Magnolia: foglie, petali e profumo – (a cura di Laura Dainelli)

Nella serata del 27 maggio al Jailbreak i Magnolia hanno presentato ufficialmente il loro nuovo album, dal titolo La zona d’Ombra. Si tratta di un concept album interamente ispirato alla vicenda di David Hicks, primo detenuto nel braccio della morte ad essere giustiziato nel 21°secolo, un argomento particolare affrontato da pochissimi…
…a parte questo, RELICS ha voluto incontrare la band per averne una prospettiva migliore da offrire ai suoi lettori. Comodi e di fronte ad una birra, abbiamo trascorso una piacevole mezz’ora con artisti molto simpatici e disponibili…
A rispondere alle nostre domande, Chiara Gironi (voce), Alessandro Di Cori (Chitarra) e Donatella Valeri (Pianoforte).


Relics: Davvero interessante la vostra idea del concept album su questa tematica! Ce ne fossero di più di artisti con questa voglia di comunicare e di tirar fuori tutto quello che vivono come ingiustizia e dramma dell’umanità, o semplice inciviltà. Come nasce l’idea

Magnolia: Nasce alla fine degli anni Novanta, (e cosi ce la racconta Alessandro) Mi trovavo in una sala d’attesa come tante di un medico della mutua. Sfogliavo qualche giornale e rivista, anche abbastanza distrattamente, quando sono rimasto profondamente colpito da quest’articolo che parlava di David Hicks (l’uomo di colore condannato a morte e protagonista dell’album n.d.r.). Così l’ho ritagliato e portato poi ai componendi della band di allora, ossia Chiara, Donatella ed il precedente batterista.
Loro hanno da subito condiviso le importanti e contrastanti, ma sicuramente molto forti, emozioni che quel racconto aveva suscitato in me, ed abbiamo voluto saperne di più. A forza di mettere insieme i pezzi del puzzle di questa tristissima vicenda è venuto molto naturale iniziare a scriverci su, proprio per l’intensità e profondità che la storia ci aveva fatto provare.
Negli anni questo percorso è stato perfezionato proprio perché ci abbiamo continuato a credere tutti, ed oggi eccoci qui. Evviva l’ispirazione cosi potente ed inaspettata mentre si è alle prese con i più banali eventi di vita quotidiana

Relics: E se vi dico “fermenti di cambiamento” voi cosa m dite? Quanto considerate importante lo sviluppo di un  percorso di evoluzione sia come band sia come individui? Con quale spirito siete tornati ora sulla scena musicale rispetto ai vostri inizi negli anni Novanta?

Magnolia: In realtà anche se il gruppo ha conosciuto dei momenti di stop totale e poi dei cambi di formazione, sia l’amicizia che ne è alla base sia l’amore per la musica e la voglia di comporre non sono mai venute meno, anzi.
Semplicemente i rispettivi e diversi percorsi di vita ci hanno portato ad interrompere le registrazioni di dischi per qualche anno, per poi riscoprirci, anche grazie all’aggiunta dei due nuovi elementi, più carichi di prima! O meglio, carichi in modo diverso e forse con diverse prospettive su cosa “aspettarsi” dalla musica, ma sicuramente con tanto tanto entusiasmo e voglia di comunicare, la quale più che essere rimasta immutata è semmai aumentata, evolvendosi e diventando come noi più adulta e consapevole, ma sempre con l’emozione che hanno i ragazzini nel seguire la propria passione.


Relics: All’interno di questa vicenda che raccontate, la figura di Annie, la donna che continua a scrivere ad Hicks pur non conoscendolo, rappresenta forse la speranza, la voglia di sopravvivere, se voi foste Annie, cosa avreste scritto a David Hicks?

Magnolia: (Prende ora la parola Chiara) Nonostante io sia iscritta da diversi anni ad Amnesty International, e come è evidente anche dal nostro album mi stia molto a cuore la tematica, mi sono fatta tante volte questa domanda e la risposta che mi sono data è che  non so se sarei in grado di scrivere qualcosa ad una persona in quella situazione e che non ho mai conosciuto personalmente. Avrei paura probabilmente di dire la cosa sbagliata, o semplicemente di trovarmi a disagio nel non capire il modo migliore di relazionarmi con le sue difficoltà. Ma non giudico negativamente chi invece lo fa, e scrive ai detenuti, in particolare a quelli, come David Hicks, nel braccio della morte con il solo ed unico obiettivo di dare loro conforto. Anzi, ti dirò di più proprio perché io non saprei come farlo, ammiro moltissimo Annie per questa sua scelta, e per questa determinazione nel portarla avanti, la trovo enormemente coraggiosa.

Relics: La dimensione onirica del protagonista è anche di serenità? Alessandro durante il live a questo proposito ha detto una frase a mio parere stupenda “Non è importante che D.Hicks sia colpevole o innocente, quello che vogliamo sottolineare è che si tratta sicuramente di una persona che ha veramente amato”. E’ questo il punto che volete descrivere?


