REAL RELICS #12 – Motorhead @Hammersmith Odeon, UK (di Stefano D’Offizi)

1Anno di nostro signore 1981, il Punk scuote il mondo del Rock mentre alle sue porte bussa prepotentemente l’ondata della NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal), due mondi abbastanza distanti fra loro sia musicalmente che come movimento culturale. Tra le due sponde di questo fiume in piena, c’è un “ponte” ben distinto chiamato Motorhead, capace ancora oggi di mettere d’accordo un pubblico tanto vasto e differente. Il tour britannico The Short, Sharp, Pain In The Neck Tour di questo mostro sacro dell’Hard Rock tocca diverse tappe importanti, raccogliendo secchiate di ovazioni per le incredibili esibizioni live dalla potenza imponente e dai volumi ingombranti. Proprio durante la loro data all’Hammersmith Odeon di Londra viene registrata gran parte di questo concerto che ancora oggi viene considerato uno dei dischi live più violenti della storia del Rock: No Sleep ‘til Hammersmith. L’album debutta il 27 giungo del 1981 ed è subito leggenda, posizionandosi immediatamente al posto numero uno delle classifiche Britanniche. Inizialmente Lemmy Kilmister, voce/basso e leader indiscusso della band, non è molto contento della pubblicazione in quanto la release del disco avvenne quasi all’insaputa del gruppo, mentre i Motorhead erano impegnati in tour negli States: “Fu semplicemente un azzardo, far arrabbiare Lemmy non è quella che io definirei “una trovata geniale”, anche se alla fine tutto si risolse per il meglio ed il disco ebbe un’impatto fondamentale nella nostra storia” le parole di “Fast” Eddie Clarke (chitarra) in uno show televisivo anni dopo.1
In effetti, l’album segnò un punto di svolta non solo per i Motorhead e per la loro carriera, rappresentò un vero e proprio faro d’ispirazione negli anni che seguirono per moltissime formazioni Hardocre giunte in seguito. Gli stessi Beastie Boys ammisero di seguire la scia di Lemmy e Co. nel brano No Sleep Till Brooklyn (contenuto nel disco Licensed to III).
In apertura l’iimancabile Aces of Spades, tre minuti esatti di follia omicida, un vero e proprio treno merci che ad incredibile velocità, non mostra alcuna paura di deragliare, roba da crampi al collo per Headbanging. Si può tranquillamente dire che si tratta del riassunto perfetto di questo album: una band all’apice della gloria che sfoga tutta l’irruenza attraverso il miglior cavallo di battaglia che si sia mai visto. Segue Stay Clean, una lama affilata (il brano) che penetra nel burro senza incontrare troppa resistenza (i vostri timpani). La terza traccia, Metropolis, è probabilmente uno dei migliori esempi di come i Motorhead abbiano avuto un impatto fra le due correnti di pensiero che da sempre hanno seguito la band; da un lato i suoni graffianti seppur raffinati e tanto amati dal mondo metallico, dall’altro il testo nichilista tendente al Punk che ha conquistato l’altra sponda culturale dei loro fan.1
In The Hammer è “Philthy Animal” Taylor a dare prova delle sue doti di batterista, potente e preciso, mai una sbavatura, nonostante il grave incidente al collo che qualche mese prima lo aveva messo fuori combattimento. In Iron Horse, Lemmy e le sue particolari doti canore vengono a galla, il momento più nostalgico del disco: “He rides a road, that don’t have no end, an open highway, without any bends, tramp and his stallion, alone in a dream, proud in his colors, as the chromium gleams”, una vera e propria preghiera dei centauri. No Class è un preambolo Rock’n’Roll di gusto che ammorbidisce l’attesa della successiva Overkill, brano crudo ed esasperato in questa potentissima versione live, una vera chicca per gli amanti del genere. Passando per Capricorn e l’inarrivabile Bomber (altro implacabile cavallo di battaglia) si giunge alla conclusione con l’omonima Motorhead, inno di sempre della band che chiude il cerchio in modo perfetto.
Recentemente è stata pubblicata una seconda versione con doppio cd rimasterizzato, anche se, come dico sempre, quello che viene pubblicato in analogico, sarebbe bene rimanesse tale.
Un altro live imperdibile in una collezione Rock coi fiocchi, se ancora non lo avete…
…siete avvisati!1


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Stefano D'Offizi

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