Se c’è una cosa che questi ultimi anni ci stanno insegnando è che gallina vecchia fa davvero un gran buon brodo. Più che al fiorire di nuove leve, stiamo assistendo a vecchie glorie che stupiscono i propri fan sfornando prestazioni davvero convincenti; è stato il caso degli Iron Maiden, dei Testament, dei Judas Priest e così via. Arriva adesso il turno dei Saxon che, dopo quarant’anni di carriera e ben ventidue dischi, ci hanno fatto dono del loro miglior disco da inizio millennio. Questo Thunderbolt è autentica gioia per le orecchie di chi vuole rivivere i fasti dell’heavy metal della fine degli anni ’70. Seppur meno violento del suo predecessore Battering Ram, Biff Byford e compagni hanno optato per un ritorno al suono delle origini, senza comunque eccedere mai in inutili richiami nostalgici. Di fronte a noi c’è una band che, a differenza di molte altre, non ha vissuto lo shock di troppo cambi di line-up e che ha degli automatismi oliati alla perfezione. In brani come la title track Thunderbolt, They Played Rock and Roll e Sniper troviamo un heavy metal di qualità, senza fronzoli inutili. Altrove, come in Predator, la band ricerca invece un sound più evoluto e moderno ma la sostanza del disco non cambia. I Saxon sono tutt’altro che intenzionati ad andare in pensione a breve e questo ritorno al passato lo dimostra, facendo contenti soprattutto i fan della prima ora.
Tracklist:
- Olympus Rising
- Thunderbolt
- The Secret of Flight
- Nosferatu (The Vampires Waltz)
- They Played Rock and Roll
- Predator
- Sons of Odin
- Sniper
- A Wizard’s Tale
- Speed Merchants
- Roadie’s Song
- Nosferatu (raw version)