A Toys Orchestra live @Lanificio 159, Roma (foto e testo di Stefano D’Offizi)

Non si tratta di un gruppo come un’altro, questo lo si era capito già parecchio tempo fà, osservando i vari Artwork dei loro album, sempre originali ed assolutamente d’impatto visivo, così come la fantasia melodica che contraddistingue le loro canzoni. A Toys Orchestra sbarcano al Lanificio di Roma, location che mi ha davvero stupito in positivo per l’ottima qualità acustica, che ovviamente aiuta a valorizzare una band con simili suoni, precisi e cristallini. Una serata non troppo fredda fortunatamente, anche se la temperatura esterna è molto più bassa di quella interna, e poi si sa, in ambienti piccoli ci si scalda prima, soprattutto quando c’è un pubblico così bello e numeroso. L’ambiente radical chic della capitale (e non…) sembra essersi dato appuntamento per ascoltare questa band targata Italia che presenta un ultimo album di tutto rispetto, peraltro già argomento di discussione nelle nostre pagine.
La serata inizia con un discutibile DJ set, ad esibirsi è un artista di cui, chiedo venia, ma non ho capito il nome (oppure non si è proprio presentato?), e di cui i più si ricorderanno soprattutto per lo strano trucco che appare reattivo agli “Ultravioletti” , sbilmente sistemati attorno alla sua console che a luci spente fanno la maggior parte dello spettacolo, anche perchè la parte musicale di quell’esibizione, rimane di una pochezza disarmante, a cavallo fra il fastidioso ed il trito e ritrito, tanto che qualcuno dietro di me, commenta con un “ora so quale disco non dovrò mai comprare”.
Effettivamente, forse non è la serata giusta per nessun DJ, sicuramente la band headliner della serata non è di quelle che raggruppano quello che amo chiamare “Il popolo del Rock” , ma sicuramente avrebbero meritato una spalla più adeguata al loro sound.
Solita pausa, mentre viene allestito il palco, e mi ritrovo a sperare che il concerto inizi presto, e magari proprio con gli estratti del loro ultimo disco, Midnight (R)Evolution, che ultimamente sto ascoltando a profusione, costringendomi ad ammettere che sono divenuto un loro fan dal nulla: mi capita un disco da recensire ed ascoltandolo, ne vengo rapito, soprattutto nelle settimane seguenti, naturalmente questo non fa che aumentare il mio impegno in questo evento, così che riesco a conquistare la primissima fila davanti al palco, voglio vedere, assorbire, ascoltare e fotografare prima degli altri.
Si inizia con brani dei dischi precedenti, pezzi come Mrs Macabrette, tanto per farsi riconoscere e spalmare la qualità di quel suono inconfondibile e riconoscibile a chiunque li abbia ascoltati almeno una volta, .
Raramente sono rimasto così impressionato da ritrovarmi a bocca aperta e fotocamera penzoloni, anche perchè l’Orchestra è formata da ottimi musicisti, o forse dovrei dire polistrumentisti! Per tutto il live infatti, si scambiano di posto e di strumento, disorientando la povera platea che non può che applaudire ogni singolo passaggio, e l’unico che rimane seduto al suo posto è il batterista (fatta eccezione per una piccola pausa in cui si spiana bellamente qualche bicchiere di quello che sembra essere un Rosso di Montalcino adagiato ai piedi della batteria). Infine giunge il momento del nuovo album, e molti dei presenti cantano accompagnando la band, mi guardo indietro e non vedo un centimetro libero, l’intero locale è zeppo di gente venuta appositamente per l’Orchestra, una folla che prima non c’era e che sinceramente non avrei neanche pensato di vedere. Qualche accenno di accordo per dare il la ai più perspicaci, poi Midnighht revolution parte senza pietà, investendoci piacevolmente con quel fantastico motivetto orecchiabile che a distanza di quarantotto ore ancora non mi lascia, e che in fondo alla canzone, tutti (nessuno escluso) abbiamo il piacere di cantare in coro, fermandosi di colpo quando è il momento giusto, esattamente come nel disco, e l’umiltà di una band si vede anche quando applaude il suo pubblico di rimando.
Il punto più alto della performance è sicuramente raggiunto in Lotus, canzone che ho timbrato da subito come la migliore del disco, uno di quei pezzi irripetibili in grado di innalzare il livello di un intero disco, ben accompagnato anche dal Sax in una versione live davvero genuina.
In pratica vengono suonati tutti i brani del nuovo disco, con tanto di probabile dedica al nostro ex presidente del consiglio (neanche troppo velata) in Pinocchio.
Suonano tanto e suonano bene, terminando con il solito bis sali e scendi dal palco (cosa che odio apertamente ma alla quale mi sono ormai arreso) intraprendendo un finale più che noise in stile Nirvana, tanto che tremo all’idea di veder distrutta quel gioiello di chitarra psichedelica, che per fortuna a fine serata se ne andrà nella sua comoda custodia, non avrei retto.
Morale della favola, serata stupenda, bella location ed ottima performance, un solo consiglio ai tecnici del palco, la prossima volta per favore, indirizzate le macchine del fumo verso il palco e non verso il pubblico, molti stanno ancora tossendo!
Un ringraziamento speciale ad Ausgang e Locusta per l’organizzazione e l’accoglienza.


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