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Potenzialità
Concept

Dopo anni di questioni legali, cambi di nome e di etichetta discografica oltre a screzi vari, il risultato è che Staropoli ha scelto un nuovo batterista, un nuovo cantante e il 2019 ci presenta l’ultima fatica dei suoi Rhapsody Of Fire. Da un punto di vista narrativo, Staropoli assieme al chitarrista De Micheli ha sviluppato la “Nephilim’s Empire Saga” e questo è il suo primo capitolo, come a voler rappresentare musicalmente l’inizio di una nuova fase di vita. Sicuramente non deve essere stato facile vedere andar via Lione e assistere alla propria creatura musicale che va avanti lasciandoti in disparte e questo contribuisce ad arricchire il significato di questo The Eighth Mountain.
Il rischio, in questi casi, è quello di strafare. Chiariamo subito, allora, che è impossibile parlare di flop e la formula musicale non scontenterà di certo i fan del power metal sinfonico. Anzi. Sfido chiunque a non rimanere colpiti dal range vocale di Giacomo Voli, perfettamente calato nella parte e capace di destreggiarsi senza fatica tra i diversi cambi di ritmo e tonalità. Davvero notevole anche l’utilizzo di cori e della Orchestra Nazionale Sinfonica della Bulgaria. L’opener strumentale Abyss Of Pain accompagna l’ascoltatore tra suoni di archi, corni e voci angeliche. Chi scrive non ama particolarmente le intro invadenti e fortunatamente non è questo il caso. I tre brani che seguono tolgono ogni dubbio sulla bontà dell’opera: una corsa fatta di riff taglienti, ritmiche serrate e ritornelli utili a creare la giusta atmosfera. Ottimo il lavoro di De Micheli alla chitarra, senza sbavature e pieno di espressività ma su tutti spicca la maestria e l’ispirazione di Staropoli, davvero notevole. In questa prima sezione segnaliamo Master Of Peace, utile in particolare a Giacomo Voli per mostrare la straordinaria estensione vocale. Con le successive White Wizard, Warrior Heart e The Courage To Forgive i ritmi si abbassano per lasciare maggior spazio alle armonie e alle atmosfere.
L’album raggiunge il culmine con quello che è destinato a diventare un classico della band ossia la suite March Against The Tyrant. Da qui in poi il disco si tinge di chiaroscuri; in particolare in Clash Of Times sembra prevalere un senso di eccessivo rimando al passato e, in misura ancora maggiore, la suite finale Tales Of a Hero’s Fate appare quasi il tentativo di far felici i fan di vecchia data ma rischia di esaurirsi in un banale deja vu. A chiudere il primo capitolo di una nuova era musicale per Staropoli e compagni vi è la voce di Sir Christopher Lee, in una delle sue ultime registrazioni. Sicuramente un momento toccante che farà felici molti. La produzione è curata e ben fatta, così come l’artwork. In definitiva, questo album ha il pregio di voler aprire una nuova strada e lo fa portandosi dietro qualche piccola pecca ma non tanto da inficiarne il valore complessivo. Sicuramente ci lascia speranzosi e ottimisti per il futuro.
Tracklist:
- Abyss Of Pain
- Seven Heroic Deeds
- Master Of Peace
- Rain Of Fury
- White Wizard
- Warrior Heart
- The Courage To Forgive
- March Against The Tyran
- Clash Of Times
- The Legend Goes Onù
- The Wind, The Rain And The Moon
- Tales Of A Hero’s Fate