura tra voce e strumentazione grezza. Non potendo definire, perciò, questa composizione di schegge che si intersecano, proviamo a incanalare nel filone dell’indie italiano, ma anche qualche ammiccamento all’oltre manica, visto un clima piuttosto freddo e nuvoloso per tutta la scarsa mezz’ora del disco. Il punto di forza è però la spontaneità con cui Strueia affronta i sette episodi, donando loro una freschezza piacevole che, unita all’originalità della miscela, plasma un perfetto disco autunnale. Paraculismo o ispirazione, dunque? La seconda.

Tracklist:
1. Piccoli incidenti quotidiani
2. Per quando te ne andrai
3. Wintertime blues
4. I duri non ballano mai
5. Black sabato
6. Il mondo
7. Hangover


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Simone Pilotti

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