Nocratai – Tormento (Grimm Distribution/The Ritual Productions/Black Metal Records, 2018) di Giuseppe Grieco

Alcune volte ci si imbatte in album che portano nomi assolutamente totalizzanti, titoli che racchiudono l’essenza dell’opera senza lasciare fuori alcun dettaglio, nemmeno il più minimo. Tormento fa parte di questa piccola categoria. L’album degli italiani Nocratai è davvero qualcosa di angoscioso, non adatto a tutti. Ma andiamo con ordine. La band, costituita da Thorns (chitarra, seconde voci, campionamenti), 4 (voce, campionamenti, noise) e Beast (chitarra, campionamenti e programming) ha registrato le otto tracce che compongono il disco nel 2011, ma soltanto nel 2018 è stato possibile ascoltarle, grazie al rilascio da parte della triade Grimm Distribution/The Ritual Productions/Black…

Score

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POTENZIALITA'
CONCEPT

Voto Utenti : 4.7 ( 1 voti)
Alcune volte ci si imbatte in album che portano nomi assolutamente totalizzanti, titoli che racchiudono l’essenza dell’opera senza lasciare fuori alcun dettaglio, nemmeno il più minimo. Tormento fa parte di questa piccola categoria.

L’album degli italiani Nocratai è davvero qualcosa di angoscioso, non adatto a tutti. Ma andiamo con ordine.

La band, costituita da Thorns (chitarra, seconde voci, campionamenti), 4 (voce, campionamenti, noise) e Beast (chitarra, campionamenti e programming) ha registrato le otto tracce che compongono il disco nel 2011, ma soltanto nel 2018 è stato possibile ascoltarle, grazie al rilascio da parte della triade Grimm Distribution/The Ritual Productions/Black Metal Records.

Tormento ha un animo black metal, declinato però nelle sonorità industrial e dance più casiniste. Il risultato è un album tamarro come pochi altri. I riff black sono rozzi e ruvidi, accompagnati da una drum machine martellante e dalla cadenza variabile. L’anticristianesimo e il nichilismo proposti dal gruppo sono percepibili nei testi dei brani, ma carpire anche solo una parola è arduo, dato che la voce è annegata in un mare di effetti noise e bordoni elettronici.

L’opera non è un album esente da difetti: la proposta del gruppo è un disco che stilisticamente risulta davvero molto datato già nel 2011, ancora di più adesso. Non ritroviamo particolari tecnicismi, e pesa tantissimo la durata complessiva di alcuni brani, in particolar modo Drugs And Their Terrible Consequences, che nei suoi sedici minuti di vuoto elettronico finisce per ammorbare l’ascoltatore.

D’altra parte emerge prepotente il carattere dell’opera, ignorante e irriverente, che nella semplicità e nella tamarraggine fonda la sua potenza. Inoltre personalmente ho letteralmente amato i field recordings in italiano a tema oscuro ed esoterico tratti da film di assoluto spessore come Il Settimo Sigillo, elementi che fungono perfettamente sia da intro (I Spit In The Eyes Of Christ) che da cesure (Absence Of Light), arrivando ad essere a fondamento stesso dei brani.

Mi rendo conto che a parecchi Tormento risulterà odioso, una causa persa. Ma d’altra parte, se si riescono ad accettare gli innegabili difetti che si porta dietro, ritengo che il disco possa donare qualche oscura soddisfazione. Dategli una possibilità.

Tracklist:

  1. I Spit In The Eyes Of Christ
  2. Absence Of Light
  3. Ogni Strada Porta Al Calvario
  4. Jesus Creek
  5. In His Name
  6. La Danza Della Morte
  7. Miseria 6.66 MHZ
  8. Drugs And Their Terrible Consequences


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Giuseppe Grieco

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