Demolished thoughts – Thurston Moore – Matador 2011 (di Bernardo Fraioli)

Deontologicamente può apparire inesatto recensire un album a mesi di distanza dalla sua uscita. Eppure da quando è apparso Demolished thoughts non sembra che se ne sia parlato molto. Strano verrebbe da dire. O meglio, peccato. Peccato perchè, un gioiello tale, meriterebbe di essere manifestato ai quattro venti. Thurston Moore, oggi, ci stupisce in questo lavoro per bellezza e ricercatezza. Un album distante dalla produzione dei Sonic Youth e dai due lavori solisti precedenti che, purtroppo, non entusiasmarono e non appassionarono. Dopo Psychic Hearts (disco che sembrava essere la colla degli scarti del gruppo newyorkese) e Trees outside the…

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Deontologicamente può apparire inesatto recensire un album a mesi di distanza dalla sua uscita. Eppure da quando è apparso Demolished thoughts non sembra che se ne sia parlato molto. Strano verrebbe da dire. O meglio, peccato. Peccato perchè, un gioiello tale, meriterebbe di
essere manifestato ai quattro venti. Thurston Moore, oggi, ci stupisce in questo lavoro per bellezza e ricercatezza. Un album distante dalla produzione dei Sonic Youth e dai due lavori solisti precedenti che, purtroppo, non entusiasmarono e non appassionarono. Dopo Psychic Hearts (disco che sembrava essere la colla degli scarti del gruppo newyorkese) e Trees outside the academy, finalmente si approda a un concepimento artistico originale, bello, dove troviamo Moore accarezzare chitarre acustiche in una formula stupenda e coinvolgente. Già dal brano di apertura, si
cade in una trappola di atmosfere pacate e scarne che ricordano un certo Sea change del 2002. Non un caso, dato che troviamo proprio Beck Hansen, nel ruolo di produttore e musicista fact totum, a riempire di bellezza questo Demolished thoughts. A completare il gruppo di lavoro, ritroviamo volti che hanno già accompagnato Thurston Moore nelle sue precedenti esperienze soliste, come quello della violinista Samara Lubelski, ma anche nomi importanti del calibro di Joey Waronker, percussionista già al servizio di R.E.M. e del già citato Beck. E il peso di una collaborazione simile si avverte piacevolmente tutto. Si ha la possibilità di approcciare con brani immediati come Illumine e Blood never lies ;
deliziarsi negli intrecci di arpa e archi in Mina Loy e Space ; scoprire le dissonanze tessute nei passaggi finali di Orchard street e January. Un lavoro che, per la propria anima melodica , pare essere il degno controaltare ai lavori solisti del socio Lee Ranaldo, vere macchine pompanti turbini noise e deflagrazioni terrificanti. In mezzo, ovviamente, sempre loro, sempre la gioventù sonica. Che in un momento di pausa, hanno offerto la possibilità di svelare un’ altra faccia di un suo membro, che faticava a svelarsi. Demolished thoughts è tutto ciò che c’è da non aspettarsi da un album dei Sonic Youth. Ma il valore è sopratutto questo: a dispetto dei tanti album solisti di artisti che si distaccano, poco e nulla, dalla propria band principale. Un lavoro stupendo, particolare, ricco di una vena ispirata e appassionata. Ecco perchè ne parliamo dopo tanti mesi dalla sua uscita. Decliniamo la deontologia e valorizziamo lo spazio libero di un blog, prendendoci di questi lussi. Forse ne verrete a conoscenza solo ora di Demolished thoughts. Ne varrà la pena.

TRACKLIST:
1 Benediction
2 Illuminine
3 Circulation
4 Blood never lies
5 Orchard street
6 In silver rain with a paper key
7 Mina Loy
8 Space
9 January


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