Alessio Lega – Mala Testa – Obst u gemuse, 2013 (di Stefano Capolongo)

Stiamo vivendo tempi cupi, bui, fatti di crisi e millenarismi spiccioli e di tristi richiami ai periodi più neri della nostra nazione che stanno lentamente riportandoci ad un nuovo medioevo. Approcciandoci al tema odierno, dunque, la domanda che ci poniamo è la seguente: ha ancora senso fare un disco che parli di resistenza? Nonostante tutto noi crediamo di si, soprattutto se a farlo sono persone come Alessio Lega. Cantautore leccese (già Targa Tenco nel 2004 con l'album "Resistenza e amore") dichiaratamente anarchico, festeggia in questo periodo gli oltre venticinque anni di attività con Mala Testa, il suo sesto lavoro in…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

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Stiamo vivendo tempi cupi, bui, fatti di crisi e millenarismi spiccioli e di tristi richiami ai periodi più neri della nostra nazione che stanno lentamente riportandoci ad un nuovo medioevo. Approcciandoci al tema odierno, dunque, la domanda che ci poniamo è la seguente: ha ancora senso fare un disco che parli di resistenza? Nonostante tutto noi crediamo di si, soprattutto se a farlo sono persone come Alessio Lega. Cantautore leccese (già Targa Tenco nel 2004 con l’album “Resistenza e amore“) dichiaratamente anarchico, festeggia in questo periodo gli oltre venticinque anni di attività con Mala Testa, il suo sesto lavoro in studio uscito lo scorso mese per Obst U Gemuse. Mala Testa è una perla già dalla copertina, un artwork (Matteo Fenoglio) splendido, interamente fumettistico che ci presenta i personaggi che andranno a comporre il puzzle di questo viaggio fatto di storie e di persone. Definirlo semplicemente “disco” o “album” sarebbe riduttivo poichè è anche un romanzo che parla di vita, di speranza, di amore, di racconti di resistenza perfettamente cesellati e scolpiti lungo una trama immaginaria che ripercorre la storia italiana più recente. Dopo aver schiacciato il tasto play facciamo subito la conoscenza di Dino Frisullo, membro di Avanguardia Operaia, attivista per i diritti umani, detenuto in Turchia e deceduto nel 2003, con il brano Frizullo che costituisce l’ouverture dell’opera. Con Canzoni da amare, ballata dal sapore Deandriano si apre la prima parte(Tornare a bomba) in cui Alessio Lega traccia una linea che collega quella che era la dura vita delle mondine del vercellese (Risaie) con la vita del moderno precario (Spartaco) sulla quale lo stesso lega affermava in un’intervista a Radio Popolare “Dieci anni fa la parola precario era solo una cosa che riguardava le scuole… Son passati dieci anni, e la parola precario rappresenta l’80% dei lavoratori italiani. Siccome mi piace dire le cose col loro nome, ho fatto una riflessione: forse una cosa che somiglia così tanto ad un vecchio uso che si chiamava “schiavitù” andrebbe chiamata col suo nome.

E allora mi è venuto in mente che se torna di moda la schiavitù, forse dovrebbero tornare di moda anche dei vecchi liberatori…“; il tutto passando per la triste routine dell’uomo moderno, magari metalmeccanico e pendolare, incarnata nella figura di Gesù Cristo (Monte Calvario, scritta da Ascanio Celestini).Dopo l’intenso capitolo sociale, si passa alla seconda parte (Romanzo di formazione), dove troviamo un Lega più autobiografico: La scoperta di Milano è la sua storia di emigrazione interna ed è condita, come nell’omonimo libro di Guareschi, dal tema dell’amore (Icaro, I baci, Insulina). Un raccoglimento catartico che segna uno dei momenti più intensi dell’intero lavoro e apre dolcemente alla terza e ultima parte di Mala Testa (Le storie raccontate) dove si entra pienamente nel tema della resistenza. Giacomo Matteotti (Matteotti e Corso Regina Coeli), la Rosa Bianca (pionieri della resistenza ai nazisti in Germania), Isabella di Morra sono i protagonisti di questo viaggio in musica, così carico di memoria e passione che chiosa con un meraviglioso parallelismo: la strage di Piazza della Loggia a Brescia e la protesta nella stessa città di alcuni lavoratori immigrati saliti su una gru nel 2010 (La piazza, la loggia, la gru). Uno spunto di riflessione per capire se davvero in trentasei anni qualcosa sia cambiato davvero.

Mala Testa è un disco precisamente strutturato, costituito da 4 atti perfettamente coerenti e isolabili ma allo stesso tempo indispensabili reciprocamente che grazie a tale cadenza riescono a mantenere viva l’attenzione lungo diciannove tracce. Testi al limite della poesia pura dai quali si evince il grande amore del cantautore leccese per la parola, in qualsiasi forma e dialetto, mezzo fondamentale per la sua arte. Un excursus tra i più grandi cantautori, a partire da Fabrizio de Andrè e da chi ispirò lo stesso cantautore genovese come Brassens, Brel, Leprest, passando per Guccini, Jannacci, Enzo del Re e, il più grande di tutti, Claudio Lolli: Alessio Lega ha saputo, partendo da loro, costituire un’identità personalissima e particolare, mossa da un fuoco e da una vis sempre più rari ai giorni nostri.Mala Testa è un disco da avere, per il suo grande valore storico oltre che musicale, soprattutto in un momento di forte scollamento sociale come quello che stiamo vivendo.

Tracklist:

Ouverture
1. Frizullo

Parte prima – Tornare a bomba
2. Canzoni da amare

3. Addio morettin
4. Risaie
5. Monte Calvario
6. Spartaco

Parte seconda – Romanzo di formazione
7. La scoperta di Milano

8. Icaro
9. Dormi, dormi…
10. I baci
11. Insulina

Parte terza – Le storie cantate
12. Matteotti

13. Rosa Bianca
14. Corso Regina Coeli
15. Isabella di Morra
16. Difendi l’allegria
17. Esecuzione produttiva
18. La piazza la loggia la gru


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