Vaio Aspis – Radica (Autoprodotto, 2015) di Stefano Capolongo
Per farvi un’idea di ciò che questa band vuole raccontare raccomandiamo di vedere il bel video di Sotto ricatto, dove si trova la summa del lavoro di questi ragazzi vicentini. Post-grunge e attitudine metal mai sopita sono sorrette da liriche in italiano che a tratti ricordano i conterranei (sebbene più eterei) Virgo. C’è bisogno di essere validi e incazzati e questa band riesce nell’intento a pieni voti.
Odiens – Prima incisione (Beta prod., 2015) di Stefano Capolongo
Strumenti d’epoca, registrazione analogica e uno smorfioso tappeto beat: è questa la ricetta scelta della band romana che shakera agevolmente indie rock e sonorità sixties per accompagnare undici tracce inedite. Di cosa si parla? Nient’altro che dell’amore declinato nelle sue mille forme: presente, devastante, perso, dimenticato, odiato. Un ottimo lavoro per un esordio che è tale solo nel nome.
Fab – Bless (Autoprodotto, 2015) di Emanuele Genovese
Primo ep di Fabrizio Squillace in arte Fab. Sei brani di pop intimistico con arrangiamenti semplici ma efficaci che rendono il lavoro scorrevole. Il ricorso a organo e viola hanno permesso a brani come Sands e I Have a Heart di lasciarsi alle spalle l’anonimato di un sound stereotipato nell’ambito pop, cosa di cui purtroppo soffrono i più ritmati Time e Bless, orecchiabili ma poco graffianti. Le idee ci sono ma manca un po’ di intraprendenza.
Lemmins EP – Lemmins (Marsiglia Records, 2014) di Silvano Annibali
La band ligure dei Lemmins ci propone un lavoro piuttosto originale nell’ambito della psichedelia. Il loro sound galleggia negli spazi di quella elettrica anni ’90 ma, al contempo, è squisitamente ancorato alle atmosfere più tipicamente sixties. Originalissime le voci sinuose ed indolenti di Paolo Pretto ed Emanuele Muzio. Il disco suona molto bene anche se si sente la mancanza di un pezzo “trainante” che possa assurgere al ruolo di “single”.