#LAGUERRADIPIERO: Perché Sanremo è Sanremo? (di Piero Guerra)

Ho quasi quarant’anni. Di Sanremo ho ricordi importanti. Quelli della mia generazione ci sono cresciuti: Jovanotti che canta “Vasco”. Marco che se ne va e non torna più (forse aveva i suoi buoni motivi). Qualche meteora come quello di “brutta”. Elio e le Storie Tese vestiti come i Rockets. Poi ognuno ha il suo ricordo a cui è legata una qualche emozione. A me è toccata “uomini soli” dei Pooh, ogni volta che la sento mi si stringe il cuore. Nulla di particolare, ma alla fine Sanremo segna. Come ha segnato la sigla di novantesimo minuto, anche a chi del calcio non frega una mazza.
Quest’anno ho sentito che ha vinto un duetto. I duetti fanno sempre effetto, creano una sorta di threesome con l’ascoltatore. Insomma puntano sempre in alto. Come non dimenticare Minghi e Mietta e “du du da da da” (non quello dei Police… ndr).
Ripensando alle vecchie esibizioni invece mi è tornato alla mente il duetto Bono Mingardi. Ero ragazzino, mi stava simpatico quel ragazzo perché dicevano tutti che era stonato.
Moro e Meta (non potevano chiamarsi Metamoro? Sarebbero sembrati un concorrente giapponese) rappresentano quello che succede in Italia oggi. Un paio di dischi, due canzoni e subito ti mettono sotto un piedistallo. La mancanza di valide alternative porta ad accelerare i tempi necessari a un cantante per affermarsi. Almeno necessari per creare quello spessore tale da renderlo realmente affermato.
Vogliamo parlare del secondo posto? Lo Stato Sociale, ovvero il simbolo (ahimè doloroso) di dove è finita una certa cultura alternativa. Mi piace ascoltare quelli pro e quelli contro. “Sono la novità” Vs “Sono la feccia”. Da parte mia devo ammettere che il brano è simpatico e comunque ci può stare, però insomma lasciamo perdere va.
Di Annalisa mi piacciono certe dinamiche vocali e quella sua apparente freddezza me la fa sempre immaginare vestita di pelle e con un frustino in mano. Certi pensieri istintivi superano il lato artistico. D’altronde siamo uomini e non quadri.
Baglioni l’ho intravisto. Pareva un po’ il maggiordomo che alla fine è il colpevole. Arrivato a quel punto uno dovrebbe decidere se farsi prete o andare all’isola dei famosi. Non certo presentare Sanremo. Ho visto la scollatura di Michelle solo il primo giorno. A dirla tutta, mi pare che ci sia ultimamente questa riscoperta delle tette che dopotutto non mi dispiace. Il momento commovente invece non poteva mancare, un po’ come quel bambino che sta male alla recita di fine anno.
Ecco. Questo è tutto quello che ho da dire su Sanremo. Caso mai a qualcuno interessi.
Alla prossima… vostro Piero


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Piero Guerra

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