Girls Names live @ Circolo degli Artisti (testo e foto di Stefano D’Offizi)

Strano accostamento di stili al Circolo degli Artisti, tre differenti proposte musicali si susseguono in una serata che vede gli Irlandesi Girls Names a fare da headliner per Gun Kawamura e Riccardo Papacci. A quest’ultimo il compito di aprire il live con il proprio repertorio; atmosfere sospese attraverso suoni elettronici generati da sintetizzatore analogico e computer. Suoni eterei e vorticosi ben amalgamati da soluzioni fantasiose capaci di attirare l’attenzione di una sala ancora semivuota, ma abbastanza attenta da recepire perfettamente un finale improvviso che riporta tutti alla realtà strappando un applauso abbastanza convinto. A seguire Gun Kawamura, poliedrico artista a tutto tondo, chitarrista dei Blind Birds, pittore e compositore di un album solista decisamente particolare (Brutiful, Geograph Records, 2012). 
L’artista Giapponese dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio, imponendo la sua figura vagamente “Barrettiana” dalla stupenda chioma fluente, chitarra acustica alla mano, occhiali da sole ed un sorriso che convince subito. Il suo repertorio ha del surreale, caratterizzato da una voce baritonale spesso a braccetto con i semplici accordi di chitarra che ammaliano una platea ben più folta. Gun parla perfettamente in Italiano e ringrazia sorridendo dopo ogni brano, probabilmente è proprio questa immagine semplice ed affabile a raccogliere un applauso dopo l’altro. Ennesima trasformazione di un palco in pochi minuti ed è il momento dei Girls Names. Nati nel 2009 dall’idea di Chatal Cully (voce e chitarra), Neil Brogan (batteria) e Claire Miskimmin (basso) ai quali si aggiungerà Philip Quinn (chitarra e tastiere) nel 2012, dopo l’uscita di scena di Charles Hurts. The New Life, il nuovo album appena presentato dalla band, risulta come ua perfetta evoluzione del loro sound, traguardo già parzialmente raggiunto con Dead to Me (2011). Pubblico raddoppiato per l’esibizione di Cully e compagni che rispettano le attese e conquistano subito una platea non solo Italiana. 
La forza di questa band sta nell’energia trasmessa in ogni singolo accordo, in un mix tra New Wave dai suoni più moderni ed un pop britannico d’avanguardia. Tra le varie influenze più o meno individuabili, spiccano sicuramente ascolti massicci di Joy Division, Bauhaus ed Echo e the Bunnymen, bagaglio musicale di tutto rispetto. I Girls Names non sono affatto un “gruppoclone” e la personalità dei loro brani, come A Second Skin e Hypnotic Regression godono di una riconoscibilità piuttosto convincente, anche se la title track estratta proprio da The New Life, rappresenta forse il loro lavoro più completo. Brani lunghi e carichi di ritmo a far battere il piede, e mi ritrovo a ciondolare in mezzo alla folla che ormai riempie la sala del Circolo degli Artisti. Anche stavolta uno spettacolo degno di nota, tre progetti completamente differenti fra loro, ed ogniuno di loro ha saputo dire la sua a proprio modo.


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