Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT
Ecco, in sintesi, Le Cinque Stagioni del duo Der Finger. L’ermetico passo qui riportato è quello contenuto nell’edizione fisica del disco, limitata a 100 copie e pubblicata dalla Toten Schwan Records. Il fatto poi che il duo italiano non sia, rende la cosa ancora più interessante, e anche straniante. Peri inciso, questa sensazione vi accompagnerà per tutto il disco, per cui cominciate a prepararvi.
Venendo al duo, i membri sono Anton Efimov (chitarra, basso, effetti) e Evgenia Sivkova (sax, batteria, clarinetto, mandolino, voce, tromba ed effetti), provenienti da Mosca. Oltre che dalla musica, i due russi sono uniti anche dalla passione per il mondo scientifico: il primo è uno scienziato che lavora in un laboratorio di bionanotecnologie, la seconda sta ultimando il suo dottorato in astrofisica. Le opere precedenti a questa persa in esame sono molte, spesso registrate in presa diretta senza alcuna sovraincisione.
L’obiettivo della coppia può essere riassunto nella dimostrazione del potere e della gloria dell’improvvisazione, slegata dal concetto di tempo così come lo si intende normalmente. Il loro stile, che amano definire come “un minimalismo dark jazz”, unisce il positivismo scientifico e il simbolismo decadente dell’art nouveau del secessionismo viennese a cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Da qui proviene anche la scelta dell’uso del tedesco (o italiano nel nostro caso) invece che dell’imperante inglese.
Le Cinque Stagioni è stato registrato al Sanchillo Vintage Recordings Studio di Mosca, sotto la supervisione del padre di Evgenia, Edwan Sivkow, sassofonista d’avanguardia e che già ha affiancato il duo dal vivo. L’album è un tributo allo scrittore Robert Anton Wilson e alla sua trilogia fantascientifica Gli Illuminati. I titoli dei brani sono quelli delle cinque stagioni del calendario degli illuminati, ed è voluto il gioco di parole in italiano che rimanda alle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, con cui però non ha nulla a che fare.
Come classificare questo album? Come avrete capito, il disco è pieno zeppo di cultura e riferimenti letterario-filosofici, e questo lo rende di per sé un lavoro ostico. Lo stile poi, è solo per gli ascoltatori più forti e aperti di mente. Siamo di fronte a un free jazz dai contorni così sfumati che spesso si finisce nel noise non addomesticato. I cinque brani sono tutto il contrario della classica forma canzone, piuttosto sono una decostruzione e un riassemblamento di essa. Si va dal noise tribale di Unordnung alla cavalcata free Beamtennherrschaft. Verwirrung e Zweitracht illudono l’ascoltatore con il loro inizio classico, per poi maciullarlo nei loro contorti schemi compositivi. Il brano più accessibile è senza dubbio Realpolitik, sia per durata, sia per la sua somiglianza a un free jazz più canonico e contenuto.
Un disco per veri temerari, non c’è dubbio. Il concettualismo filosofico e sonoro del duo è davvero per pochi. Chi dovesse riuscire a reggere il confronto però, potrebbe essere in grado di apprezzarne le idee di fondo e anche le composizioni, difficilmente digeribili ma non per questo prive di fascino.
L’album è scaricabile gratuitamente in formato digitale dalla pagina Bandcamp del duo, dove è possibile anche comprare l’edizione fisica.
Tracklist:
- Verwirrung
- Zweitracht
- Unordnung
- Beamtennherrschaft
- Realpolitik