Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT
Come Raison dâĂȘtre col suo Alchymeia, anche Healt ha deciso di pubblicare il suo nuovo disco nel 2018, dopo tre anni di gestazione. La differenza tra i due dischi risalta in fretta: mentre Alchymeia Ăš in bilico tra salvezza e distruzione, Codex mantiene un livello emotivo piuttosto stabile.
Qui non Ăš il terrore a farla da sovrano, quanto piuttosto il sospetto o il dubbio. Tutto il disco sembra un peregrinare nei vicoli e nei meandri della cittĂ raffigurata nella copertina, noi potremmo benissimo essere la figura indistinta e vagamente sinistra che vi si intravede.
Lâintroduttiva The Void si innalza sul tappeto di sintetizzatori che reggono lâintera struttura del disco, fondamentale per creare lâatmosfera dâincertezza dellâopera. Molto dâimpatto Ăš il pianoforte, usato con solenne pacatezza, che contribuisce a dare imponente profonditĂ , qui e in pezzi come Path Of Fallen Gods e A Hunger Too Deep. Certo, non mancano momenti in cui la tensione diviene palpabile (From Chasms Reborn, The Maze), ma come giĂ detto non ci sono dei veri e propri picchi da cardiopalma.
Risulta limitato lâuso piĂč spigoloso dello stile industrial, che si riduce qui alle pulsazioni elettroniche che fanno da percussioni, e sono assenti i tipici field recordings che sono quasi un marchio di fabbrica. Ciononostante lâintero disco riesce a mantenere unâaura cinematografica, specialmente in The Seer e The Empty Chapel, quasi fosse una colonna sonora di un film mai creato (o semplicemente non ancora creato). Se non temete le strade scure di una cittĂ a voi sconosciuta, non esitate a intraprendere questo viaggio, non ne rimarrete delusi.
Tracklist:
01. The Void
02. From Chasms Reborn
03. The Seer
04. A Memory Lost
05. The Empty Chapel
06. Path Of Fallen Gods
07. The Ancient City
08. Sacrifice To The Machine
09. The Maze
10. A Hunger Too Deep
11. The Citadel