Alvvays – Antisocialites (Polyvinyl Records / Transgressive, 2017) di Giuseppe Grieco

Quando nel 2013 fecero capolino nel mondo del mercato musicale gli Alvvays crearono una certa dose di positivo subbuglio. Grazie infatti al loro disco omonimo, gettarono le basi per uno svecchiamento di quel genere che è il dream/indie pop, di grande tendenza commerciale e per questo molto presto saturo e ristagnante riguardo alla creatività e all’ispirazione. Questo merito fece guadagnare loro un grande prestigio presso la critica, e un’ampia risonanza di (meritato) successo presso gli ascoltatori, tra cui anche grandi nomi del panorama musicale. A distanza di quattro anni ha visto la luce Antisocialites, secondo lavoro in studio della…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Fresco

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Quando nel 2013 fecero capolino nel mondo del mercato musicale gli Alvvays crearono una certa dose di positivo subbuglio.
Grazie infatti al loro disco omonimo, gettarono le basi per uno svecchiamento di quel genere che è il dream/indie pop, di grande tendenza commerciale e per questo molto presto saturo e ristagnante riguardo alla creatività e all’ispirazione. Questo merito fece guadagnare loro un grande prestigio presso la critica, e un’ampia risonanza di (meritato) successo presso gli ascoltatori, tra cui anche grandi nomi del panorama musicale.
A distanza di quattro anni ha visto la luce Antisocialites, secondo lavoro in studio della band di Toronto, carico di una massiccia dose di aspettativa. Fa molto piacere constatare che questa non è stata delusa, visto che il gruppo non ha perso il suo estro creativo, regalandoci un disco notevole.
I pezzi sono ben costruiti danno all’album una struttura compatta e uniforme, senza risultare pesante o artificio. Difatti l’ascolto fila che è una bellezza, facendo passare l’ascoltatore attraverso diverse varianti del pop ben fatto, andando da Dreams Tonite, languida ballata fino ad arrivare al power pop di Lollipop (Ode to Jim), ma sostanzialmente ogni singolo brano ha un suo fascino magnetico, dato anche dalla voce delicata e molto malleabile della cantante Molly Rankin.
Non si può che apprezzare il talento di questi ragazzi, e il modo migliore per farlo è senza dubbio rendere onore a questo disco e al suo predecessore, https://open.spotify.com/album/7CCwkPweMxKq8yWkVerH6Tascoltandoli e facendosi avvolgere dalla delicata leggerezza che sprigionano.

Tracklist:
1. In Undertow
2. Dreams Tonite
3. Plimsoll Punks
4. Your Type
5. Not My Baby
6. Hey
7. Lollipop (Ode to Jim)
8. Already Gone
9. Saved by a Waif
10. Forget About Life

 


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Giuseppe Grieco

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