Nick Cave & Warren Ellis – Carnage (Awal Recording, 2021) di Paolo Guidone

   “Non può piovere per sempre”, così recitava un indimenticato mito del cinema in una delle più iconiche scene cinematografiche di sempre. E a margine del terribile anno 2020 appena conclusosi è quello che tutti noi ci diciamo per autoconfortarci. Ieri 25 febbraio 2021 è infatti accaduto qualcosa di davvero speciale, una di quelle cose destinate ad una lunga, lunga memoria. E’ accaduto che dal nulla, come un atto di prestigio, il mito Nick Cave abbia silenziosamente pubblicato uno degli album più intensi degli ultimi anni, un album che segna un prima ed un dopo nella sua lunga e…

Score

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Potenzialità
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Voto Utenti : 4.5 ( 1 voti)

   “Non può piovere per sempre”, così recitava un indimenticato mito del cinema in una delle più iconiche scene cinematografiche di sempre.

E a margine del terribile anno 2020 appena conclusosi è quello che tutti noi ci diciamo per autoconfortarci.

Ieri 25 febbraio 2021 è infatti accaduto qualcosa di davvero speciale, una di quelle cose destinate ad una lunga, lunga memoria.

E’ accaduto che dal nulla, come un atto di prestigio, il mito Nick Cave abbia silenziosamente pubblicato uno degli album più intensi degli ultimi anni, un album che segna un prima ed un dopo nella sua lunga e prestigiosissima carriera e non solo.

E’ accaduto che Nick Cave abbia deciso di dar vita ad un’esigenza spirituale, ancor prima che ad un progetto artistico, assieme ad un altro importante protagonista della musica rock cantautorale contemporanea, ovvero Warren Ellis, già suo storico collaboratore.

Il risultato di questa collaborazione artistica è il disco Carnage, che in italiano traduciamo con “carneficina”.

Otto brani che fotografano ciò che resta del nostro animo collettivo dopo un intero anno di paure, dubbi, solitudine dovute alla pandemia covid19.

Nick Cave questa volta non guarda esclusivamente dentro se stesso, come ci ha sapientemente abituati nella sua lunga carriera, ma è come se per una volta si facesse antenna di ciò che impercettibilmente ci circonda, di quell’atmosfera che nessuno ha davvero il coraggio di ammettere.

I brani infatti suonano lenti e riflessivi, con note lunghe, riverberate e poco cantato: si direbbe quasi un accennato richiamo al genere shoegaze degli anni ’90. Interessante è il tappeto di tastiera elettronica che attraversa tutto l’album e che richiama in maniera davvero sottile ma efficacissima, quelle che potrebbe essere un’armonia liturgica cosi come cori gospel che sentiamo sbocciare qui e lì fugacemente.

Il senso però è voluto, ed è quello di un momento di riflessione collettiva, di affidamento ad un futuro che possa aiutarci ad uscire fuori dalla fosca penombra in cui ci troviamo: tutto appare sospeso in Carnage, come i nostri attuali progetti di vita, come i nostri desideri.

Altra geniale trovata di Cave è quella di affidarsi al parlato piuttosto che al canto, quasi fosse un ragionamento ad alta voce accompagnato da un’atmosfera sospesa e riflessiva.

Il sintetizzatore è onnipresente ed è puntellato da sporadiche ma efficaci note di pianoforte, i brani spesso mutano improvvisamente registro virando a volte sul cantautorato folk ed altre invece sull’elettronica, come nella opener Hands of God che tutt’a un tratto parrebbe addirittura suonata dai Nine Inch Nails.

Un disco molto bello ma anche molto profondo, e dunque che può essere apprezzato solo se ascoltato con la giusta attenzione.

Notoriamente Nick Cave è persona molto affascinata dalla religione ed in particolare dalla Bibbia, che cita spessissimo nei suoi testi, ma Carnage appare essere la sua visione disperata del nostro presente e del nostro futuro, dove “ Ciò che non ti uccide, ti rende infelice” come conclude nel brano finale Balcony Man.

Un disco impegnativo, ma importante

 

Carnage Tracklist:

1. Hand of God
2. Old Time
3. Carnage
4. White Elephant
5. Albuquerque
6. Lavender Fields
7. Shattered Ground
8. Balcony Man

 

 

 


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Paolo Guidone

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