AUGEN LICHT – intervista a cura di Francesco Sermarini

 

Il collettivo nostrano AUGEN LICHT si è già fatto notare diverse volte sulle nostre pagine con le recensioni più che positive dei REA, 124C41+ e John Malkovitch!. A breve, il primo dicembre, uscirà il documentario creato da loro stessi nel quale racconteranno la genesi del collettivo e la loro visione della musica, il tutto accompagnato dalle immagini riprese durante il loro suggestivo live presso il Teatro “Il Piccolo” di Terni. Per l’occasione noi di Relics-Controsuoni abbiamo voluto intervistarli per saperne di più su uno dei progetti underground più interessanti presenti nel nostro paese negli ultimi anni.

 

Ciao e benvenuti alla vostra prima intervista per Relics-Controsuoni! Passiamo subito al fulcro centrale: il mini-documentario che avete creato. Prima di tutto, permettetemi di farvi i complimenti per l’ottimo lavoro che avete svolto. Secondo, com’è nata l’idea di documentare quello che avevate creato tutti insieme come collettivo? E com’è stata tale esperienza?

La scelta di realizzare un docufilm nasce inizialmente dalla volontà di documentare ciò che ha riempito per mesi le nostre giornate e i nostri discorsi. In secondo luogo sentivamo l’esigenza unanime di uscire dal nostro bacino consolidato di ascoltatori, per avere la possibilità di mostrarci da una prospettiva meno formale e distante. Talvolta sforzandoci, attraverso i volti, gesti e parole di raggiungere un angolazione più intima e nascosta del nostro lavoro.

Grande attenzione viene data alla vostra esibizione presso il teatro “Il Piccolo” di Terni nel dicembre dell’anno scorso e, visto che molti di voi sono proprio della città, probabilmente conoscevate il luogo da parecchio tempo. Cosa avete provato a trovarvi proprio su quel palco? Avete trovato un forte feedback da parte dei vostri compaesani?

Essendo rilegato ad eventi decisamente fuori dal nostro interesse nessuno di noi aveva legami con quel luogo, la nostra scelta è stata dettata da una necessità scenografica spaziale che dopo diversi sopralluoghi in altri ambienti si è concretizzata in quel teatro che da subito ci è sembrata la forma più fedele all’immagine che ci eravamo fatti. Il teatro ci ha permesso un interazione unica, diretta e intima con il pubblico, cosa che abbiamo sempre ricercato. C’era un’ atmosfera silente, quasi religiosa, non potevamo chiedere di meglio.

Passiamo al lato creativo di Augen Licht, anzi di preciso alle sue influenze. Tralasciando le affinità musicali, abbastanza palesi, fra di voi, condividete anche gli stessi gusti in altre materie come letteratura o cinema? E quanto queste, nello specifico, influiscono sulla musica?

Ciascuno di noi ha interessi affini e opposti, anche nella stessa dimensione musicale ci ritroviamo spesso in situazioni anche molto lontane tra loro, questo si ritrova ancor più accentuato in altri campi estranei alla musica dove contiamo un bagaglio di influenze estremamente eterogeneo. Questo crea una dinamica complementare e dialettica tra i nostri interessi, andando cosi a riflettere nella nostra esperienza umana e certamente anche in quella musicale.

I vostri lavori vogliono sempre trasmettere qualcosa, che sia un concetto, una sensazione o, come dite ad un certo punto nel documentario, una mini-narrazione. Quanto è importante per voi il concept dietro ad un disco e quanto questo cambia il vostro approccio alla scrittura?

Il concept è un immagine d’insieme che emerge dalla composizione, è importante ma secondario alla scrittura, la accompagna e la caratterizza contestualizzando una visione che ci appartiene senza però assolutizzare l’interpretazione e la fruizione. In ogni caso, essendo ogni progetto distinto e diversificato ognuno di noi presenta un rapporto specifico nei confronti della scrittura e del conseguente metodo e approccio che porta con sè.

E’ venuto il momento di salutarci. Vi ringrazio molto per la vostra disponibilità e vi auguro di poterci regalare per tanto e ancora tanto tempo un po’ di ottima musica. Avete voglia di rivelare qualche prossimo progetto per il futuro o non c’è ancora niente di concreto in pentola?

Da quando è stato realizzato il documentario sono molte le cose che sono cambiate e molte sono le idee e i progetti a cui abbiamo iniziato a dar corpo. I John Malkovitch! sono alle prese con le parti di rifinitura del loro nuovo disco; i 124C41+ e i Rea hanno da poco registrato, insieme a testa, mani e valvole di Enrico Baraldi, un pezzo in collaborazione; Leonardo, già batterista dei 124, sta scrivendo e registrando il suo primo lavoro in solitaria; ed infine Au-delà du soleil noir e XIX nel segreto dei loro studi stanno, tramite corrispondenza, facendo prove alchemiche sull’ interazione tra suoni sintetici ed elettroacustici.

 

Gli AUGEN LICHT sono: 124C41+, XIXAu-delà du soleil noir, REA, John Malkovitch!

Trailer documentario in uscita il 1/12/18:


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Francesco Sermarini

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