2Days Prog +1 Festival 2019 – Day 2 – Excalibur, Lazuli & more @Piazzetta della Musica – Veruno (NO) (testo e foto di Giovanni Cionci)

Dopo l’eccellente inizio, eccoci giunti alla seconda giornata del Festival, funestata nei giorni immediatamente precedenti da due illustri defezione, quella dei King’s X (i programmati headliner della serata) e del norvegese Bjorn Riis (che avrebbe dovuto esibirsi subito prima). Nonostante i tempi molto stretti, l’abilità degli organizzatori, unita al prestigio ormai internazionale della manifestazione,  hanno permesso di trasformare quella che poteva essere una mezza tragedia, in una serata davvero indimenticabile.

Ma andiamo con ordine.

 

Arcadelt

L’onore di aprire le danze è affidato agli italiani Arcadelt: con uno stile che richiama molto quello dei Genesis di Peter Gabriel e dei Marillion di Fish, ma nello stesso tempo molto personale e mai banale, la band ottiene subito il favore del pubblico, anche grazie alla teatralità del frontman Pierfrancesco Drago e all’abilità dei suoi compagni (Fabrizio Verzaschi alla chitarra, Giacomo Vitullo alle tastiere, Fabio Cifani al basso e Sandro Piras alla batteria). Decisamente un ottimo inizio.

Verbal Delirium

Giunge il momento di abbandonare l’Italia per trasferirci in una terra che ha sicuramente dato i Natali alla nostra cultura: la Grecia dei Verbal Delirium. La creatura del frontman, tastierista e cantante Jargon  vanta tre album in studio all’attivo, tutti incensati dalla critica, e non a caso: un mix davvero ben riuscito, in cui il rock psichedelico si fonde con il progressive, contaminandosi con elementi metal e jazz. Delicate melodie si alternano ai riff graffianti della chitarra di George Kyriakidis, e il risultato è davvero molto interessante. Sicuramente una band che merita maggior visibilità anche nel nostro paese!

 

Lazuli

Verbal Delirium lasciano il palco tra meritatissimi applausi, e giunge un momento “storico” per il popolo di Veruno: per la prima volta nella storia del festival, una band torna a calcare il main stage, nonostante la ferrea regola degli organizzatori, che impedisce a chiunque di esibirsi due volte. Tuttavia, l’imprevedibile defezione di Riis e i tempi davvero stretti a disposizione, hanno reso possibile il piccolo miracolo del ritorno di una band straordinaria, che già aveva conquistato legioni di fans durante la prima esibizione: signore e signori, dalla Francia, i Lazuli! Guidati dai due fratelli di origine italiana Claude Dominique Leonetti, i musicisti salgono sul palco e regalano uno spettacolo davvero indimenticabile: raramente si assiste ad un live in cui si mescolano mirabilmente qualità e freschezza compositiva dei brani, spettacolo ed empatia. Dominique Leonetti  non solo fa sfoggio di un ottimo italiano, ma è in grado di entrare subito in sintonia col pubblico: tra un brano e l’altro scherza e racconta aneddoti, e durante i brani accarezza le orecchie degli spettatori con una voce splendida e con le note che scaturiscono dalla sua chitarra . I suoi compagni non sono da meno. Vincent Barnavol, con la sua batteria, genera un magnifico tappeto ritmico, che fa da base per la costruzione di un’amalgama sonora davvero perfetta, in cui ogni strumento è al posto giusto al momento giusto: Claude Leonetti incuriosisce ed incanta tutti con lo strumento particolarissimo da lui costruito, la léode, da cui trae suoni davvero magnifici, Gédéric Byar fa ruggire la sua Stratocaster, Romain Thorel  passa con disinvoltura dalle tastiere al corno. Il risultato finale è davvero eccellente da un punto di vista musicale…e non è tutto. Oltre ad una indiscutibile bravura e ad un’ottima qualità del suono, l’elemento davvero stupefacente che rende l’esibizione indimenticabile, è la complicità palpabile dei musicisti, che si cercano in continuazione, si sorridono, si divertono, e suonano con un entusiasmo ed una spontaneità tali da farli sembrare un gruppo di teenager alla scoperta della musica (ma con tutta l’esperienza di una band che vanta ben 8 album in studio). E, con una fantastica alchimia, riescono a trasmettere questo entusiasmo anche agli spettatori che fino ad un’ora prima non li avevano mai ascoltati. Risultato? Applausi incessanti dopo ogni brano e coro da stadio sull’ultimo brano della scaletta J’attends un printemps. L’esibizione si conclude con il marchio di fabbrica della band: tutti i musicisti attorno alla marimba per il consueto saluto con “undici mani sulla marimba”.

In conclusione, una band da conoscere e ASSOLUTAMENTE da vedere dal vivo! Fantastici, Lazuli!!!

Questa la setlist dello show:

  1. L’Arbre
  2. Mes Amis, Mes Freres
  3. Deraille
  4. Le Miroir Aux Alouettes
  5. Chronique Canine
  6. Le Lierre
  7. Je Te Laisse Ce Monde
  8. Homo Sapiens
  9. Les Sutures
  10. Les Malveillants
  11. Les Courants Ascendants
  12. J’Attends un Printemps

Excalibur

Gran finale con la trasposizione live del progetto musicale Excalibur del francese Alan Simon, autore di una celtic rock opera suddivisa in vari album, dedicata al mito di Re Artù. Un’emozionata e accorata Lisa Wetton (moglie dell’indimenticabile John Wetton, coinvolto nel progetto dallo stesso Simon) introduce sul palco il musicista francese, accompagnato da un collettivo musicale davvero eccezionale, la Excalibur Band,composta dal nostro granitico Roberto Tiranti alla voce, dalla incantevole e talentuosa Zita Petho al violino (che macina milioni di note per tutto lo show, con grazia impeccabile), dal virtuoso Paolo Ballardini alla chitarra, da una sezione ritmica composta da Massimo Palermo al basso e Alessandro Bissa alla batteria, e, dulcis in fundo, da Marco Canepa  all’organo. A questo nutrita schiera di talenti, si aggiunge un impressionante numero di ospiti d’eccezione, che si alternano sul palco per tutta la durata dello show.  Uno dopo l’altro entrano in scena Michael Sadler (splendida voce dei Saga), Richard Palmer (vera leggenda, fondatore dei Supertramp ed autore di testi per una miriade di band, tra cui i King Crimson), Jacqui Mac Shee (voce dei Pentangle), la bravissima e carismatica cantante bretone Kohann ( alias Michèle Guarin), che sembra appena uscita da un libro di Tolkien, e l’inossidabile JJ Chardeau. Il tutto per uno spettacolo davvero di altissimo livello, che delizia ed incanta il pubblico, lo coinvolge e lo tiene implacabilmente in scacco fino alla fine. E non è un caso che le prime gocce di pioggia comincino a cadere solo quando il sipario cala definitivamente su questa seconda, splendida giornata di festival.


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Giovanni Cionci

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