Quintorigo @ Circolo degli Artisti, Roma (di Fabio Ippoliti, foto di Simone Giuliani)

_DSC9109-2Provatemi a descrivere i Quintorigo. Provateci. Vi sfido. Di solito quando mi chiedono che cosa suonino, che stile abbiano io rispondo sempre con un enigmatico “avant garde!!” asciugandomi la frontona. Risplendono sotto la luce dei riflettori nel 1999 colla loro performance a Sanremo, risplendono e basta con dischi quali Rospo e In Cattività. La combinazione primigenia della personalità e del carisma del violino di Andrea Costa, del violoncello di Gionata Costa, del sax di Valentino Bianchi e il contrabbasso di Stefano Ricci, coadiuvati dall’esplosiva voce di John DeLeo segnano l’anima. Il talento con cui i 5 sottomettono il rock anche più duro e lo trasformano in una composizione di emozioni infinite è abbacinante, fa restare a bocca aperta e francamente diciamolo: li rende una stella unica nel panorama musicale italiano che suona troppe volte scontato, troppe volte afono, troppe volte ripetitivo, troppe volte inutile. Una presenza live, un impatto che non ha la minima piega, un’attitudine unica e un risultato che non può far altro che conquistare, anche coll’avvicendarsi di vari vocalist a supportarli. _DSC9058Quest’anno i Quintorigo, con il possente Morris Pradella alla voce, ci portano un omaggio ad uno dei musicisti più seminali di tutti i tempi: in seguito al loro disco Experience esplodono nelle loro interpretazioni di Jimi Hendrix!
Qualche parola la spendo anche per Massaroni Pianoforti, che con la sua chitarra e la sua verve simpatica ci ha fatto sorridere con il suo repertorio cantautorale e anche se non è facile aprire per dei fenomeni quali i Quintorigo ci ha dato una mezz’oretta di sorrisi. Ma una volta saliti sul palco i 5 il tempo si è fermato. Il loro tributo è caratterizzato da loro stessi. Come possono delle cover NON ESSERE DELLE COVER? Andatelo a chiedere a questi leviatani della musica, che colla loro potenza, le loro armonizzazioni (si, sto sempre parlando di un violino, un violoncello, un contrabbasso e un sax..) rendono il lavoro di Jimi ancor più luminoso donandogli un caleidoscopio di sfumature infinite. Una scelta azzeccatissima, stratosferica, l’ottimo Morris che riempie i pezzi di Jimi ancora più di anima – qualora possibile – e s’incastra perfettamente col quartetto in pezzi che non sono da meno.
_DSC9224_1Una serata indimenticabile, per più motivi. Vi invito caldamente ad andare ad un concerto dei Quintorigo se vi capitano a tiro, perché sensazioni e vibrazioni del genere non sono facilmente riscontrabili oggi come oggi!

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Simone Giuliani

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