Ferndal – Singularitäten (Einheit Produktionen, 2019) di Giuseppe Grieco

Formatisi nel 2016, i teutonici Ferndal ritornano in questo carico 2019 con il secondo full-length, il seguito del disco omonimo di debutto. Singularitäten lotta nel marasma delle miriadi di uscite nel settore, e riesce ad emergere vittorioso dalla sfida. Il gruppo è formato da Sorathiel (basso e voce), Lestaya (violoncello), Alboin (batteria) e Abarus e Sethras (chitarre). I nostri sono in questa occasione accompagnati da ulteriori musicisti, che rendono il sound del disco ricco e pieno. Il punto forte della formula della band è la commistione ben riuscita tra black metal ed elementi classico-sinfonici, con ulteriori venature folkloristiche, tutto…

Score

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Formatisi nel 2016, i teutonici Ferndal ritornano in questo carico 2019 con il secondo full-length, il seguito del disco omonimo di debutto.

Singularitäten lotta nel marasma delle miriadi di uscite nel settore, e riesce ad emergere vittorioso dalla sfida. Il gruppo è formato da Sorathiel (basso e voce), Lestaya (violoncello), Alboin (batteria) e Abarus e Sethras (chitarre). I nostri sono in questa occasione accompagnati da ulteriori musicisti, che rendono il sound del disco ricco e pieno.

Il punto forte della formula della band è la commistione ben riuscita tra black metal ed elementi classico-sinfonici, con ulteriori venature folkloristiche, tutto presentato con un sound moderno ed accattivante.

Il materiale di Singularitäten è stato sviluppato nell’arco temporale che va dal 2016 al 2018 da Lestaya e Sorathiel. Lo stile classicheggiante ha il compito di aprire le danze con Intro, il brano di apertura. Subito dopo i Ferndal mostrano i muscoli con Weltenbrände, oscuro pezzo black metal in cui spicca il violoncello e il contrasto tra voce in scream e cantato quasi liturgico, elemento che fa nascere spontaneo il paragone con i ben più famosi Batuschka. Il ritmo serrato continua per poi smorzarsi circa a metà disco con Klavierquintett in e-Moll (Mother North). In questo brano si evince la volontà del gruppo di variare dagli stilemi classici del black metal. Si tratta questo di un oscuro brano di musica classica, una cesura molto simile a quella adoperata dai Gorguts in Colored Sands col brano The Battle of Chamodo. Superato questo episodio, il disco continua fino al suo termine con la suggestiva ricetta di black metal sinfonico di cui la band si fa portabandiera.

L’appunto che viene da fare all’opera è la sua eccessiva lunghezza. Ad eccezione di Intro, tutti i brani hanno una durata considerevole, questo alla lunga porta ad un appesantimento complessivo degli stessi e in alcuni casi a un ripetersi di pattern che inficiano in parte la godibilità del disco.

Uno snellimento quindi sarebbe stato gradito, ma a conti fatti Singularitäten rimane un disco molto valido, che garantirà ai Ferndal di farsi apprezzare nel panorama metal, e allo stesso tempo contempo inaugurerà l’attesa per il terzo disco del gruppo.

Tracklist:

  1. Intro
  2. Weltenbrände
  3. Bringer der Leere
  4. Im Sternenlicht
  5. Klavierquintett e-Moll (Mother North)
  6. Die Verlorenen
  7. Siebter Gesang
  8. Serenade
  9. Distanz


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Giuseppe Grieco

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