Testo di Alessandro Masetto
Quella andata in scena in un sabato di metà marzo, quasi primaverile come stagione (molto meno climaticamente), all’Arci Tom di Mantova è stata una meravigliosa, vera e propria festa pagana, dove davvero non è mancato alcun ingrediente magico, per rendere completa una giornata suggestiva ed emozionante, partita dal primo pomeriggio e conclusasi in tarda serata con un’ultimo live di una delle cinque bands inserite nel bill. Era la mia prima esperienza personale in questo tipo di eventi, e devo dire che la cosa mi ha stuzzicato molto, sia come ambientazione, che come varietà di programmazione. La danza del fuoco (svoltasi in un’area esterna e in piena sicurezza pertanto del locale stesso), e’ stata una cosa davvero suggestiva, dove due bravissimi interpretati si sono dati battaglia con il fuoco, alternandosi a vicenda,e creando una stupenda relazione tra fuoco/anima e corpo. Non da meno è stata la danza delle streghe, dove ha brillato la performance di Elisabetta Simonetti, vera trascinatrice del balletto “ The Withches Gater”, che ha letteralmente fatto impazzire il numeroso pubblico presente, per tanta grazia e capacità contorsionistica dimostrata. Senza nulla togliere a tutte le altre “streghe” (rigorosamente di nero vestite e con il volto coperto da un velo come conviene nei veri riti macabri), che hanno certamente contribuito all’ottima performance e lasciato il segno finale. In mezzo a tutto ciò, body painting, trucco artistico, molte bancherelle che offrivano ogni tipo di prelibatezza artigianale che il mercato celtico possa offrire, con tanto di anelli, accessori in pelle e in cuoio, ornamenti femminili ricercati e di grande impatto. Protagonista assoluta di questa Pagan Fest è stata inoltre la musica, dove sul palco dell’Arci Tom, (sempre all’altezza della situazione), si sono alternate ben cinque band che proponevano tutte un metal a forti tinte symphonic/celtic/epic, e di cui abbiamo potuto assistere (purtroppo), solo alle performance delle ultime tre, che in ordine cronologico, Holy Shire, MaterDea e gli Ancient Bards, molto quotati all’estero (dove hanno partecipato pure al prestigioso Wacken Open Air in Germania), e quantomai preziosi e rari da poterli ammirare live in Italia, nonostante abbiano un’ottimo seguito di pubblico, e che i componenti siano tutti nostrani, di Rimini precisamente. Sono stati anche musicalmente i più “duri” di tutti come sound, dove mescolano sapientemente epic, power e symphonic metal. La bella e brava vocalist Sara Squadrani è certamente uno dei punti di forza degli Ancient Bards, capace di modellare a proprio piacimento la sua ugola in modo magistrale, efficace sia sui pezzi aggressivi, che sui brani più introspettivi e riflessivi. Per l’occasione, a questo Pagan Fest, presenteranno la loro ultima fatica discografica intitolata “Origine”. I Torinesi MaterDea, si dilettano invece in un folk-celtic molto suggestivo,quasi “irreale” e sognante, tanto che dalle note emanate dai loro strumenti, è molto facile “perdersi” e farsi trasportare mentalmente in un viaggio tra foreste, maghi, folletti, in una sorta di sodalizio mistico natura-musica. Gli Holy Shire, infine, propongono un genere più tranquillo e soft e leggero rispetto ai colleghi Ancient Bards, un celtic metal con voci molto femminili , soavi e raffinate, supportate da linee melodiche azzeccate, con il supporto di tradizionali flauti e violini, come il genere impone e richiede. Presentavano il nuovo disco “The Legendary Shepherds Of The Forest”, da cui è estratta la blasfema e oscura “Danse Macabre”,(videoclip da vedere) che ben si sposa con le tematiche oscure e tradizione pagana, perfettamente centrate con l’evento in questione . Nel primo pomeriggio, hanno dato battaglia e messo in luce il loro valore, i veneti Kanseil, e i laziali Heroes Of Forgotten Kingdoms, con il loro celtic metal più canonico e tradizionale, aprendo, di fatto, la kermesse canora nel migliore dei modi.
IN CONCLUSIONE
Un Pagan Fest spettacolare e riuscito al meglio, dove davvero sono stati toccati tutti gli aspetti e gli elementi necessari per rendere memorabile e perfetta questa giornata,non tralasciando nulla al caso. Come sempre un lavoro impeccabile dei mixeristi e dei tecnici alle luci dell’Arci Tom, che hanno contributo a dare una marcia in più a ogni band che si è esibita, e più in generale di tutto lo Staff del locale al completo (nessuno escluso). Un sentito e particolare ringraziamento da parte nostra e di Relics-Controsuoni, al Signor. Massimo Mazzola, per l’ospitalità e la disponibilità ricevuta per tutta la durata della manifestazione.
Foto di Rita Profeta