A dimostrare che in questo periodo il termine “indie” può voler dire tutto e niente, arriva il torinese appartenente alla classe ’85 Guglielmo Bruno, conosciuto meglio con il nome d’arte Willie Peyote. Il rapper/”cantautore”, dopo l’ottimo ‘Educazione Sabauda‘, è tornato con questo Sindrome di Tôret.
Il disco lo si può intendere come un concept quasi interamente basato sulla libertà d’espressione e sui limiti di essa, come lo si può evincere dalla frase finale dell’apripista Avanvera (“L’analfabetismo è funzionale/nel senso che serve a chi comanda./Qua hanno tutti una risposta/però qual è la domanda?”). Durante l’ascolto si può notare una forte influenza proveniente dagli spettacoli di stand up comedy, come l’utilizzo di campionature provenienti dai monologhi di Louis C.K o il riporto di intere sequenze degli spettacoli dell’italiano Giorgio Montanini. E proprio come uno spettacolo di stand up, Willie Peyote ci accompagna durante l’ascolto con testi caratterizzati da una forte ironia, come nel primo singolo I Cani, ma senza mai lasciare un senso di amarezza e malinconia, esempi principe i brani Ottima Scusa o Giusto la Metà di Me.
Musicalmente l’album è veramente molto godibile e vario, i pezzi passano da un funky molto coinvolgente fino a momenti più inclini al jazz e alla musica leggera da camera. In fin dei conti, Willie Peyote con questo suo terzo disco si conferma uno degli artisti emergenti più interessanti e da tenere più sott’occhio sul territorio italiano. Sindrome di Tôret è l’evoluzione naturale del precedente disco, ma l’artista piemontese abbandona i temi più personali e introspettivi per dedicarsi maggiormente ad un lavoro più sociale, senza però ottenere scarsi risultati. Disco consigliato a tutti.
Tracklist:
- Avanvera
- I Cani
- Ottima Scusa
- C’hai Ragione Tu
- Metti che Domani
- Le Chiavi in Borsa
- Giusto la Metà di Me
- Portapalazzo
- Il Gioco delle Parti
- 7 Miliardi (skit)
- Donna Bisestile
- Vilipendio
- Vendesi