Voivod @Largo Venue, Roma (foto di Stefano D’Offizi, testo di Giuseppe Grieco)

È un anniversario importante quello che si festeggia a Largo Venue: i Voivod, la storica band thrash metal che più ha saputo esplorare e ampliare il suo genere di appartenenza, compie trentacinque anni di attività. Un evento così va vissuto appieno, e per fortuna è stato proprio così.

Come già detto siamo a Largo Venue, e due sono i gruppi di apertura del concerto dei franco-canadesi.

Per primi si esibiscono i Game Over, band italianissima di Ferrara, che personalmente considero la sorpresa col botto della serata. Carichissimi e vere bestie da palcoscenico, iniziano la serata come meglio non si potrebbe, con un thrash old school anni ’80, suonato con tecnica elevata e ancor più elevato coinvolgimento. Una vera rivelazione.

Seguono i Nightrage, gruppo melodic death metal greco-svedese, che con il loro stile spezzano un po’ tra il primo gruppo spalla e gli headliners. Molto loquaci, si distinguono per le incursioni del cantante tra il pubblico e per la giovanissima età del batterista, appena ventiduenne.

Dulcis in fundo, salgono sul palco i Voivod, e già dal primo riff ferroso di basso di Post Society si capisce che la band non farà prigionieri. Seguono brani che toccano tutta l’amplia discografia del gruppo, dal thrash grezzo di War and Pain per passare ad album con venature progressive d’avanguardia come Killing Technology, Nothingface o Phobos, fino ad arrivare a toccare alcuni pezzi tratti da The Wake, ultimissimo album appena uscito, mentre alle loro spalle vengono proiettati i disegni e le copertine create dal batterista Michel Langevin, opere caratterizzate da mondi futuristici desolati, popolati da ambigue e inquietanti creature.

I membri del gruppo sono in forma smagliante e vengono celebrati a dovere dal gruppo di fedelissimi fan, senza dimenticare il compianto Denis D’Amour, alias Piggy. Da parte loro i Voivod dichiarano a pieni polmoni l’amore per l’Italia, testimonianza ne è la maglia del bassista Dominique Laroche o l’elogio al caffè migliore di sempre da parte del cantante Denis Bélanger.

Ma cosa più importante, i Voivod amano ciò che fanno e si divertono un mondo a suonare, e divertono anche i fan con continue digressioni comiche o abbondante citazionismo.

A conti fatti questa è stata una serata riuscitissima, dove sono stati apprezzati sia i due gruppi spalla che i Voivod stessi, e il tutto si è svolto perfettamente in orario (cosa sacrosanta). Fuori dal locale, parafrasando il maestro Paolo Conte “piove un mondo freddo”, ma per stasera a noi va bene anche così.


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Giuseppe Grieco

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