Durante il nuovo millennio sono sbocciati diversi personaggi femminili pieni di fascino e charme, grazie soprattutto ad un loro forte carattere che va ad influenzare direttamente sulla loro musica. Sia nel pop più mainstream, con figure come Lana Del Rey o Marina and the Diamonds, sia nella musica più sperimentale e di nicchia. E proprio di quest’ultimo gruppo fa parte Chelsea Wolfe, di origini americane, la quale, partendo da un neo folk molto personale nei suoni e nella forma, mano a mano è virata sempre più verso il drone/gothic rock.
Quest’ultima fatica, che risponde al nome di Hiss Spun, risulta essere il suo lavoro più orientato a sonorità sludge, ma senza avere quell’atmosfera marcia tipica del genere. Infatti, sotto certi punti di vista, continua il discorso iniziato con il precedente e bellissimo ‘Abyss’, risultando un disco molto dark e intimo, nonostante i continui sfoghi del suono. Però il vero fulcro di tutto il disco rimane la stupenda voce della cantante californiana, evocativa e sognante, nonostante la durezza sonora e i testi particolarmente pregni di sofferenza. L’ottima validità di questo Hiss Spun è dovuta anche agli ospiti speciali presenti, come Troy Van Leeuwen (Queens of the Stone Age, A Perfect Circle) alla chitarra e Kurt Ballou (Converge) alle produzioni. Proprio questi due riescono a rendere questo album un monolite compatto e senza punti deboli, creando un viaggio sonoro oscuro, psichedelico e paranoico, il quale molto spesso sfocia nell’industrial.
Chelsea Wolfe si è confermata per l’ennesima volta una cantautrice molto interessante e piena di talento, abbandonando il romanticismo di ‘Pain is Beauty’ o le sperimentazioni di ‘The Grime And The Low’, creando invece un disco più lento e ossessivo, ma senza abbandonare quell’intima malinconia e debolezza umana che l’ha sempre caratterizzata.
Tracklist:
- Spun
- 16 Psyche
- Vex
- Strain
- The Culling
- Particle Flux
- Twin Fawn
- Offering
- Static Hum
- Welt
- Two Spirit
- Scrape