Magnolia: (rispondono quasi in coro) sì, è così, è assolutamente questo il punto, e c’è da aggiungere il fatto che qualsiasi cosa Hicks abbia compiuto o non compiuto è comunque una vittima, perché anche se colpevole dei reati di cui lo hanno accusato non si meritava comunque di morire. Nessuno lo merita!

Relics:  A questo proposito, è evidente che Hicks appartenga per sua sfortuna ad una delle tante categorie sociali discriminate a prescindere (in questo caso le persone di colore in un’area per alcuni aspetti fortemente intollerante come il Texas nello specifico), praticamente dalla nascita. Sembra quasi che le autorità, istituzionali e di forze dell’ordine, li “aspettino al varco” per arrestarli e punirli al primo loro sbaglio, e che quasi tradiscano un senso di compiacimento o di “cos’altro ci si poteva aspettare da uno cosi?” nel farlo. Rimanendo ovviamente in termini molto generali del discorso, vedete in Italia o in realtà più vicine a noi episodi che riconducano ad una discriminazione altrettanto forte da parte delle autorità verso alcune categorie sociali?


Magnolia: Beh rimanendo sul vago, più che altro perché non vogliamo lanciarci pubblicamente in polemiche clamorose, e soprattutto perché sarebbe certo troppo lungo e complesso da affrontare nel dettaglio, la risposta è che comunque esistono di certo anche vicino a noi persone assolutamente oggetto di pregiudizi, non solo per il colore della pelle ma anche per altre loro caratteristiche, a cui la autorità non hanno risparmiato trattamenti diciamo abbastanza dubbi nella loro correttezza e professionalità. Ci sono diverse storie di cronaca degli ultimi anni note a tutti che ce lo testimoniano e ben ce lo raccontano (ad esempio il caso Stefano Cucchi n.d.r.)


Relics:  Torniamo a parlare di musica e del vostro album…
Osservando la copertina del disco, ci si ritrova ad apprezzarne ogni particolare, i colori!! Straordinari!!


Magnolia: (Chiara) Ti ringrazio molto di averli apprezzati. Siamo felici del fatto che si percepisca che, nonostante la drammaticità del tema trattato, quei colori autunnali e quella strada ritratta sulla copertina del disco vogliano trasmettere non tanto disperazione quanto piuttosto malinconia mista a serenità, nonostante tutto e nonostante il dolore.




Relics:  Grazie di tutto, siete stati cordialissimi, molto alla mano, disponibili e simpatici e sono davvero felice di avervi conosciuto ed aver parlato un po’con voi, è stata una di quelle chiacchierate come capitano raramente che veramente fanno bene all’anima. Vorrei ora concludere degnamente ma con ironia perché credo che la capacità di riderci su e non prendersi troppo sul serio sia una delle qualità nelle persone più apprezzabili. Ed in parte forse anche per compensare un pochino il tono molto drammatico che l’oggetto del concept album rendeva d’obbligo. Quindi vi chiedo cosa  vi fa/vi ha fatto veramente troppo ridere degli altri componenti della band?  (mi riferisco sia a loro modi di fare sia ad episodi vissuti insieme…

Magnolia: (Alessandro e Chiara quasi insieme, con un gran sorriso sul volto di entrambi, e la cantante è la prima a raccontarsi) una delle gaffe più clamorose mai fatte sul palco è stata qualche anno fa ad un concerto presso l’opera Don Guanella, dove, con tono molto poetico, nel presentare un pezzo intitolato La Corsa ho candidamente incoraggiato il pubblico a correre tutti verso la propria felicità, rendendomi conto nel momento stesso in cui lo dicevo di rivolgermi ad intere file di persone diversamente abili. Mi sono corretta subito cercando di arrampicarmi sugli specchi come potevo con un “Ogniuno a modo suo” aggravando la situazione… Ancora che vergogna a ripensarci, anche se sicuramente tutti i presenti hanno compreso la natura di quella mia frase.
(tocca quindi ad Alessandro) Tanti altri aneddoti anche più divertenti sono nati negli anni dall’amicizia che ci lega, dalle classiche risate tra amici nel prenderci in giro a vicenda, o come quando l’ex batterista (con cui siamo tutt’ora in ottimi rapporti) non molto contento del fatto che correggessi lui ben più di frequente rispetto a Donatella durante le prove di un pezzo che proprio non riusciva come lo avevamo pensato, esclamò “Beh se c’avevo la f… voglio vedere come me lo dicevi” (risate collettive) Eh già, capita… (non si risparmiano neanche sul look della bravissima pianista e tastierista Donatella esordendo quasi insieme con un) Beh considerate che lei ha capito di essere donna da non più di una decina d’anni. Nei live degli anni Novanta infatti, circa dal 95 al 98, ha indossato ad ogni nostro spettacolo pantaloni verdi miliatari da carrozziere, che non c’era verso di farle cambiare…

Relics:  Ahahah poverina! Fortuna che la sua forza sta in quelle splendide mani! Ammettiamo che ci avete fatto parecchio ridere! Confermando assolutamente la vostra carica e simpatia, oltre al grandissimo talento.
Sarà un onore per noi rimanere aggiornati sui vostri progetti futuri, in bocca al lupo ed in culo alla balena…


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