Behemoth – I Loved You At Your Darkest (Nuclear Blast, 2018) di Alessandro Magister

Torni a casa dopo 14 ore di una giornata lavorativa lunga e pregna di amarezze. Per fortuna, ad attenderti c’è una famiglia e, soprattutto, l’amico più fedele dell’uomo: la combo divano + tv. Accendi il decoder e trovi un documentario sugli animali della savana. “Daje”, pensi, “Mi ci voleva proprio, basta gattini, cagnolini e tutti quei pucciosi che vedo ogni giorno su Facebook. Chi saranno i protagonisti? Un branco di iene assetate di sangue? Leonesse ansiose di diffondere terrore e sofferenza?”. No, nulla di tutto questo. È un documentario sul tasso del miele. “Ma puoi fare un documentario su questa bestia brutta e insignificante?”. Apparentemente è così, nutrivi delle aspettative e, dopo un’analisi poco lucida e frettolosa, ti sei sentito deluso. Se hai la pazienza di attendere, però, scoprirai che ha il suo perché. È un animale forgiato dal metallo, che odia tutti e non ha paura di nessuno. Attacca serpenti velenosissimi e, se morso, anziché morire si fa una dormita di qualche ora, per poi tornare a spargere odio e cattiveria pura, sfidando leoni, ghepardi e chiunque si trovi sulla sua strada. Bello, sicuramente, ma non quello che ti aspettavi. Ti toccherà aspettare il prossimo documentario per avere quello che cerchi.

Resa l’idea? Bene. Era dal 2014 che ogni fan dei Behemoth attendeva il successore di The Satanist, capolavoro acclamato da pubblico e critica per la capacità di fondere brillantemente il suono black con una produzione moderna e impeccabile. La band, comunque aveva lanciato segnali di una svolta stilistica e basti pensare alle parole del leader Nergal riguardo a quale fosse secondo lui la migliore band al mondo: “Quindici anni fa, avrei detto Morbid Angel o Mayhem. Ora dico AC/DC”. Il problema è che di svolta non si può parlare in termini assoluti. La blasfemia dei testi e dei temi trattati rimane, l’avversione per la Chiesa cattolica pure, il tutto amplificato dal fatto che parliamo di una band che viene da una nazione, la Polonia, in cui la religione permea ogni momento e aspetto della vita quotidiana. Resta da vedere, ma qui entriamo in discorsi molto soggettivi e che non abbiamo alcuna intenzione di affrontare in questa review, se le tematiche antireligiose della band possano risultare stucchevoli, dopo tutti questi anni. Oltre a testi e temi, in alcuni brani, fortunatamente non così pochi, restano la brutalità nuda e cruda e l’oscurità dei precedenti lavori. Tra tutti, ricordiamo la splendida Wolves Ov Siberia, cui bastano 180 secondi e un riff per entrare di prepotenza nella top ten dei brani del 2018, oppure Ecclesia Diabolica Catholica, più varia e articolate nei suoi 5 minuti di lunghezza ma ugualmente incisiva e brutale. Tolti questi due episodi che rappresentano i momenti più gratificanti a detta di chi scrive, l’orecchio dell’ascoltatore deve abituarsi a nuovi elementi. In primis, nota dolente, i cori di voci bambinesche e non, lunghi e onnipresenti. Il loro è un ruolo primario, dato che compaiono già nell’intro del disco. Uso intensivo o abuso? In God=Dog e nella già citata intro, Solve, a detta di chi scrive si può propendere per la seconda ipotesi. Non basterebbero, tuttavia, i cori per parlare di svolta. Infatti occorre anche citare il suono più lento e melodico, fa quasi ridere parlando di black metal estremo, di brani quali If Crucifixion Was Not Enough e soprattutto Bartzabel. Per concludere la panoramica, dobbiamo rilevare come, altrove, la band abbia deciso di mescolare i due tipi di suono, con risultati dall’alterna fortuna: non benissimo in Rom 5:8, molto meglio in Havohej Pantocrator, il brano più lungo dell’album. In definitiva, a differenza del passato, i Behemoth hanno creato un’opera priva di una sola distinta anima e, piuttosto, hanno intrapreso una svolta senza ancora averla conclusa e qui, dunque, abbiamo il diario di un viaggio ancora in corso. Bisognerà attendere e si sa che questo è il destino di qualsiasi fan o appassionato.

Tracklist:

1. Solve (Intro)
2. Wolves Ov Siberia
3. God = Dog
4. Ecclesia Diabolica Catholica
5. Bartzabel
6. If Crucifixtion Was Not Enough
7. Angelvs XIII
8. Sabbath Mater
9. Havohej Pantocrator
10. ROM 5:8
11. We Are The Next 1000 Years
12. Coagula (Outro)


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Alessandro Magister

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